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Lo Hobbit – J.R.R. Tolkien

di Giovanni Munari 7 Giugno 2019
scritto da Giovanni Munari 7 Giugno 2019
lo hobbit è un libro fantasy di tolkien sulla terra di mezzo

Lo Hobbit, ovvero: “ecco a voi la Terra di Mezzo”

Chi non conosce “Lo Hobbit” al giorno d’oggi? È il libro che ha preceduto “Il Signore degli Anelli“, ovvero quello che viene considerato da tutti il capostipite del fantasy epico, una saga capace di riscrivere il genere e di dare il via ad una folta produzione successiva.

Eppure, fino a pochi anni fa, “Lo Hobbit” non era così conosciuto, surclassato dalla fama del suo successore. Del resto, “Il Signore degli Anelli” è uno dei libri più venduti di sempre, oltre che un film di successo. Il regista Peter Jackson, da questo punto di vista, ha saputo davvero rendere onore al romanzo. Ti basti pensare che il terzo capitolo della saga, “Il ritorno del re” è uno degli unici tre film che hanno vinto ben 11 Oscar.

Solo di recente, e proprio grazie a Peter Jackson e al cinema, anche “Lo Hobbit” ha raggiunto il grande pubblico. Eppure stiamo parlando di un romanzo per nulla marginale, che ha presentato per la prima volta al mondo intero un luogo così dettagliato da assumere connotati reali nella mente degli appassionati: la Terra di Mezzo.

Lo Hobbit tra libro e film

Proprio perché è stato il cinema a dare a “Lo Hobbit” la giusta fama recente, a mio avviso non è possibile parlare del romanzo senza prima partire dal film. Dire che le differenze tra l’uno e l’altro sono molte è infatti riduttivo, ed è quindi necessario fare una distinzione. A essere più precisi (e più critici) la trasposizione di Peter Jackson conserva davvero poco del libro di Tolkien.

La trilogia del film

Innanzitutto, il film è suddiviso in una trilogia, a ricalco de “Il Signore degli Anelli”. L’opera è quindi composta da tre film:

  • Lo Hobbit: un viaggio inaspettato
  • Lo Hobbit: la desolazione di Smaug
  • Lo Hobbit: la battaglia delle cinque armate

Questa è una prima, grande differenza. Il romanzo è infatti unico, e decisamente più breve. Ma come può Peter Jackson aver allungato così considerevolmente la storia da riuscire a produrre tre film?

lo hobbit la contea di bilbo baggins
Casa Baggins nella Contea, il luogo da cui tutto ha avuto inizio

Il film come anticipazione de “Il Signore degli Anelli”

Semplice: nel film, “Lo Hobbit” viene presentato come un vero e proprio prequel de “Il Signore degli Anelli”, con continui richiami e abbozzi di progettazione del futuro che attenderà la Terra di Mezzo e i suoi protagonisti. E questa è la seconda differenza, in quanto il romanzo non è nulla di tutto questo.

Il libro de “Lo Hobbit” è infatti nato come fiaba per bambini, e ha un tono totalmente diverso dalle opere successive. Certo, tutti gli appassionati sanno che all’interno de “Lo Hobbit” è racchiusa una vicenda chiave senza la quale “Il Signore degli Anelli” non avrebbe potuto esistere: il ritrovamento dell’Unico Anello.

Non si può certo negare che J.R.R Tolkien, nella sua mente, avesse già idea di ciò che sarebbe accaduto dopo (e prima) nella terra da lui creata. Ma questo in sé non fa de “Lo Hobbit” un prequel. Se avete visto il film, quindi, dimenticatevi tutto ciò che rimanda apertamente a una storia che, all’epoca della stesura de “Lo Hobbit”, non era ancora stata scritta.

Le differenze tra libro e film non si fermano qui. Se vuoi conoscerle tutte non ti resta che leggere il libro. Ma prima ritagliati del tempo per dare un’occhiata alla mia recensione: ti aiuterà a capire a cosa vai incontro.

