Un viaggio verso l’oscurità
“Cuore di tenebra” di Joseph Conrad è uno dei simboli del romanzo d’avventura, il genere letterario che narra dei viaggi dell’uomo alla scoperta dell’ignoto.
Eppure “Cuore di tenebra” si rivela presto una discesa negli inferi più oscuri. Il viaggio si trasforma nella ricerca ossessiva di qualcosa: un uomo, una voce. La nascita di un tormento.
Joseph Conrad
Per parlare di “Cuore di tenebra”, bisogna necessariamente iniziare a descrivere il suo autore: Joseph Conrad.
Joseph Conrad, in realtà Teodor Jòzef Konrad Kozeniowski (1857-1924) fu infatti marinaio e capitano di lungo corso, e trascorse più di vent’anni della sua vita a solcare i mari di tutto il mondo. E fu proprio grazie ai servigi resi alla marina britannica che guadagnò la cittadinanza inglese.
Nessuno poteva immaginare che un polacco sarebbe divenuto uno dei più grandi scrittori inglesi di sempre.
Una volta terminata la sua attività per mare, si stabilì in Inghilterra e iniziò a dedicarsi alla scrittura, mettendo su carta tutto ciò che aveva visto e vissuto. Scrisse romanzi d’avventura ispirati alle sue esperienze personali, regalando al pubblico storie intrise di realismo ed emozioni.
Ed è proprio da questa fonte diretta che nasce la grandezza delle sue opere, di cui “Cuore di tenebra” ne è la massima espressione.
Titolo: Cuore di tenebra
Autore: Joseph Conrad
Editore: Feltrinelli
Introduzione: Alessandro Baricco
“Cuore di tenebra”: lungo il fiume Congo
“Cuore di tenebra” fu pubblicato per la prima volta a puntate nel 1899 come romanzo d’appendice sulla rivista scozzese Blackwood’s Magazine per festeggiarne la millesima edizione, e solo nel 1903 in volume unico. Nonostante nel manoscritto di “Cuore di tenebra” non vi siano indicazioni esplicite dell’ambientazione geografica, non c’è alcun dubbio le vicende narrate si ispirino a un viaggio che Conrad compì nel 1890 in Africa.
Lo scrittore risalì infatti il fiume Congo a bordo di un vaporetto, addentrandosi in un continente all’epoca per buona parte ancora inesplorato. Molti dei personaggi di “Cuore di tenebra” sono infatti i ritratti letterari delle persone che incontrò in quel viaggio, compreso il fulcro dell’intero racconto: il signor Kurtz.

Nel manoscritto originale, al posto di Kurtz, compare infatti il nome “Klein“. E proprio a bordo di quel vaporetto Conrad assistette a un fatto che gli rimase impresso nella memoria: la morte di un agente della Compagnia di nome Georges Anoine Klein.
In un secondo momento lo stesso autore sostituì quel nome, forse per prendere le distanze dalla persona che egli conobbe. Del resto, il personaggio di Kurtz non può limitarsi a incarnare un unico individuo. In lui confluiscono moltissimi altri esploratori che, all’epoca, avevano guadagnato una certa fama grazie alle loro imprese. Eppure una cosa è certa: “Cuore di tenebra” è il racconto di un’avventura realmente avvenuta.
Ed è da qui che nasce la prima, grande inquietudine legata a quest’opera.
La recensione di “Cuore di tenebra”
Trama
È un giorno qualunque a Londra. Marlow e i suoi compagni attendono l’arrivo della marea alla foce del Tamigi per poter riprendere il largo. Sta calando la sera, e Marlow inizia a parlare. Parla di un viaggio che compì anni addietro, un’avventura verso una terra all’epoca inesplorata: l’Africa. I marinai ascoltano annoiati le memorie di quel vecchio che parla di sé e della sua sete di scoperta. Una storia di colonialismo come tante altre, fatta di ideali grandiosi e crude verità. Ma presto qualcosa cambia.
Perché il viaggio di Marlow si trasforma a poco a poco. La sua risalita del fiume nel folto della foresta nera diventa una discesa negli inferi di un mondo primitivo e inquietante. Un nome, o solo una voce. Questo insegue Marlow: il signor Kurtz. Un uomo la cui fama si è fatta largo nell’oscurità della giungla.
Una divinità o un mostro? Questo si chiede Marlow. Perché la calamita che lo attrae verso Kurtz gli rivela un lato del mondo che nessuno, seduto comodo sulla poltrona di casa, può anche solo sospettare. Un lato crudele e buio. Un tuffo in ciò che l’uomo può essere, a discapito della civiltà.
L’inquietudine di “Cuore di tenebra”
Trovare un vero e proprio filo conduttore all’interno della trama di “Cuore di tenebra” è impresa difficile. Leggendo questo racconto si nota subito la mancanza di una vera e propria storia alla base di tutto. “Cuore di tenebra” nasce come un resoconto di un’esperienza personale, che non nasconde necessariamente uno scopo o un insegnamento, né una trama studiata a tavolino.
Ma “Cuore di tenebra” finisce per discostarsi da tutto questo. L’ingresso di Kurtz e dell’aura di mistero che aleggia attorno al suo nome è graduale, ma finisce con lo stravolgere l’intera essenza del libro.
Ed è qui che risalta chiaro e inconfondibile l’elemento attorno a cui l’intero libro ruota: l’inquietudine. “Cuore di tenebra” riesce perfettamente nell’intento di infondere un sordo turbamento nel lettore.
Un’ambientazione viva
L’ambientazione è uno dei fattori determinati nel creare quest’atmosfera cupa. Conrad ci descrive una foresta buia e insondabile, immota e al tempo stesso viva. Lo scrittore arriva spesso a identificarla come un vero e proprio personaggio, capace di pensieri e di volontà. Una foresta malvagia, abitata da personaggi altrettanto malvagi, o forse solo privi di compassione, che contribuiscono a dare vita a un quadro oscuro.

