Il fascino del peccato
Il ritratto di Dorian Gray è forse una delle storie più famose della letteratura. Un vero e proprio capolavoro, capace di perdurare nel tempo e di rivivere in centinaia di trasposizioni. L’opera con cui Oscar Wilde svela l’ipocrisia del mondo, dipingendone i peccati di ieri, oggi e domani.
Un grande classico le cui vicende si intrecciano con la censura e la libertà di espressione, e che racchiude in sé un messaggio rivolto ad ognuno di noi.
Titolo: Il ritratto di Dorian Gray
Autore: Oscari Wilde
Editore: Feltrinelli
L’immortalità de Il ritratto di Dorian Gray
Quando si parla de Il ritratto di Dorian Gray, si fa riferimento a una di quelle storie che tutti, bene o male, conoscono. Non è necessario aver letto il romanzo per essere al corrente della dannazione di Dorian Gray. Nel tempo, infatti, la storia è stata ripresa più e più volte, trasformata in film e rappresentazioni teatrali, e riadattata a seconda delle esigenze. In alcuni casi, addirittura stravolta.
Del resto, Il ritratto di Dorian Gray è proprio questo: una storia che trascende il tempo e, a prescindere dall’epoca, racconta degli aspetti sordidi della vita.
Sono passati ben 130 anni da quel lontano 1890, quando Oscar Wilde pubblicava per la prima volta Il ritratto di Dorian Gray, eppure il romanzo rimane terribilmente attuale.
Sicuramente una buona parte di questo aspetto è dovuto allo stile dello scrittore. Oscar Wilde fu un visionario, capace di anticipare i tempi e proporre una scrittura moderna e impetuosa, che ci parla ancora oggi come se fosse appena stata pronunciata. L’altra parte, invece, è legata al contenuto. Perché Il ritratto di Dorian Gray arriva dove pochissimi altri romanzi sono riusciti: rivolgersi direttamente alla nostra anima.
Lo stesso Oscar Wilde dichiarava:
Ognuno vede il proprio peccato in Dorian Gray.
In questa frase è racchiuso tutto il successo de Il ritratto di Dorian Gray. Il romanzo di Oscar Wilde prescinde dalla trama e dalle vicende, e ci sussurra all’orecchio rendendoci protagonisti. L’immedesimazione raggiunge livelli mai toccati prima, trasportandoci dentro una storia che è la nostra vita. E, soprattutto, mettendoci di fronte a domande che altrimenti non ci saremmo mai posti.
La recensione de Il ritratto di Dorian Gray
Trama
Per Dorian Gray tutto ha inizio con un quadro. Un ritratto di sé, che l’amico Basil Hallword ha dipinto per lui come regalo. Un ritratto sublime, capace di imprimere su tela tutta l’impareggiabile bellezza e la fresca gioventù di Dorian. Nel vedersi impresso in quell’istante immutabile, Dorian Gray rimane schiacciato dal peso della verità: il tempo passa, scivolando tra le dita come acqua. La vita è breve, e viaggia lungo un binario a senso unico, senza possibilità di ritorno.
In quell’istante, Dorian Gray desidera che la vita e i suoi piaceri non lascino traccia sul suo volto, ma che si accaniscano invece su quel ritratto così perfetto e ingiustamente eterno.
Da quel giorno, Dorian Gray si abbandona al dolce richiamo del piacere, spronato dall’amico Henry Watton e dalla sua moralità ambigua. Ogni occasione viene colta, ogni capriccio ascoltato. La vita di Dorian Gray diventa un susseguirsi di impeti irrefrenabili e sublimi soddisfazioni. Nulla sembra più precluso per lui.
E, al buio della stanza in cui Dorian Gray lo ha nascosto, il ritratto inizia a cambiare forma.