Come sempre, puoi consultare la guida alle mie recensioni per capirne la strutturazione. E, se sei uno dei pochi che ancora non conosce la storia di questo romanzo, ti prometto che non farò spoiler!


lo hobbit di j.r.r. tolkien adelphi

Titolo: Lo hobbit o la Riconquista del Tesoro
Autore:
J.R.R. Tolkien
Editore:
Adelphi

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La recensione de “Lo Hobbit”

Introduzione

“Lo Hobbit” (il titolo integrale sarebbe “Lo Hobbit o la Riconquista del Tesoro”) è un libro di John Ronald Reuel Tolkien, importante accademico studioso della lingua anglosassone, e fu pubblicato nel 1937.

Nato come fiaba per bambini, di fatto “Lo Hobbit” presenta per la prima volta al pubblico la grande creazione di Tolkien stesso, ovvero la Terra di Mezzo e l’universo ad esso annessa. Un’eredità che verrà tramandata all’opera colossale pubblicata successivamente, ovvero “Il Signore degli Anelli”.

Un libro dal carattere scherzoso e leggero, nel quale però si intravvedono già molti dei temi futuri dell’autore, e sul quale aleggia un’ombra di pericolo destinata a svilupparsi negli scritti successivi. Pubblicato in moltissime edizioni e revisionato nel corso del tempo con effettive modifiche, rappresenta l’inizio dell’universo fantasy più vasto e famoso di sempre.

Trama

Biblo Baggins di casa Baggins è uno hobbit come tanti altri, il che significa che vive la sua normalissima vita nella lontana Contea. Il suo unico scopo è quello di stare alla larga dalle avventure, “brutte, fastidiose cose” che “fanno far tardi a cena“, come lui stesso afferma.

Eppure Bilbo non ha idea di quanto la sua esistenza sia destinata a cambiare, quando lo stregone Gandalf bussa alla sua porta. E così Bilbo si ritrova in viaggio assieme a una compagnia di tredici nani, direzione Erebor, la Montagna Solitaria. I nani hanno un piano per giungervi e riprendersi quella che era un tempo la loro casa, riappropriandosi così del tesoro in essa nascosto.

Bilbo non dovrà far altro che seguirli e, una volta giunti a destinazione, dare prova della sua abilità di scassinatore. Un’impresa alquanto semplice, se non fosse per un piccolo, grande particolare: Erebor è nelle mani di Smaug, un terribile drago sputafiamme.

Ambientazione

L’ambientazione è la famosissima Terra di Mezzo, l’incredibile universo creato da Tolkien che ancora oggi stupisce per profondità e accuratezza. Partendo dalla Contea e passando per Gran Burrone, attraversando le profondità delle Montagne Nebbiose e il folto del Bosco Atro, fino ad arrivare sulle sponde del Lago Lungo e alle pendici della Montagna Solitaria, dalle pagine de “Lo Hobbit” trasudano scenari così diversi che paiono appartenere a libri distinti.

lo hobbit il libro di bilbo baggins

La peculiarità della Terra di Mezzo e ciò che la rende incredibile è proprio questo: la sua varietà. Tolkien è stato in grado di ideare un mondo talmente accurato da sembrare vero. Ogni luogo ha una sua storia, ogni popolo una sua cultura. Le pianure, le colline, le foreste, persino gli alberi hanno un nome, come se Tolkien stesso avesse esplorato quelle terre per la prima volta e si fosse divertito a tracciarne una cartina.

L’ambientazione è preponderante, e trasuda dalle pagina tramite descrizioni ricche e mai banali. Bisogna ammettere che, alle volte, questo soffermarsi sul paesaggio contrasta il nostro gusto moderno fatto di narrazione diretta e veloce, ma gli scritti di Tolkien sopperiscono a questo con la capacità evocativa delle parole.

