Che cos’è il romanzo d’appendice?
Il romanzo d’appendice: un termine che si sente nominare spesso, ma la cui definizione non è così conosciuta. Detto anche feuilleton, il romanzo d’appendice ha infatti finito col perdere forza ai giorni nostri, cadendo nell’oblio.
Eppure stiamo parlando di una forma letteraria che ha fatto la storia della narrativa. Tutti noi, senza saperlo, conosciamo o abbiamo letto almeno un romanzo d’appendice.
E allora che cos’è esattamente il romanzo d’appendice? Quali sono i romanzi d’appendice più famosi?
In questo articolo troverai un ampio (ma sicuramente riduttivo) elenco dei molti romanzi ancora oggi famosi che furono inizialmente pubblicati a puntate su dei quotidiani. Ma prima di passare agli esempi, partiamo dal principio: la definizione di romanzo d’appendice.
Il romanzo d’appendice o feuilleton
Come anticipato, al giorno d’oggi il romanzo d’appendice ha perso la fama che possedeva un tempo, fino a far perdere le proprie tracce. E proprio a causa di questo non sono in molti a conoscerne il significato. Eppure, il romanzo d’appendice ha una definizione alquanto semplice.
Il romanzo d’appendice è un romanzo che viene pubblicato a puntate su un quotidiano o una rivista.
Si intuisce subito come all’interno della definizione stessa di romanzo d’appendice si nasconde il motivo per cui questa forma letteraria sia attualmente poco conosciuta. Al giorno d’oggi, infatti, le riviste che pubblicano romanzi a puntate sono poche e molto specialistiche, e i quotidiani hanno perso quest’abitudine.
Eppure in passato il romanzo d’appendice andava molto di moda. Non è sbagliato affermare che il romanzo a puntate rappresentasse nell’Ottocento quello che oggi le serie TV rappresentano per noi.
Il romanzo d’appendice nasce infatti con l’intento di intrattenere le grandi masse popolari. Fatto che gli vale di diritto l’ingresso nel mondo dei generi letterari, nonostante non tutti siano propensi a considerarlo un genere vero e proprio.
La storia del romanzo d’appendice
Gli albori del romanzo d’appendice risalgono a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento in Francia, quando il quotidiano parigino Journal des Débats inizia a riportare nella parte bassa delle pagine notizie di taglio culturale. Un primo passo importante, che creava uno spazio ben preciso a fatti e critica letterari.
Il primo a cogliere appieno la potenzialità di questo spazio è però Honoré de Balzac. Nel 1831 lo scrittore inizia infatti ad anticipare alcuni capitoli dei suoi romanzi nei quotidiani, per creare interesse nel pubblico prima ancora dell’uscita effettiva del libro. A conti fatti, la nascita di una tecnica pubblicitaria che, anche se in altre forme, è ancora oggi molto utilizzata, non solo in letteratura.
Ma l’avvento definitivo del feuilleton avviene nel 1836, quando il quotidiano La Presse, sull’onda del successo ottenuto da Balzac, ha la brillante idea di spingersi oltre. La rubrica letteraria del quotidiano viene infatti completamente sostituita da pezzi di romanzi inediti, pubblicati a puntate.

Si trattava per lo più di letteratura semplice, destinata a un pubblico poco colto ma comunque in grado di leggere. Le puntate servivano a dilatare la storia nel tempo, creando suspense nei lettori e sfruttandola per fidelizzarli e spingerli all’acquisto del quotidiano.
La posizione riservata alle puntate dei romanzi all’interno dei quotidiani finì così per dare il nome al genere stesso. Feuilleton, in francese, indica infatti la parte bassa della pagina di un giornale. Lo stesso vale in Italia per il termine appendice.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale il romanzo d’appendice decade, soppiantato da novità emergenti come il fotoromanzo e la fiction televisiva, forme d’intrattenimento che avrebbero finito con il plasmare l’epoca contemporanea.
Ma quali sono i romanzi d’appendice che sono passati alla storia e che ancora oggi tutti noi leggiamo senza saperlo?
I grandi romanzi d’appendice
Al giorno d’oggi non solo si è perso l’abitudine di pubblicare romanzi a puntate su quotidiani e riviste, ma si è anche perso traccia dei romanzi d’appendice di un tempo.
