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Recensioni Libri

Ciclo delle Fondazioni – Isaac Asimov

di Giovanni Munari 2 Giugno 2019
scritto da Giovanni Munari 2 Giugno 2019

Le Fondazioni, ovvero un capolavoro fantascientifico

Isaac Asimov: chimico, fisico e astronomo, oltre che scrittore. Il “Ciclo delle Fondazioni“: il miglior ciclo fantascientifico che sia mai stato scritto, la saga più grandiosa di tutti i tempi.

Una presentazione niente male. Eppure il “Ciclo delle Fondazioni” è proprio questo: un pezzo di storia della letteratura, capace di riscrivere il concetto di fantascienza e di travalicare i confini di genere. Una storia avvincente e mai banale, basata su una logica inappuntabile e strabiliante, fatta di colpi di scena e riflessioni profonde.

Il tutto (come spesso accade nella fantascienza) originato da una semplice domanda: che cosa accadrebbe se l’uomo fosse in grado di prevedere il comportamento psicologico delle masse?

Sicuramente un grande libro, che acquista ancora più importanza quest’anno: il centenario dalla nascita di Isaac Asimov.

La psicostoria e l’universo

Così ha origine la psicostoria, ovvero la capacità dell’uomo di applicare il calcolo statistico al comportamento umano. Un’invenzione semplice e geniale al tempo stesso, che rende il futuro dell’umanità non solo prevedibile, ma “calcolabile” con estrema precisione.

Questo è solo l’inizio. Il “Ciclo delle Fondazioni” parte da questo semplice assunto per dare vita ad una storia così reale da sembrare vera, come una finestra sul futuro che attenderà i nostri discendenti. Se hai paura di trovarti di fronte a quel tipo di fantascienza fatta di battaglie spaziali, alieni più o meno ostili e incredibili tecnologie all’avanguardia perché sei convinto che non faccia per te, allora non temere.

Il “Ciclo delle Fondazioni” non è niente di tutto questo.

Un romanzo imprescindibile per tutti gli amanti di questo genere letterario, ma capace anche di far innamorare milioni e milioni di lettori a prescindere dai loro gusti personali.

Ti ricordo che puoi sfruttare la guida alle mie recensioni per scoprire cosa ti aspetta in questo articolo. Niente spoiler, come sempre!

La trilogia delle Fondazioni e il chiarimento

Il “Ciclo delle Fondazioni” è in realtà un nome che ha creato un po’ di confusione. In origine, infatti, esisteva la cosiddetta “Trilogia delle Fondazioni”, composta dai tre romanzi classici. In seguito, Isaac Asimov pubblicò ben due sequel e due prequel, arricchendo la composizione.

Per questa ragione, ad oggi, con il “Ciclo delle Fondazioni” si indica alle volte l’opera composta dei suoi 7 romanzi, e altre la semplice trilogia iniziale. In questo articolo prenderò in considerazione solo la trilogia, l’opera originaria, pubblicata con il titolo “Ciclo delle Fondazioni” da Mondadori nella sua ultima edizione.

Il “Ciclo delle Fondazioni” è quindi suddiviso in tre romanzi:

  • Prima Fondazione
  • Fondazione e impero
  • Seconda Fondazione

Come già capitato nella recensione delle “Cronache del Mondo Emerso“, ho scelto di analizzare l’opera nella sua interezza proprio per il carattere non autoconclusivo dei romanzi che la compongono. Del resto, si tratta di una storia che necessita di ognuno dei tre libri per poter giungere alla parola fine.

Bene. Ora che le premesse ci sono tutte, passiamo alla recensione.


ciclo delle fondazioni di isaac asimov copertina

Titolo: Ciclo delle Fondazioni
Autore:
Isaac Asimov
Editore:
Mondadori

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La mia recensione del “Ciclo delle Fondazioni”

Introduzione

Definire l’anno di pubblicazione del “Ciclo delle Fondazioni” è complesso, in quanto l’opera nacque come una serie di racconti brevi pubblicati su di una rivista, raggruppati in un volume solo in un secondo momento. L’anno di inizio della stesura della storia fu il 1951.

A leggere la data, si potrebbe pensare che il romanzo sia superato. Del resto, la fantascienza si basa sulla predizione del futuro, e sappiamo tutti quanto oggi il presente corra veloce.

Niente di più sbagliato. Il “Ciclo delle Fondazioni” trascende così tanto il tempo, che a leggerlo parrebbe scritto ieri. Non solo lo stile asciutto e preciso dell’autore rende il linguaggio del libro assolutamente moderno, ma la lungimiranza delle intuizioni che compongono la storia riusciranno a lasciare a bocca aperta i lettori dei prossimi decenni.