I pensieri di Marlow
Ma l’inquietudine non si limita solo all’ambientazione. Le riflessioni che si riversano sul lettore da ogni lato ne sono intrise. La tecnica dello stream of consciousness mette in risalto i pensieri del protagonista in ogni pagina, e i dialoghi fanno altrettanto.
Non c’è dubbio: “Cuore di tenebra” forse nasce come il semplice racconto di un’avventura, ma diviene presto un libro più profondo, un viaggio all’esplorazione dei lati oscuri della vita. A conti fatti, ciò che più rimane impresso nella mente di chi legge questo libro sono le sensazioni, vivide e vibranti, che ogni riga suscita.
In questo, “Cuore di tenebra” si avvicina di diritto ai grandi classici, innalzando Joseph Conrad tra i grandi scrittori nonostante uno stile non impeccabile. La dimostrazione che il contenuto può vincere su tutto.
Lo stile della parola
È risaputo che lo stile di Conrad sia “particolare”. In effetti, è stato a più riprese criticato per la totale mancanza di stile. Un’accusa forse eccessiva, visto l’indubbia grandezza dei suoi libri.
Non si tratta di errori grossolani o evidenti, ma piuttosto delle imperfezioni nella struttura stessa dei racconti. Anche in “Cuore di tenebra” si nota lo stesso fenomeno. Il ritmo narrativo non è sempre coordinato a dovere. A volte rallenta concentrandosi su fatti che poi si riveleranno del tutto superflui, altre accelera fino quasi a glissare snodi cruciali, tagliando di netto scene a lungo attese.
In poche parole, lungo tutto il racconto regna una certa confusione, che denota una mancanza di progettazione nella struttura. Conrad scriveva di getto ciò che gli passava per la mente, senza preoccuparsi del risultato finale. E infetti “Cuore di tenebra” fu scritto in soli 3 mesi.

Ma ciò che difende Conrad dalle critiche è la sua idea di scrittura. I suoi libri, a conti fatti, non sono veri e propri scritti, ma trasposizioni di racconti orali. Non è un caso se in “Cuore di tenebra” l’intera storia è narrata a voce da Marlow molti anni dopo gli avvenimenti. Un espediente che lo scrittore ripropose in molti altri romanzi.
Ecco quindi che le parole scritte diventano semplice mezzo per trasmettere una voce. Ed è proprio questa caratteristica che giustifica la mancanza di struttura dell’opera. Perché la storia nasce così, narrata su due piedi da un marinaio a bordo di una barca, senza nessuno studio o ragionamento.
La diretta semplicità della parola, che nasconde forse dei difetti, ma che sa imprimere in noi emozioni uniche.
Un viaggio alla scoperta del male
“Cuore di tenebra” è quindi la trasposizione di un racconto, una di quelle storie da ascoltare attorno ad un fuoco, con il buio che preme alle spalle. Bisogna essere onesti: il libro non è semplice e immediato a causa della sua età. Il linguaggio risale alla fine dell’Ottocento, e necessita di un po’ di allenamento per essere affrontato.
Eppure, una volta entrati nella lunghezza d’onda di Conrad, quella che si scopre è una storia ricca di sensazioni e significato, dove nulla è detto per caso e tutto può essere letto come insegnamento.
Una storia fatta di profonde riflessioni di ogni genere, lampi di luce in una tenebra avvolgente. Perché non c’è dubbio che “Cuore di tenebra” narra innanzitutto di oscurità. Un senso di strisciante turbamento, un’inquietudine inspiegabile, che scaturisce dal profondo del cuore.
Una paura primitiva.
“Quella terra selvaggia, però, l’aveva scoperto presto, e si era vendicata su di lui in modo terribile della fantastica invasione. Credo che gli avesse bisbigliato cose di lui che egli non sapeva, cose che non aveva neppure immaginato prima di consultare la grande solitudine – e quel bisbiglio si era dimostrato irresistibilmente affascinante.”
Qui puoi trovare l’ultima edizione Feltrinelli di Cuore di tenebra impreziosita dall’introduzione di Alessandro Baricco:
Scheda riassuntiva di “Cuore di tenebra”
Titolo | Cuore di tenebra |
Autore | Joseph Conrad |
Genere | Romanzo d’avventura |
Anno | 1899 |
Editore | Feltrinelli |
Ambientazione | Africa |
Focalizzazione | Immersa |
Narrazione | Prima persona |
Tempo verbale | Passato remoto |
Numero pagine | 112 |
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