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Notti bianche – Fëdor Dostoevskij

di Giovanni Munari 31 Agosto 2019
scritto da Giovanni Munari 31 Agosto 2019
notti bianche di fedor dostoevskij è ambientato a pietroburgo

Le memorie di un sognatore

Tra i tanti libri dello scrittore Fëdor Dostoevskij, “Notti bianche” rappresenta certamente un capitolo a sé; non tanto per la magnificenza che nasconde dietro la sua semplicità, quanto per la tematica di cui è voce narrante.

Attraverso “Notti bianche” Dostoevskij ci presenta la figura del “sognatore“, anima solitaria e irrimediabilmente sottratta alla realtà che si annida nel cuore di tutti noi. Questo racconto parla al nostro Io interiore, svelando ciò che siamo davvero, ma che spesso dimentichiamo di essere.

“Notti bianche” è la dimostrazione che l’uomo è in grado di cogliere la propria essenza e imprimerla in una pagina, lasciando un ritratto di sé universale che nemmeno il tempo potrà mai cancellare.

Fëdor Dostoevskij

“Notti bianche” è considerato un racconto giovanile di Dostoevskij. Questo appellativo non è dovuto solo al fatto che fu pubblicato quando l’autore aveva solo 27 anni. La vita dello scrittore, infatti, fu profondamente segnata da uno spartiacque, che suddivide la sua produzione letteraria in due insiemi distinti. “Notti bianche” fu pubblicato un anno prima che questo fatto accadesse. E forse è proprio questo che rende questo libro differente.

Solo un anno dopo la pubblicazione di “Notti bianche” infatti, Fëdor Dostoevskij fu arrestato per aver fatto parte di una società segreta con scopi sovversivi, imprigionato nella fortezza di Pietro e Paolo, a Pietroburgo, e condannato a morte.

Fedor Dostoevskij scrittore russo di Notti bianche
Ritratto di Fëdor Michajlovič Dostoevskij (1821-1881)

La condanna, in realtà, non ebbe mai luogo. Lo zar Nicola I commutò infatti la pena in lavori forzati a tempo indeterminato. Tuttavia, in un macabro gioco di nervi, la notizia fu comunicata ai condannati a morte solo una volta davanti al plotone di esecuzione.

Questa esperienza (e i successivi quattro anni di inferno in Siberia) furono la svolta di una vita, e segnarono tutta la sua scrittura. Proprio Dostoevskij diceva:

A chi sa di dover morire, gli ultimi cinque minuti di vita sembrano interminabili, una ricchezza enorme. In quel momento nulla è più penoso del pensiero incessante: “se potessi non morire, se potessi far tornare indietro la vita, quale infinità! E tutto questo sarebbe mio! Io allora trasformerei ogni minuto in un secolo intero, non perderei nulla, terrei conto di ogni minuto, non ne sprecherei nessuno!”
L’idiota – Fëdor Dostoevskij

“Notti bianche” rappresenta quindi il pensiero dell’autore prima di essere plasmato da questo fatto terribile. Un lascito che ci permette di immergerci ancor più nelle sue convinzioni.


notti bianche di fedor dostoevskij narrano del sognatore di pietroburgo

Titolo: Notti bianche
Autore:
Fëdor Dostoevskij
Editore:
Einaudi
Traduzione: Giulia Galante

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La figura del sognatore in “Notti bianche”

Fëdor Dostoevskij è passato alla storia per essere stato un grande antropologo, uno scrittore interessato a studiare l’essere umano in tutte le sue sfaccettature. Non a caso molti dei suoi libri sono stati scritti con il chiaro intento di presentare al pubblico una particolare forma d’essere dell’uomo.

“Notti bianche”, in questo senso, è la presentazione di una figura cardine nella scrittura di Dostoevskij: il sognatore.

Da maestro della narrazione, Dostoevskij ci presenta il sognatore nel miglior modo possibile. Il libro è infatti scritto in prima persona singolare. È quindi il sognatore stesso a parlare e a presentarsi. La descrizione che dà di sé basta per intuire quale libro sia “Notti bianche”:

«Un tipo? … un originale, una persona ridicola! … È una natura particolare … vive una vita che può esistere solo nel mondo fantastico delle fiabe e non nella nostra serissima epoca. Quella vita è un insieme di pura fantasia e ardenti ideali, ma anche di cose comuni e scialbamente prosaiche quando non addirittura incredibilmente volgari.»
Notti bianche- Fëdor Dostoevskij

Prima di procedere con la recensione di “Notti bianche”, devo fare una premessa. Non stiamo parlando di un libro nell’accezione più classica del termine. “Notti bianche” è un racconto breve fatto di sensazioni e pensieri. Ti basterà pensare che non c’è alcuna trama da raccontare.

Per questo motivo (e solo per questa volta) non seguirò lo schema che ho scelto di adottare per recensire i libri. La guida alle mie recensioni tornerà utile in altre occasioni. Questa volta spazio alla creatività.