Non è un caso se il “Ciclo delle Fondazioni” sia considerato il libro di fantascienza più grande di sempre.

Trama

In un futuro lontano, dove l’uomo ha raggiunto il suo massimo splendore e l’Impero Galattico si estende nello spazio sconfinato, lo psicostorico Hari Seldom lancia un’allarme impensabile: presto la società crollerà su se stessa, e saranno diecimila anni di buio e barbarie.

In pochi sembrano credergli, ma Hari Seldom ha previsto tutto e progettato un piano per abbreviare questo buco e far risorgere la civiltà. Un Piano lungo secoli, capace di predire la storia con accurata precisione, e affidato alla Prima Fondazione da lui creata per questo scopo.

Sarà così che la Prima Fondazione, isolata su di un piccolo pianeta ai margini della galassia, verrà guidata attraverso gli anni da menti brillanti e attraverserà cambiamenti ed evoluzioni sociali, in un progredire continuo che dovrà vincere l’involuzione circostante. Un viaggio attraverso la storia che trova conforto nel Piano, ma che da esso è anche intimorito: perché basterebbe anche solo un errore, e i risultati sarebbero catastrofici.

Un errore che aleggia nell’aria, e basta da solo per creare un senso di incertezza capace di dilatarsi nel corso della storia.

Ambientazione

Il “Ciclo delle Fondazioni”, in questo senso, è un romanzo particolare. L’ambientazione è infatti lasciata in secondo piano, a favore di una trama molto densa e ricca di ragionamenti.

Stiamo comunque parlando di una Space Opera, dagli orizzonti quindi molto ampi. Accanto alla ricorrente ambientazione della Prima Fondazione, il piccolo pianeta protagonista della storia, abbiamo diversi altri pianeti più o meno descritti, tra cui Trantor, il pianeta-città capitale dell’Impero Galattico.

Ma ciò che entra nell’animo del lettore scorrendo le pagine di questo libro è l’universo sconfinato. In termini di ambientazione, infatti, il vero protagonista non può che essere lo spazio. Il “Ciclo delle Fondazioni” è costruito attorno ad una società capace di esplorare le profondità dell’universo con estrema semplicità, regalandoci scorci di cosa sarebbe possibile se fossimo realmente in grado di farlo.

Un’ambientazione che trapela dalle pagine più come un’atmosfera che come una descrizione, con il risultato di rendere il romanzo denso e avvincente come pochi nel panorama letterario.

Personaggi

Il “Ciclo delle Fondazioni” si estende su un arco temporale molto lungo: ed è proprio questa caratteristica che rende questo libro così particolare. In un certo senso, potremmo definire il “Ciclo delle Fondazioni” una storia senza protagonisti. Meglio ancora: il protagonista, in questo caso, non è una persona, ma un pianeta intero, ovvero la Prima Fondazione.

Ne consegue che tutte quelle persone che si susseguono nel corso degli anni, e che combattono per la causa del pianeta, sono indirettamente protagonisti. Il romanzo ci regala così una vastità di personaggi vissuti in momenti storici diversi, e pertanto tra loro differenti.

Un espediente davvero singolare, che ci lega a molti dei personaggi una volta che sono “passati”, e divenuti solo un ricordo nelle menti di chi li ha succeduti. Un susseguirsi incessante che ci permette di osservare la vita da un punto di vista che, altrimenti, ci sarebbe precluso: quello del tempo attraverso le generazioni.

Atmosfere

Come accennato in precedenza, le atmosfere sono legate all’ambientazione dello spazio esterno. Il risultato che ne consegue è un libro da cui trasuda un senso di infinita libertà misto a solitudine. Un mondo in cui l’uomo può tutto ed è al tempo stesso isolato, dove l’esaltazione per il potere assoluto è annacquata dalla sensazione di impotenza dinnanzi alla grandezza dell’universo.

Accanto alle atmosfere legate all’ambientazione, sorge un panorama di percezioni legate alle emozioni di quei popoli che sono protagonisti del libro. Da questo punto di vista, Il “Ciclo delle Fondazioni” è davvero maestro: lungo tutte le pagine del romanzo, infatti, si riesce a percepire il costante grado di incertezza legato alla riuscita del Piano, come se tutto dovesse andare distrutto da un momento all’altro.