Ne consegue un libro che narra di luoghi sconosciuti così ben delineati da sembrarci lì, davanti ai nostri occhi, in un effetto di immedesimazione completamente riuscito. Leggere Tolkien significa viaggiare in prima persona attraverso terre incontaminate.

Personaggi

I personaggi di Tolkien rispettano appieno la sua smisurata fantasia. Non solo: molti di essi hanno fatto storia. Le opere di Tolkien hanno infatti tracciato le caratteristiche di alcune razze fantasy come oggi le conosciamo. Tra queste come non citare elfi e nani, ripresi da moltissimi autori successivi (forse con una leggera colpa di tradizionalismo), le cui sembianze sono a tutti noi ben note.

Eppure l’universo Tolkien non finisce qui. Gli hobbit, in particolare, sono la sua creazione più importante e distintiva, e sono solo la punta dell’iceberg di un panorama così ampio da non poter essere descritto in un semplice articolo.

È doveroso comunque soffermarsi sulla figura di Bilbo Baggins, il protagonista. Il libro è infatti costruito attorno alla sua figura. Bilbo è infatti una persona qualunque, trascinata in un’avventura più grande di sé, alla scoperta di un mondo sconosciuto. L’espediente perfetto per accompagnare a braccetto il lettore attraverso un’ambientazione altrimenti schiacciante.

Atmosfere

Le atmosfere de “Lo Hobbit” sono peculiari. Il libro è infatti nato come fiaba per bambini, e ne mantiene salda l’impostazione. Il risultato è un’atmosfera leggera, divertente e scanzonata, che si percepisce sia nei personaggi che nelle ambientazioni.

Siamo quindi ben lontani dalle atmosfere al tempo stesso tese e magnifiche de “Il Signore degli Anelli”. “Lo Hobbit” è volutamente meno epico e definitivo, e lascia intravvedere una certa autoironia anche nei momenti di maggior pericolo.

Eppure, come ogni fiaba che si rispetti, le atmosfere lievi nascondono molto di più. Sotto un tiepido involucro si nascondono infatti sensazioni molto più profonde, come quelle legate al disagio dell’emarginazione e alla tristezza dell’esilio. Atmosfere quindi strettamente legate ai temi portanti dell’opera.

Tema centrale

Come detto precedentemente, nonostante il carattere fiabesco (e proprio per quest’ultimo) “Lo Hobbit” nasconde una moltitudine di temi chiaramente percepibili tra le righe del romanzo.

Primo tra tutti vi è certamente l’accettazione: Bilbo Baggins, unico hobbit in una compagnia di nani, si ritrova costretto a dimostrare di essere degno di fiducia a compagni che lo vedono invece come un peso. Un processo lungo e difficile, incentrato sulla diversità di cultura e abitudini, capace di creare un parallelo estremamente lucido con il mondo attuale.

Altro tema di fondamentale importanza è quello del concetto di “casa“, inteso come luogo d’origine al quale sentirsi appartenenti. I nani, costretti all’elisio e a lottare per riprendere ciò che gli è stato sottratto, sono accostati a Bilbo Baggins, che ha una casa pronta ad attenderlo comunque vada la missione. Il contrasto che ne risulta è un magnifico spunto per una riflessione generale su un tema che, al giorno d’oggi, è forse affrontato con troppa superficialità.

In poche parole, “Lo Hobbit” sa essere fiaba per bambini e, al tempo stesso, lezione per gli adulti. Perché è attraverso le storie più semplici che si possono trarre gli insegnamenti più importanti.

Considerazioni finali

Come hai intuito, quanto si parla di “Lo Hobbit”, non si può non prendere in considerazione tutto l’universo tolkeniano e le sue opere successive. A differenza delle altre opere di Tolkien, però, in questo caso siamo di fronte ad un romanzo dai toni decisamente diversi.

“Lo Hobbit” è una fiaba senza limitazioni di età, perfetta per un pubblico adulto e per nulla scontata. Stiamo parlando di un libro capace di far sorridere e di lasciare a bocca aperta, in cui il cosiddetto “viaggio dell’eroe” è rispettato alla perfezione.