La recensione di “Notti bianche”

Come abbiamo detto, “Notti bianche” fu pubblicato nel 1848, e rappresenta uno dei primi scritti dell’autore che più di tutti, assieme a Tolstoj, diede lustro al panorama della letteratura russa.

Questo racconto breve narra di un incontro tra un sognatore e una ragazza, sullo sfondo sfumato di una Pietroburgo d’estate. Suddiviso in quattro notti e una mattina, è l’incarnazione di quanto la vita umana sappia essere vaga e leggera, annebbiata dalle emozioni e aggrappata a ciò che non esiste.

Nonostante non si tratti di un libro di quelli che siamo abituati a leggere, “Notti bianche” racchiude in sé un senso di familiarità nel quale finiamo per immedesimarci. Non è necessaria una trama, né un genere letterario o un obiettivo da raggiungere: il semplice flusso di pensieri del protagonista ci cattura in un vortice dal quale non si può sfuggire.

Un capolavoro che entra di diritto nella letteratura mainstream. Un grande classico che tutti dovrebbero leggere.

Pietroburgo

Ancora una volta Pietroburgo rapisce il cuore di uno scrittore finendo per stuzzicare la sua fantasia. Da “Anna Karenina” passando per Nabokov, Pietroburgo è stata il centro di molte storie. Descritta come una città chiassosa e piena di vita, in cui la mondanità si mescola allo sfondo nebbioso di una realtà incantata, Pietroburgo ha prodotto miti e leggende fin dall’antichità.

Notti bianche è ambientato a San Pietroburgo in Russia
La Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato, uno degli edifici più famosi di San Pietroburgo

“Notti bianche” non è da meno. La Pietroburgo che ci presenta Dostoewskij all’inizio del libro (come precisamente descritto nell’introduzione al racconto di Giulia Gigante nell’edizione Einaudi 2013) è fatta “della stoffa dei sogni“, e perciò “effimera e illusoria“.

L’ambientazione è quindi anche atmosfera, e si insinua nella coscienza dei personaggi plasmandone i comportamenti. Pietroburgo si fa specchio dell’esistenza umana e delle preoccupazioni dei protagonisti. Uno sfondo studiato, perfetto per narrare della solitudine e del primo amore.

Il flusso di coscienza

Come accennavo in precedenza, “Notti bianche” è scritto in prima persona singolare, e lascia che i pensieri del protagonista traspaiano dalle pagine. Questa tecnica ha un nome: lo stream of consciousness, ovvero il flusso di coscienza.

Attraverso questo flusso il sognatore riversa infatti i suoi pensieri sul lettore senza un’interruzione precisa rispetto alla realtà che lo circonda. Un’onda in piena travolgente, che mette a nudo l’essenza dell’uomo e tutti i suoi timori e le sue speranze.

Ed è qui che Dostoevskij costruisce il suo capolavoro: grazie a questo stream of consciousness, “Notti bianche” ci rivela molto di ciò che siamo. L’effetto di immedesimazione è impareggiabile.

Solitudine e amore

Volendo soffermarsi sui temi trattati da questo racconto, dovremmo scrivere un libro più lungo di “Notti bianche” stesso. Mi limiterò quindi a menzionare i due temi principali, che più di tutti emergono dalla lettura: la solitudine e l’amore.

La solitudine viene presentata con forza fin dalle prime pagine. Si tratta della solitudine del sognatore, che vaga per le strade di Pietroburgo senza il coraggio di interagire con nessuno. L’associazione tra la solitudine e l’essenza del protagonista è subito chiara: il sognatore è un tipo alternativo, diverso, e pertanto solo.

Siamo quindi di fronte a una solitudine legata all’emarginazione. Un’emarginazione che non è violenta, ma volontaria: perché è il sognatore stesso che si allontana dal mondo riconoscendosi diverso da tutto il resto. Un accenno grandioso a quanto l’opinione altrui, anche se non dichiarata, possa condizionarci.

Il Ponte dell'Annunciazione a San Pietroburgo
Il Ponte dell’Annunciazione che attraversa la Grande Neva a San Pietroburgo

In contrasto con la solitudine vi è l’amore, inteso come il primo amore giovanile, fatto di emozioni forti e irrazionalità. Nel racconto è subito chiaro come l’amore sia visto dal sognatore come la medicina per la solitudine; una convinzione che, tuttavia, inizia a mutare nel corso delle pagine.

La necessità di compagnia si trasforma in un’arma a doppio taglio, finendo con il rivelare l’essenza della vita in tutta la sua cruda verità. L’amore è quindi spunto per un’analisi più profonda, che continua a fare capolino tra una riflessione e l’altra, e guida “Notti bianche” verso la sua conclusione.