Le continue sfide che i protagonisti devono affrontare creano un senso di tensione latente, quella stessa tensione storica che anche noi proviamo dinnanzi all’evolversi del presente, e che sappiamo quindi comprendere alla perfezione. In questo Asimov è stato geniale: perché il Piano da cui tutto dipende è stato definito, ma nessuno è a conoscenza dei suoi particolari.

Tema centrale

Il “Ciclo delle Fondazioni” è considerato ben più che fantascienza proprio per la sua universalità, che è strettamente legata alla quantità di temi trattati. Se da un lato il romanzo si sofferma sulla psicologia dell’uomo, e in particolare sulle reazioni condivise che l’umanità dimostra dinnanzi alla realtà, dall’altro la presenza del Piano genera un’infinità di riflessioni sull’ineluttabilità della storia.

Il libro è quindi un continuo riflettere su ciò che le azioni e le scelte potrebbero provocare con le loro reazioni, in un’analisi approfondita della psicologia delle masse capace di descrivere l’umanità attuale con estrema chiarezza. Una storia che mette in risalto come il futuro non sia già tracciato o tracciabile, ma in costante evoluzione con noi stessi, in una sfida continua che rischia di sconfiggerci.

Il progresso

Infine, è doveroso citare un’altra tematica assolutamente centrale del libro: la critica alla società attuale. Il “Ciclo delle Fondazioni” parte infatti dal punto di massimo splendore dell’umanità per dar vita alla sua caduta. È infatti lampante il legame tra il progresso e l’involuzione, perché è proprio l’estremizzazione del primo che origina il secondo.

In questo senso, il “Ciclo delle Fondazioni” è illuminante. Perché è proprio quando l’uomo dimentica se stesso e ciò che aveva conquistato con tanta fatica, ovvero il sapere, che la sua natura viene a galla. Il risultato è un ritratto incredibilmente lucido dell’uomo, capace di stupirci e trovarci d’accordo al tempo stesso.

Perché il “Ciclo delle Fondazioni” non inventa nulla: semplicemente, ci offre una visione del mondo che abbiamo sempre sospettato, ma sulla quale non ci eravamo mai soffermati abbastanza.

Considerazioni finali

Come avrai capito, il “Ciclo delle Fondazioni” è un romanzo atipico, in cui la trama, complessa e ben strutturata prende il sopravvento su ogni altra cosa. Ed è proprio la trama l’origine delle riflessioni che rendono questa storia fantascientifica un capolavoro della letteratura.

Siamo quindi di fronte non soltanto al ciclo più riuscito e famoso della narrativa di tutti i tempi, considerato da molti “Il Signore degli Anelli” della fantascienza, ma anche ad un romanzo adatto ad un pubblico ben più ampio. Perché, al di là della storia stessa e di tutto ciò che fa da sfondo al libro, il “Ciclo delle Fondazioni” è un romanzo che si basa su una moltitudine di temi ancora oggi poco considerati.

La dimostrazione lampante che non sono i generi a definire lo spessore delle opere, ma il loro contenuto.

Curiosità

La curiosità, questa volta, non riguarda il libro in sé, ed è attualissima. È infatti dell’anno scorso la notizia che Apple ha ordinato alla casa di produzione Skydance Television una serie TV basata proprio sul “Ciclo delle Fondazioni”. Non ci sono ancora molti dettagli al riguardo, ma quel che sembra certo è che presto il libro avrà la sua trasposizione su schermo.

Il fatto che una storia così famosa non sia ancora comparsa sul grande e piccolo schermo è la prova di quanto il “Ciclo delle Fondazioni” sia difficile da riadattare. Ora sembra arrivato questo momento.

Se non hai ancora letto la trilogia di Isaac Asimov, cosa aspetti a farlo? Questa è l’occasione per scoprire in anteprima una delle storie più riuscite di sempre.


Qui puoi trovare il “Ciclo delle Fondazioni” di Asimov:


Scheda Riassuntiva del “Ciclo delle Fondazioni”

TitoloCiclo delle Fondazioni
AutoreIsaac Asimov
GenereFantascienza
Anno1951
EditoreMondadori
AmbientazioneFuturo
NarratoreOmodiegetico
FocalizzazioneImmersa
NarrazioneTerza persona
Tempo verbalePassato remoto
Numero pagine

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Fantascienza
4
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Giovanni Munari

Sono Giovanni Munari, nato a Vicenza ma con la voglia di fuggire. Segni particolari: i libri e la mia chitarra elettrica. Quando posso, viaggio, per il gusto di scoprire. Ho una relazione complicata con la realtà, di quelle da tira e molla. È così sbagliato vivere di sogni?

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