Un romanzo universale, che è rimasto nel cuore di milioni di lettori per il suo essere diretto e fantastico. Un libro che risveglia in noi il nostro lato sognatore, e che riaccende la nostra voglia di immaginare.

Il fantasy nella sua forma più riuscita.

Curiosità su “Lo Hobbit”

Incipit e origini

La nascita de “Lo Hobbit” è celebre tanto quanto il suo incipit. Tolkien ha infatti raccontato come, mentre correggeva dei compiti di letteratura inglese, sia stato folgorato da un’idea e, per non lasciarsela sfuggire, abbia scritto a margine del foglio di uno studente quella che poi sarebbe divenuta la prima frase: “In un buco del terreno viveva uno Hobbit”.

L’incipt è stato addirittura ripreso nella versione cinematografica di Peter Jackson. Nei primissimi minuti del film, infatti, la voce fuori campo di Bilbo recita l’inizio del romanzo:

In una caverna sotto terra viveva uno hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di resti di vermi e di trasudo di fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima.

Lo Hobbit – J.R.R. Tolkien

Sicuramente uno degli incipit descrittivi più riusciti della letteratura di tutti i tempi.

Diverse versioni

La differenza sostanziale tra le versioni de “Lo Hobbit” esistenti riguarda forse la scena più emblematica e famosa, perché origine della grande storia de “Il Signore degli Anelli”. Stiamo parlando dell’incontro tra Bilbo Baggins e Gollum nelle profondità di Moria, e del recupero del pericolosissimo Unico Anello.

Nella prima versione, infatti, Bilbo Baggins vince l’Anello dall’essere Gollum ad una gara di indovinelli. Nella seconda, invece, pur mantenendo il gioco degli indovinelli, l’acquisizione dell’Anello da parte di Bilbo viene accostata maggiormente ad un furto fortuito.

Ne “Il Signore degli Anelli” sarà proprio Gandalf a riprendere questa disparità di versioni, e ad attribuirla allo stesso Bilbo, affermando che lo hobbit aveva fornito diverse versioni del suo racconto.


Se ancora non hai letto questo famosissimo romanzo, qui trovi l’edizione Adelphi de “Lo hobbit” ispirata al film:


Scheda riassuntiva de “Lo Hobbit”

TitoloLo Hobbit
AutoreJ.R.R. Tolkien
GenereFantasy
Anno1937
EditoreAdelphi
AmbientazioneTerra di Mezzo
NarratoreEterodiegetico
FocalizzazioneOnniscente
NarrazioneTerza persona
Tempo verbalePassato remoto
Numero pagine

Tu hai letto questo romanzo, o hai solo visto i film? Sei pronto per immergerti nel più grande mondo fantastico mai creato? Che tu ami il fantasy o no, “Lo Hobbit” rimane una lettura imprescindibile per chiunque adori leggere.

Fantasy
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Giovanni Munari

Sono Giovanni Munari, nato a Vicenza ma con la voglia di fuggire. Segni particolari: i libri e la mia chitarra elettrica. Quando posso, viaggio, per il gusto di scoprire. Ho una relazione complicata con la realtà, di quelle da tira e molla. È così sbagliato vivere di sogni?