I romanzi inizialmente suddivisi in puntate, infatti, sono poi stati ripubblicati nella versione completa, una volta terminati, perdendo così la loro principale caratteristica.
Oggi quello che all’inizio fu un romanzo d’appendice ci appare come un libro qualunque.
Di conseguenza, solo la conoscenza storica ci può raccontare quali furono i libri inizialmente pubblicati a puntate. Il tutto è reso ancora più difficile dal fatto che queste informazioni non sono (quasi) mai presenti nei libri stessi, e solo una ricerca approfondita può darci delle risposte. Ma se andiamo a sviscerare il passato, una cosa balza subito all’occhio: i romanzi d’appendice sono molti di più di quelli che pensiamo. E molto famosi.
Il numero è così elevato che sarebbe impossibile citare anche solo tutti i libri degni di nota. Il romanzo d’appendice fu infatti un fenomeno letterario che riguardò l’Europa intera e non solo, sfornando centinaia di titoli, molti dei quali insospettabili. Accanto alla letteratura d’intrattenimento si affiancarono molti libri dal respiro più ampio, che finirono presto per seguire le correnti mainstream dell’epoca. Libri destinati a diventare grandi classici della letteratura.
I libri ricordati in questo articolo sono solo alcuni esempi, forse i più significativi.
I feuilleton in Francia
Come già detto, i primi a sfruttare questa tecnica di pubblicazione, creando di fatto il romanzo d’appendice, furono i francesi, con i loro feuilleton. Oltre al già citato Honoré de Balzac, nell’Ottocento furono molti gli scrittori francesi che pubblicarono le loro opere a puntate.
Paradossalmente, uno dei più ricordati è il romanzo storico: I miserabili di Victor Hugo. Paradossalmente perché, in realtà, pur essendo suddiviso in vari volumi, il romanzo non fu pubblicato a puntate su una rivista. Uscì infatti suddiviso in due parti, a distanza di un mese l’una dall’altra (3 Aprile e 15 Maggio 1862).
Tra i più famosi feuilleton (questa volta, per davvero) spicca però un altro romanzo storico: I tre moschettieri di Alexandre Dumas padre. E come non ricordare uno dei primi romanzi realisti della storia, oggi un grande classico della letteratura: Madame Bovary di Gustave Flaubert.
▌I tre moschettieri – Alexandre Dumas
I tre moschettieri di Alexandre Dumas (padre) fu pubblicato a puntate sul giornale Le Siècle nel 1844, segnando l’inizio della trilogia che include anche Vent’anni dopo (1845) e Il visconte di Bregalonne (1850). È considerato uno dei romanzi più famosi della letteratura francese, ed entra nella classifica dei più tradotti di sempre.
▌Madame Bovary – Gustave Flaubert
Madame Bovary fu pubblicato per la prima volta sulla rivista francese La Reuve de Paris in forma di romanzo a puntate, tra l’Ottobre e il Dicembre del 1856, e costò a Gustave Falubert un processo per immoralità e oscenità. A conti fatti, il processo diede grande risonanza all’opera, tanto che la prima tiratura del romanzo venne esaurita in soli due mesi.
La grande letteratura in Russia
Forse sarà una sorpresa, ma i due più grandi scrittori russi di tutti i tempi pubblicarono alcuni dei loro romanzi a puntate. Stiamo ovviamente parlando di Lev Tolstoj e Fëdor Dostoevskij, che sfruttarono entrambi, all’incirca negli stessi anni, la rivista Russkij Vestnik (Il messaggero russo) come vetrina delle loro opere.
Non stiamo parlando di opere minori, ma forse dei romanzi d’eccellenza di questi due scrittori. Tolstoj aprì le danze con Guerra e pace, pubblicato a cavallo di ben 4 anni (1865-1869), per poi proseguire con Anna Karenina.
Dostoevskij pubblicò il suo capolavoro indiscusso, Delitto e Castigo (1866), tornando diversi anni dopo sulla rivista con la sua ultima creazione: I fratelli Kramazov (1979-1980), che lo vide morire solo quattro mesi dopo la pubblicazione.
▌Anna Karenina – Lev Tolstoj
Anna Karenina fu pubblicato in due anni, dal 1875 a 1877. La sua conclusione però fu travagliata. A causa delle posizioni antinazionaliste di Tolstoj, il libro fu interrotto dalla stessa rivista, che lo concluse sbrigativamente con un finale formato riassunto. Tolstoj fu costretto a terminare la pubblicazione dell’opera a proprie spese.