Il vero peccato di Dorian Gray
Nella cultura di massa, Il ritratto di Dorian Gray è certamente passato alla storia come il racconto della tentazione del peccato e delle sue conseguenze. Negli anni la storia narrata da Oscar Wilde è stata più volte utilizzata come metafora della corruzione dell’animo umano, oltre che profondo insegnamento di vita.
Tutto questo non è avvenuto per caso. Pur lasciando intendere molto della vita dissoluta di Dorian Gray, durante tutto il romanzo Oscar Wilde non esplicita mai il vero peccato che il giovane nasconde. Dalle pagine si scopre che Dorian Gray bazzica in locali poco raccomandabili, fa uso di oppio e frequenta molte donne. Si racconta persino che molti dei suoi amici più stretti hanno fatto immancabilmente una brutta fine. Leggendo il libro si intuisce che c’è qualcosa di più, nascosto tra le righe. Un qualcosa che ci si aspetta infine di scoprire una volta per tutte, come nel migliore dei romanzi di mistero.
Invece quel segreto, il vero peccato di Dorian Gray, non viene mai svelato.
Una scelta simile potrebbe sembrare deludente, quasi frustrante. Eppure è proprio questo il vero potere de Il ritratto di Dorian Gray. La sua ambiguità diventa terreno fertile per le congetture. Il vuoto narrativo lascia spazio all’immaginazione.

Eppure, in verità, il romanzo è molto meno ambiguo di quanto non si possa pensare. Fu infatti pubblicato nel 1890, solo un anno dopo lo “scandalo di Cleveland Street”, che turbò l’intera Inghilterra. Fu infatti in quell’occasione che venne a galla un giro di prostituzione maschile che coinvolse anche un erede al trono.
All’epoca l’omosessualità era illegale, e il collegamento fu presto fatto: questo era il vero peccato di Dorian Gray. Un aspetto nemmeno troppo velato. Nella sua versione originale, il romanzo è infatti pieno zeppo di evidenti circostanze amorose tra i tre amici Dorian Gray, Henry Watton e Basil Hallword.
Pur non essendo del tutto esplicito, Il ritratto di Dorian Gray fu considerato un affronto, finendo per creare non pochi problemi allo stesso Oscar Wilde.
Il processo ad Oscar Wilde
Il ritratto di Dorian Gray fu pubblicato come romanzo d’appendice sulla rivista Lippincott’s Monthly Magazine. In realtà, la stesura originale di Oscar Wilde fu “ripulita” di molti passaggi ritenuti scabrosi prima di raggiungere il pubblico. Eppure la censura non sollevò il romanzo dal sollevare un incredibile scalpore.
Il ritratto di Dorian Gray fu considerato apertamente scandaloso, attirando su di sé diverse condanne. La critica fu così aspra che Wilde si sentì in dovere di pubblicare una prefazione alla seconda edizione, nella quale tentava di spiegare il suo punto di vista. Un sunto delle sue riflessioni può essere raccolto in queste frasi:
Le persone di cultura sono quelle che in una cosa bella trovano un bel significato. Per loro c’è speranza. Sono gli eletti per cui le cose belle non simboleggiano che la bellezza. Non esistono libri morali o immorali. Esistono libri scritti bene e libri scritti male. Nient’altro.
Tutti sembravano concordi nel riconoscere ne Il ritratto di Dorian Gray la storia di amori scandalosi tra uomini. Eppure, come già detto, all’interno del romanzo non vi è un solo accenno all’omosessualità.

Si capisce chiaramente che tutto ciò fu voluto da Oscar Wilde. Nel suo disegno infatti nulla poteva ricondurre in modo certo alla vera natura del libro. Negli anni successivi Wilde fu processato per omosessualità, e Il ritratto di Dorian Gray fu passato a setaccio, alla ricerca di prove concrete nei suoi confronti. Non fu trovato nulla. Il genio di Oscar Wilde è tutto qui:
Ognuno vede il proprio peccato in Dorian Gray. Quale sia il suo, nessuno lo sa. Chi ci vede qualcosa, ce lo ha messo da sé.