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2 Commenti

Enrico 17 Giugno 2019 - 05:10

Ottima recensione Giovanni!
‘Lo Hobbit’ è il mio libro preferito di sempre. Lo leggo quasi tutti gli anni, quando arriva l’autunno.
Ricordo che da bambino leggevo un sacco di libri fantasy (Harry Potter era appena uscito) e a 11 anni mi consigliarono Lo Hobbit. Lo adorai fin da subito, dato che presentava tutti gli elementi che preferivo del genere fantasy: draghi parlanti, stregoni, spade magiche con nomi epici, indovinelli, guerrieri che si trasformano in animali, mostri, foreste misteriose, eserciti, battaglie…tutto! Allora non sapevo che Tolkien aveva spianato la strada al fantasy moderno.
Se ‘Don Chisciotte’ rappresenta il tramonto dell’epoca cavalleresca narrando di un lettore che, goffamente, decide di andare all’avventura, ‘Lo Hobbit’ ne è il perfetto erede. Anche qui un uomo casalingo di mezza età decide di imbarcarsi in un’impresa epica. Don Chisciotte è una parodia romantica del genere, Lo Hobbit è un secondo Big Bang: si riparte da dove si era rimasti.
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Quel ‘??????̀ ????? ????? ????????’, per me, è l’inizio del fantasy moderno. Come per dire: siamo rimasti in casa troppo a lungo, è ora di andare là fuori, di esplorare nuovamente le foreste piene di mostri e affrontare i draghi. Davvero sublime.

Apprezzo molto che tu abbia citato il tema della casa. Secondo me uno dei più belli e spesso sottovalutati nelle analisi del libro. Penso che Peter Jackson abbia fatto un ottimo lavoro nel primo film nel renderla una motivazione chiave del piccolo Bilbo.

A proposito del film, c’è un bel documentario in 3 parti su youtube (https://www.youtube.com/watch?v=uTRUQ-RKfUs) dove la regista spiega la difficoltà di realizzarlo. Ci sono addirittura interviste ad alcuni attori del film nelle quali raccontano come il progetto si sia snaturato mano a mano che nuovi produttori finanziavano il progetto. Con una trilogia di 750 milioni di dollari e 5 diverse case di produzione, Peter Jackson era tirato per la giacca da tutti. Molte delle scelte criticabilissime (Tauriel e Kili) sono state imposte dall’alto. Un vero peccato. Tuttavia i film hanno comunque fatto un ottimo lavoro nella caratterizzazione dei nani (apprezzo molto il Thorin shakespeariano) e ci hanno regalato il miglior drago cinematografico di sempre.

Continua così Giovanni, ottima recensione davvero!

p.s. c’è un piccolo refuso: i nani sono 13

Rispondi
Giovanni Munari 18 Giugno 2019 - 17:42

Ciao Enrico, e grazie per l’apprezzamento! Il tema della casa per me è una chiave di lettura imprescindibile per questo libro. Complimenti per il commento, aiuta ad arricchire l’articolo (e mi toglie anche qualche curiosità riguardo al film)!
E grazie per la segnalazione del refuso!!! Sono subito andato a correggere!

Aspetto altri tuoi interventi nei miei articoli, sono davvero un valore aggiunto!

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Buongiorno ragazzi! Come prima recensione di questo 2021 ho scelto per voi Andromeda, il libro d'esordio di uno dei più grandi scrittori di thriller della storia: Michael Crichton. 

Devo avvertirvi subito: se state cercando una lettura capace di distrarvi dalla dura realtà che stiamo vivendo, forse questo libro non fa al caso vostro. Perché Andromeda è dannatamente attuale. Eppure penso che sia una lettura obbligata, soprattutto in questo momento, perché può aiutarci a capire molto del presente. E, soprattutto, degli errori che abbiamo commesso nel passato.

Andromeda è un thriller d'autore, in cui è racchiuso tutto il potenziale di Michael Crichton. Ma è, o forse è più corretto dire era, un monito per tutti noi. 

Andromeda è la dimostrazione di come spesso la letteratura sappia vedere al futuro con occhi saggi e preveggenti. La storia di Crichton, come molte altre, è stata presa solo per quello che era: un semplice racconto di fantasia. 

Le conseguenze di questo tragico errore sono davanti a tutti. 

Leggere Andromeda significa capire quanto possiamo imparare dai libri. E quanto rischiamo di perdere se smettiamo di farlo.

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E voi lo avete letto? Vi piacciono i thriller scientifici? 