▌Delitto e castigo – Fëdor Dostoevskij
Delitto e castigo rappresenta il primo grande romanzo di Fëdor Dostoevskij, scritto pochi anni dopo il suo ritorno dalla prigionia e l’esilio in Siberia. Pubblicato in 12 puntate con cadenza mensile nell’anno 1866, è considerato il capolavoro dell’autore, e una delle massime espressioni della letteratura mondiale.
Le serial novel del Regno Unito
Quando si parla di serial novel e, più in generale, di romanzo d’appendice in quanto genere, non si può non partire da Charles Dickens. Si tratta infatti dello scrittore per eccellenza di romanzi d’appendice, tanto da arrivare a fondare la sua intera carriera letteraria sulle storie a puntate. Oliver Twist, David Copperfield, Hard Times: sono tantissimi i libri che pubblicò con cadenza periodica su riviste e quotidiani, convinto che l’attesa fosse l’arma vincente per catturare l’attenzione del pubblico.
Più in generale, nel Regno Unito il romanzo d’appendice venne sfruttato intensamente sul finire dell’Ottocento e, in larga misura, nel Novecento, sia per la pubblicazione di grandi classici che per la promozione di romanzo d’intrattenimento.
Tra i grandi classici non si può non citare uno degli scrittori inglesi più influenti di sempre, ovvero Joseph Conrad, che pubblicò Cuore di tenebra a puntate. Ma non solo: sempre su una rivista venne pubblicato quello che è considerato uno dei romanzi più importanti del XX secolo: Ulisse di James Joyce.
Riguardo la letteratura di intrattenimento, molto sviluppati furono i romanzi gialli, da Agatha Christie con Dieci Piccoli Indiani a Sir Arthur Conan Doyle con Il mastino di Baskerville. Trovò spaziò addirittura la fantascienza, grazie a La macchina del Tempo e di H.G. Wells, pubblicato per ben due volte a puntate su due riviste diverse, come risultato di una vita editoriale alquanto turbolenta.
▌Cuore di tenebra – Joseph Conrad
Cuore di tenebra fu pubblicato nel 1899 in tre puntate sulla rivista scozzese Blackwood’s Magazine, per celebrare la millesima edizione di quest’ultima. Il racconto narra la vera storia del viaggio di Joseph Conrad alla scoperta dell’Africa selvaggia, a bordo di un battello a vapore lungo le acque del fiume Congo. La storia della ricerca del famoso signor Kurtz.
Dieci piccoli indiani – Agatha Christie
Dieci piccoli indiani fu pubblicato per la prima volta in 23 puntate senza divisione di capitoli sulla rivista Daily Express, in appena un mese (6 Giugno – 1 Luglio 1939). Considerato da Agatha Christie il libro più impegnativo che abbia mai scritto, detiene il record di romanzo giallo più venduto di sempre con ben 110 milione di copie.
I romanzi a puntate d’America
In America furono molti gli autori che parteciparono al filone dei romanzi d’appendice, soprattutto nel Novecento. Tra questi spicca sicuramente il nome di Ernest Hemingway, premio nobel per la letteratura nel 1954, che pubblicò a puntate un romanzo come Addio alle armi (1929).
Ma sono da ricordare anche Francis Scott Fitzgerald e Frances Hodgson Burnett. Il primo pubblicò sulla rivista Metropolitan Magazine Belli e dannati (1922), romanzo che riscosse un grande successo. La seconda scrisse invece Il giardino segreto, libro entrato nella cultura di massa e dal quale sono stati tratti moltissimi adattamenti cinematografici.
▌Addio alle Armi – Ernest Hemingway
Addio alle armi fu pubblicato a puntate sulla rivista Scribner’s Magazine nel 1929, e si ispira all’esperienza vissuta da Hemingway in Italia durante la Prima Guerra Mondiale, in concomitanza con la battaglia di Caporetto. Paradossalmente, il libro fu vietato in Italia fino al 1946 dal regime fascista, che lo ritenne lesivo nei confronti dell’onore delle Forze Armate.