Il ritratto di Dorian Gray è una sorta di messaggio criptato, un capolavoro di magia dell’autore, capace di celare la verità pur raccontandola apertamente.
La censura
Non c’è dubbio che Il ritratto di Dorian Gray fu, negli anni, un romanzo difficile da digerire. La censura che fu costretto a subire prima della pubblicazione infatti fu solo il primo episodio di una lunga serie. La traduzione del romanzo in altre lingue è infatti stata l’occasione, più o meno volutamente, per lavorare nuovamente sul testo.
Le molte traduzioni che sono state fatte in Italia de Il ritratto di Dorian Gray hanno infatti finito col cancellare l’ambiguità originaria del testo, propendendo per delle versioni più soft e lineari. Una scelta discutibile e anche difficile da spiegare. Forse fu fatta in buona fede, nel tentativo di aderire alla reticenza che lo stesso Oscar Wilde aveva dimostrato nell’ammettere il vero segreto del libro. Forse invece fu intenzionalmente mirata a rendere il libro più appetibile e accettabile da un paese non ancora pronto ad affrontare argomenti simili.
Eppure, per quanto involontario o velato sia stato questo processo, è di censura che dobbiamo parlare ancora una volta. Molte di queste traduzioni perdurano ancora oggi, impedendo ai nuovi lettori di godere fino in fondo del significato dell’opera.
Un tentativo di restaurare l’originale è stato fatto da Bompiani. L’edizione 2018 de Il ritratto di Dorian Gray, tradotta da Vincenzo Latronico, ha proprio questo scopo: preservare l’ambiguità originaria del romanzo, restituendoci ciò che ci era finora stato tolto. Il tutto corredato da alcune interessantissime note alla traduzione che ci permettono di scoprire la raffinatezza di linguaggio di Oscar Wilde, e di come le parole, per quanto possano sembrarci casuali, siano sempre scelte con cura dagli scrittori.
L’avvertimento de Il ritratto di Dorian Gray
Con Il ritratto di Dorian Gray Oscar Wilde ha un’intenzione chiara: far passare un messaggio. Nonostante non manchino i momenti di suspense, l’elemento dominante che porta avanti la narrazione non è certamente una trama dal ritmo serrato. Ciò che muove il lettore è l’insegnamento che si può avvertire fin dalle prime pagine, e che solo con la conclusione del libro compare in tutta la sua potenza.
Perché Il ritratto di Dorian Gray parla del male nella sua forma affascinante, un abito che spesso fatichiamo a riconoscere. Questo romanzo ci insegna che tutti noi possiamo essere pericolosi, sia per gli altri che per noi stessi. Dorian Gray è solo un ragazzo, ma finisce per trasformarsi in qualcosa di ben peggiore. Il tutto attraverso un processo così semplice da sembrare quasi naturale.
Qualunque cosa, a farla troppo spesso, diventa un piacere.
Oscar Wilde vuole avvertirci di un male che spesso confondiamo fino a ignorare, ma che si nasconde lì, dove preferiamo non guardare mai.
Dopo più di un secolo Il ritratto di Dorian Gray rimane un romanzo capace di impartire un insegnamento di vita. O, almeno, di regalarci uno strumento nuovo per valutare le nostre azioni.
Se anche tu vuoi leggere la nuova traduzione di Bompiani de Il ritratto di Dorian Gray, qui trovi il link:
Scheda riassuntiva de Il ritratto di Dorian Gray
Titolo | Il ritratto di Dorian Gray |
Autore | Oscar Wilde |
Genere | Classico |
Anno | 1890-1891 |
Editore | Feltrinelli |
Ambientazione | Londra vittoriana |
Narratore | Omodiegetico |
Focalizzazione | Immersa |
Narrazione | Terza persona |
Tempo verbale | Passato remoto |
Numero pagine | 285 |
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