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Buongiorno ragazzi! Il 2021 è appena iniziato. Ch Buongiorno ragazzi! Il 2021 è appena iniziato. Chiuse le riflessioni sull'anno appena trascorso, è il momento di guardare a quello che verrà.

All'inizio di ogni anno, scelgo un libro che dovrò assolutamente leggere. Un libro che non potrò rimandare all'anno successivo.

Quest'anno la scelta è ricaduta su "Guerra e pace" di Tolstoj. 

È da tantissimo tempo che vorrei leggerlo, ma un po' per la mole, un po' per gli impegni, finisco sempre per rimandarlo.

È arrivato il momento. Non sono ammesse altre deroghe! 😂

E voi? Vi siete fissati un obiettivo di lettura per questo 2021? Qual è?

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Buongiorno ragazzi! Anche quest'anno il Natale si avvicina. Un Natale particolare, diverso da tutti gli altri. Di certo, un Natale che nessuno di noi si sarebbe potuto aspettare.

In questo anno difficile, dove i pensieri cattivi hanno avuto spesso il sopravvento sul resto, è proprio in un momento come il Natale che possiamo trovare la scintilla in grado di accendere la luce. Perché il Natale è fatto di atmosfere calde e accoglienti, ma anche di un mondo di fantasia che si fonde con la realtà in un quadro magnifico. 

E qui entrano in gioco i libri, capaci di prenderci per mano e accompagnarci attraverso le meraviglie dell’immaginazione. Ma quali libri vale la pena leggere durante il periodo natalizio?

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Buongiorno lettori! Io, robot susciterà in voi il ricordo del famoso film con Will Smith, in cui dei robot sfuggivano al controllo dell'uomo. Eppure chi di voi sa che Io, robot è stato, prima di tutto, un libro? 
E la cosa particolare è che Io, robot di Isaac Asimov ha poco da spartire con l'omonimo film.

Io, robot di Isaac Asimov è una delle pietre miliari della lettura moderna. L'immaginario comune fantascientifico deve sicuramente molto a questo libro, ma non solo. Perché Io, robot ha influenzato anche scienza e giurisprudenza, ridisegnando il pensiero dell'uomo contemporaneo.

Io, robot è una raccolta di racconti che narrano dei robot e delle loro interazioni con gli esseri umani. Dai robot più semplici fino a quelli capaci di mescolarsi all’uomo: Asimov si diverte a metterci dinnanzi a migliaia di situazioni diverse, in un'analisi che non è mai solo scientifica, ma è prima di tutto etica. Perché Io, robot narra delle complesse domande morali che l'esistenza dei robot ci porrebbero dinnanzi.

Ma Io, robot è soprattutto famoso per l'introduzione di un concetto tutt'oggi utilizzato nell'approccio alle intelligenze artificiali: le tre leggi della robotica. 

Quelle che erano nate come un semplice espediente narrativo sono diventate il punto cardine degli studi attuali sui robot. La dimostrazione di come la letteratura sia un punto di partenza fondamentale per il pensiero umano.

Io, robot è sicuramente un libro che tutti dovrebbero leggere prima di morire. Il capolavoro di Asimov rientra in quella stretta cerchia di libri che hanno saputo sfondare il concetto di narrativa di genere, diventando a pieno diritto dei grandi classici. 

Un libro che ancora oggi sa insegnarci molto di noi e della nostra relazione con chi ci sta attorno.

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E voi conoscevate questa raccolta? Vi piacciono le storie di Asimov?
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Buongiorno lettori! Siamo da poco entrati nel mese di Ottobre. Le calde giornate di sole dell'estate stanno lasciando spazio a freddo e pioggia, spingendoci sempre di più a rintanarci nelle nostre case. Non è un caso se l'autunno è per molti il periodo perfetto per riprendere in mano le proprie letture. Non c'è compagno migliore di un libro in certe giornate uggiose. 

Ma Ottobre significa anche un'altra cosa: Halloween.