▌Il giardino segreto – Frances Hodgson Burnett
Il giardino segreto della scrittrice anglo-americana Frances Hodgson Burnett fu pubblicato nel 1910 a puntate sul The American Magazine, un periodico americano che si rivolgeva ad un pubblico adulto. Solo quando il libro fu pubblicato in un unico volume divenne accessibile per i ragazzi riscuotendo un immediato successo, in particolare tra i giovani soldati inglesi coinvolti nella Prima Guerra Mondiale.
Il romanzo d’appendice in Italia
E per finire l’Italia. Come negli altri paesi, anche in Italia il romanzo d’appendice ebbe una forte presa sul pubblico. Buona parte del merito va alla casa editrice Salani Editore, che fu attenta a cogliere gli sviluppi dei romanzi d’appendice europei e decise di ripercorrerne i passi.
Nonostante siano molti gli scrittori che ebbero successo grazie ai romanzi d’appendice, in Italia questo genere letterario viene principalmente ricordato nell’ambito della letteratura per ragazzi.
Primo tra tutti fu Carlo Collodi che, quasi per scherzo e senza troppa convinzione, pubblicò le prime puntate di quella che sarebbe poi diventata una delle storie per bambini più conosciuta di sempre: Le avventure di Pinocchio. Un successo che Collodi non si aspettava per nulla. Lo scrittore arrivò infatti a definire il racconto “una bambinata”.
L’altro grande fenomeno letterario risponde al nome di Emilio Salgari, tra i più prolifici scrittori italiani mai esistiti e padre di una figura leggendaria: Sandokan. E proprio le prime vicende di Sandokan furono pubblicate su una rivista veronese, città natale dello scrittore.
▌Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino – Carlo Collodi
L’inizio delle vicende di Pinocchio furono pubblicate a puntate sul Giornale per i bambini tra il 1881 e il 1882 con il nome di La storia di un burattino. Nell’ultimo episodio Collodi arrivò a far morire Pinocchio impiccato, deciso a concludere il racconto. Fu poi costretto dall’insistenza dei lettori a proseguire, completando l’opera per come oggi la conosciamo: Le avventure di Pinocchio.
▌Le tigri di Mompracem – Emilio Salgari
Le tigri di Mompracem apparve per la prima volta a puntate sulla rivista La Nuova Arena fra il 1883 e il 1884 con il titolo La tigre della Malesia, per poi essere ripubblicato nel 1900 in un unico volume con il titolo definitivo. Il libro segna l’inizio del ciclo dei pirati della Malesia, la saga di romanzi d’avventura con cui Salgari diede vita ad un personaggio destinato a diventare iconico: Sandokan.
Insidie e potenzialità del romanzo d’appendice
Abbiamo appena visto un elenco (non esaustivo) dei romanzi d’appendice che, pur avendone dimenticato le origini, sono ricordati e letti ancora oggi. Ora è chiaro quanto il romanzo d’appendice sia stato un vero e proprio fenomeno letterario, che coinvolse scrittori famosissimi e grandi masse di pubblico.
Molti di questi libri furono pubblicati su quotidiani e riviste per “comodità”, ovvero per sfruttare la rampa di lancio che simili mezzi di comunicazione fornivano agli scrittori. Scegliere di serializzare il proprio romanzo su un quotidiano era una vetrina di impatto incredibile, che permetteva alle opere di arrivare ai lettori in modo unico.

Eppure altrettanti scrittori non si limitarono a vedere nei quotidiani un semplice strumento. Un romanzo d’appendice non nasceva al momento della pubblicazione, ma dalla scrittura. Nacque infatti una vera e propria scuola di pensiero, che ambiva a ideare e progettare i romanzi con l’intento dichiarato di sfruttare al meglio la serializzazione. Una vera e propria arte, insomma.
Romanzo d’appendice: il caso Charles Dickens
Tra gli scrittori che più seguirono questa via, facendo del romanzo d’appendice la loro professione, vi è sicuramente Charles Dickens.