Il 31 Ottobre è ormai diventato un appuntamento molto atteso. La notte delle streghe sparge la sua atmosfera cupa, influenzandoci ogni giorno. E questo vale anche per i lettori e i loro gusti.

Sempre più lettori, con l'approssimarsi di questo evento, si pongono una domanda: cosa leggere ad Halloween?

Ottobre sembra diventato la scusa per affacciarsi alla lettura del terrore, dove la paura e la suspense regnano incontrastate. Per gli appassionati del genere scegliere un nuovo libro non è certo un problema, ma per i meno avvezzi c'è il rischio di perdersi nei meandri delle librerie. E, spesso, di finire con una grande delusione in mano.

Quest'anno ho quindi deciso di preparare per voi una piccola lista di letture consigliate. Si tratta di 5 libri che affrontano le diverse sfaccettature della paura. Horror, thriller, fantascienza: non è solo nel classico concetto di terrore che si nasconde la paura vera, e voglio dimostrartelo. Un semplice modo per scoprire un lato della narrazione diverso dal solito. 

Se siete alla ricerca di un libro da leggere per Halloween, allora i miei consigli potrebbero tornarvi utili. Li trovate nel mio nuovo articolo!
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Anche a te piace lasciarti spaventare in questo periodo dell'anno?
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Buongiorno lettori. Oggi parliamo di un libro che sicuramente conoscete già, o che avete già sentito nominare: Il suggeritore di Donato Carrisi. 

Pubblicato nel 2009 da Longanesi, Il suggeritore ha saputo scalare le classifiche dei libri più venduti in Italia, diventando in poco tempo un vero e proprio fenomeno letterario. E’ stato promosso dalla critica a pieni voti, fino a raccogliere gli elogi dei grandi esponenti del thriller mondiale, da Ken Follett a Micheal Connelly.

Un successo sicuramente insperato, soprattutto se si considera che Il suggeritore rappresenta l’esordio assoluto di Donato Carrisi come scrittore di romanzi.

Ma cosa ha permesso a Il suggeritore di raggiungere una fama simile in un panorama a dir poco saturo di titoli?

A conti fatti, Il suggeritore rappresenta una svolta, una novità nell’ambito del thriller. Raccogliendo l’eredità dei grandi autori, Carrisi è stato in grado di rivisitare un genere letterario ormai conosciutissimo, regalando al pubblico una nuova visione.

Il suggeritore racchiude in sé uno spirito d’innovazione palpabile, che si mescola alle tinte noir tanto care alla produzione di Carrisi e a una buona dose di ragionamento intellettivo. Perché Il suggeritore, prima di tutto, è un thriller psicologico, in cui la componente d’azione si mescola a un’inesorabile discesa nei meandri della psiche umana. 
Una discesa che porta dritta alla scoperta delle molteplici sfaccettature del male.

Donato Carrisi è, ad oggi, lo scrittore di thriller più venduto nel mondo anche e soprattutto grazie a questo suo primo romanzo. Il suggeritore rappresenta una tappa obbligatoria per chi ama il brivido e la tensione del thriller.

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📖 NUOVO ARTICOLO 📖📖 Buongiorno ragazzi! 📖 NUOVO ARTICOLO 📖📖

Buongiorno ragazzi! La pausa estiva è terminata. Ci siamo divertiti, abbiamo ricaricato le batterie e, soprattutto, abbiamo letto. Ora però è tempo di riprendere da dove ci eravamo lasciati. E quale modo migliore di ricominciare, se non parlando di uno dei generi più amati della nostra epoca?

L’articolo di oggi è dedicato al thriller.

Senza dubbio il thriller è un genere che spopola ovunque. Cinema e serie TV hanno contribuito a renderlo un successo planetario, e la letteratura ha seguito il flusso, sfornando bestseller che tutti ricordiamo. L’alta dose di adrenalina e il coinvolgimento dei thriller sono la chiave di questa popolarità.

Perché il thriller è il genere delle emozioni forti, dove la suspense scandisce il ritmo delle pulsazioni e trascina gli spettatori in un'esperienza unica. 
Ed è proprio grazie a questa fama che sono nati tantissime varianti e sottogeneri del thriller. Dal thriller psicologico a quello legale: ogni filone presenta le sue caratteristiche. 
Imparare a riconoscerli è fondamentale per selezionare al meglio le vostre prossime letture.

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A voi piace il thriller? Qual è il vostro preferito?
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Buongiorno ragazzi! La recensione di oggi è dedicata a una delle storie più famose della letteratura di tutti i tempi: Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Chi non conosce il racconto della dannazione di Dorian Gray?

Film, trasposizioni e riadattamenti: le opere che hanno riprodotto e rivisitato Il ritratto di Dorian Gray sono tantissime. Del resto, la storia è entrata nella cultura di massa come l’emblema del fascino del male e la crudeltà delle sue conseguenze. Eppure Il ritratto di Dorian Gray non è solo questo. 
"Tutti vedono nel peccato di Dorian Gray il proprio peccato". Questo diceva Oscar Wilde. E questo è il punto di forza del romanzo: il vero peccato di Dorian Gray non viene mai svelato, così che il lettore possa rivedersi in lui sempre e comunque.

Eppure questo espediente nasconde molto più. Perché Il ritratto di Dorian Gray, pur essendo conosciutissimo, nasconde un segreto.
C'è un altro motivo per cui Oscar Wilde non esplicita mai il vero peccato di Dorian Gray. Un motivo non troppo velato all'epoca della pubblicazione del romanzo, ma che nelle traduzioni successive (soprattutto in quella italiana) è andato perduto. 

Perché Il ritratto di Dorian Gray non è solo la storia per eccellenza che parla del fascino seducente del male e delle sue terribili conseguenze. Il romanzo di Oscar Wilde è anche un triste capitolo di censura e di discriminazione. Un libro che è un messaggio sia per il suo contenuto che per ciò che rappresenta.

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Buonasera ragazzi! Dopo una breve pausa dovuta ai mille impegni, torno sul blog con una recensione che non vedevo l’ora di condividere con voi! Sto parlando di Terramare di Ursula K. Le Guin.
Come già sapete, sono un amante del fantasy. Sono cresciuto leggendo questo genere, divorando migliaia e migliaia di pagine di saghe e romanzi sempre alla caccia di una nuova avventura. 
Ho letto così tanto che, nel tempo, sono persino arrivato a pensare di aver letto tutto ciò che meritava di esserlo. Così ho finito per accantonare il fantasy, convinto che mi avesse già dato tutto. 
Non mi sono mai sbagliato tanto.

Dopo aver letto Terramare mi sono dovuto ricredere completamente. E il fatto che, per tanti anni, avessi ignorato l’esistenza di una saga fantasy tanto famosa è la dimostrazione di quanto i libri siano sorprendenti! 
Terramare è un fantasy particolare e, per questo, speciale. Scritto a cavallo di più di 35 anni, non raccoglie l’eredità lasciata da Il Signore degli Anelli di Tolkien, che tanto è stata sfruttata da altri scrittori. Le Guin (vincitrice di 5 premi Hugo e 6 premi Nebula, i massimi riconoscimenti della letteratura fantastica) segue infatti una sua strada, fatta di magia e incantesimi, draghi e, soprattutto, profondi insegnamenti. 
Il tutto incastonato in un mondo terribilmente reale, così vivido da sembrare impresso in una fotografia. L'incredibile capacità di Le Guin di descrivere la propria fantasia ci regala uno scorcio su un panorama che potrebbe essere vero, fatto di luci, suoni e profumi. Un'esperienza impareggiabile, che varrebbe da sola la lettura.

Terramare incarna il fantasy nella sua accezione più classica: un mondo alternativo la cui esistenza ci aiuta a comprendere la vita di tutti i giorni. Terramare è tutto ciò che un fantasy dovrebbe essere.

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