Dickens costruì la sua carriera sui romanzi a puntate, consapevole di ciò che stava facendo. La sua era una scelta dichiarata, protesa a fare delle sue storie una serie di puntate. Un’operazione non priva di insidie, che Dickens conosceva alla perfezione. Una tra tutte la dilatazione nel tempo della lettura. Un aspetto, questo, che poteva influire sulla comprensione della storia. Ecco un estratto del suo pensiero:
Non si può pretendere che molti lettori, costretti a seguire un racconto a puntate per diciannove lunghi mesi, ne scorgano le relazioni sottili e il piano completo che l’autore ha sempre davanti agli occhi come un tessitore il telaio. Tuttavia, che io giudichi i vantaggi di questo sistema superiori agli svantaggi non vi è dubbio, dal momento che l’ho rimesso in uso con Pickwick, dopo che da tempo era caduto in disuso, e da allora l’ho sempre seguito
Dickens è la dimostrazione di come il romanzo d’appendice, in quanto genere, sia stato capace di vivere di vita propria per molti anni, trasformando il nostro modo di concepire le opere letterarie.
Il romanzo d’appendice nella storia della letteratura
Il romanzo d’appendice è senza dubbio una tappa importante dell’evoluzione delle letteratura, uno dei primissimi passi (assieme alla nascita dei generi letterari) verso una lettura estesa alle grandi masse. La sua crescita è stata esponenziale, e la sua popolarità è perdurata per più di un secolo.
Come spesso accade alle mode, il romanzo d’appendice ha poi finito col perdere velocemente presa sul pubblico, soppiantato da altre forme letterarie e, soprattutto, dall’avvento del cinema. Oggi le serie TV ne fanno le veci, e il romanzo d’appendice è a malapena ricordato. I più grandi romanzi pubblicati a puntate sono ora singoli volumi, conosciuti come libri “qualunque”. Forse una fine ingloriosa, ma che ci ha lasciato in eredità alcuni dei più grandi capolavori della storia della letteratura. Solo per questo varrebbe la pena di ricordarlo.
Eppure il format nato con il romanzo d’appendice è ancora largamente utilizzato, sia dalla radio che dalla TV. Puntate, anticipazioni, ripetitività degli schemi narrativi, fidelizzazione del pubblico: sono tutte tecniche che conosciamo, di cui abbiamo esperienza.
Una strada tracciata da tempo, e che vede le sue radici nella letteratura del passato.
4 Commenti
Ciao Giovanni ,stavo cercando qualcosa sui romanzi di appendice e mi sono imbattuto nel tuo sito .Ho in corso una ricerca storica sulla vita alla fine dell’ottocento e per fare ciò mi sono ” appoggiato ” ai giornali dell’epoca . Quasi tutti, per i motivi che spiegavi , avevano un romanzo d’appendice ; consultando il sito “Internet culturale -Emeroteca digitale ” ho scaricato alcuni numeri di questi giornali perché vorrei,in seguito, assemblare tutte le “puntate ” di qualcuno di questi ,” feuilleton ” per divulgarli .
Volevo consultare il giornale “La nuova arena ” del 1884 per leggere qualcosa di Emilio Salgari ma , con mia grande delusione , ho riscontrato che tale giornale non è stato digitalizzato .Cercherò di trovare qualcosa del Pinocchio di Collodi .
Ti faccio i complimenti per il tuo articolo che mi è molto piaciuto perché , anche se sono anziano e di una certa cultura , non mi è apparso per nulla ovvio.
Saluti
Ciao Mauro,
Ti ringrazio infinitamente. Io non sono così “anziano” e non ho dalla mia parte quell’esperienza che solo l’età può portare. Per questo i tuoi complimenti per me valgono il doppio. Penso che la qualità dei contenuti sia fondamentale, e non è sempre facile centrare questo obiettivo. Mi fa molto piacere sapere che questo articolo non è solo una sequenza di parole fini a se stesse.
Il tuo progetto mi intriga molto. Riportare alla luce il passato mi ha sempre affascinato molto. Quando arriverai a divulgare il frutto del tuo lavoro segnalamelo, mi piacerebbe leggerlo.
Penso che la tua attività di divulgazione dia una spinta notevole allla lettura. Data la mia età e il mestiere che ho svolto nella mia vita, sono “navigata” e non trovo novità nei tuoi articoli, ma sono scritti molto bene e stimolanti. Complimenti.
Ciao Donatella. Ti ringrazio per i complimenti! Mi piace fare il possibile per divulgare delle conoscenze che possano arricchire chi non ne era ancora al corrente. Il fatto che una persona già “istruita” apprezzi ugualmente quello che faccio è uno stimolo ulteriore!