Notti bianche

“Notti bianche”, nella sua brevità, è quindi un racconto complesso, che nasconde molto più di ciò che vuole narrare. Le riflessioni del sognatore che Dostoevskij ci regala sono quanto di più attuale possiamo desiderare. Pur essendo passati ben 171 anni dalla sua pubblicazione, “Notti bianche” continua ad essere un libro terribilmente attuale. E forse questa è la sua caratteristica più strabiliante.

“Notti bianche” parte dal presupposto di narrare delle difficoltà di un giovane qualunque, e finisce con l’insegnarci qualcosa su noi stessi.

Stiamo parlando di un libro che tutti quanti dovrebbero leggere prima di morire. Innanzitutto per la sua brevità (l’edizione Einaudi tascabile del 2013, con tanto di introduzione, nota biografica e testo in lingua originale incorporati conta solamente 157 pagine) che lo rende accessibile anche a chi è meno avvezzo alla lettura. In secondo luogo per il suo contenuto: perché “Notti bianche” è l’esempio perfetto di come un capolavoro sappia farci crescere in poche pagine.


Qui trovi l’edizione Einaudi, una delle tante case editrici a pubblicare questo grande classico della letteratura:


Scheda riassuntiva di “Notti bianche”

TitoloNotti bianche
AutoreFëdor Dostoevskij
GenereGrandi Classici
Anno1848
Editore Einaudi
AmbientazionePietroburgo
NarratoreOmodiegetico
FocalizzazioneImmersa
NarrazionePrima persona
Tempo verbalePassato remoto
Numero pagine

E tu hai letto “Notti bianche”? Cosa ne pensi di uno dei racconti più famosi di Dostoevskij?

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Giovanni Munari

Sono Giovanni Munari, nato a Vicenza ma con la voglia di fuggire. Segni particolari: i libri e la mia chitarra elettrica. Quando posso, viaggio, per il gusto di scoprire. Ho una relazione complicata con la realtà, di quelle da tira e molla. È così sbagliato vivere di sogni?

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Buongiorno ragazzi! Come prima recensione di questo 2021 ho scelto per voi Andromeda, il libro d'esordio di uno dei più grandi scrittori di thriller della storia: Michael Crichton. 

Devo avvertirvi subito: se state cercando una lettura capace di distrarvi dalla dura realtà che stiamo vivendo, forse questo libro non fa al caso vostro. Perché Andromeda è dannatamente attuale. Eppure penso che sia una lettura obbligata, soprattutto in questo momento, perché può aiutarci a capire molto del presente. E, soprattutto, degli errori che abbiamo commesso nel passato.

Andromeda è un thriller d'autore, in cui è racchiuso tutto il potenziale di Michael Crichton. Ma è, o forse è più corretto dire era, un monito per tutti noi. 

Andromeda è la dimostrazione di come spesso la letteratura sappia vedere al futuro con occhi saggi e preveggenti. La storia di Crichton, come molte altre, è stata presa solo per quello che era: un semplice racconto di fantasia. 

Le conseguenze di questo tragico errore sono davanti a tutti. 

Leggere Andromeda significa capire quanto possiamo imparare dai libri. E quanto rischiamo di perdere se smettiamo di farlo.

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E voi lo avete letto? Vi piacciono i thriller scientifici? 

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Buongiorno ragazzi! Il 2021 è appena iniziato. Ch Buongiorno ragazzi! Il 2021 è appena iniziato. Chiuse le riflessioni sull'anno appena trascorso, è il momento di guardare a quello che verrà.

All'inizio di ogni anno, scelgo un libro che dovrò assolutamente leggere. Un libro che non potrò rimandare all'anno successivo.

Quest'anno la scelta è ricaduta su "Guerra e pace" di Tolstoj. 

È da tantissimo tempo che vorrei leggerlo, ma un po' per la mole, un po' per gli impegni, finisco sempre per rimandarlo.

È arrivato il momento. Non sono ammesse altre deroghe! 😂

E voi? Vi siete fissati un obiettivo di lettura per questo 2021? Qual è?

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Buongiorno ragazzi! Anche quest'anno il Natale si avvicina. Un Natale particolare, diverso da tutti gli altri. Di certo, un Natale che nessuno di noi si sarebbe potuto aspettare.

In questo anno difficile, dove i pensieri cattivi hanno avuto spesso il sopravvento sul resto, è proprio in un momento come il Natale che possiamo trovare la scintilla in grado di accendere la luce. Perché il Natale è fatto di atmosfere calde e accoglienti, ma anche di un mondo di fantasia che si fonde con la realtà in un quadro magnifico. 

E qui entrano in gioco i libri, capaci di prenderci per mano e accompagnarci attraverso le meraviglie dell’immaginazione. Ma quali libri vale la pena leggere durante il periodo natalizio?

Una domanda che tanti lettori si pongono. E, come sempre, le risposte sarebbero infinite. Per questo Natale ho deciso di regalarvi una piccola lista di 5 libri legati alle festività, nella speranza di fornirvi degli interessanti spunti di lettura.

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Perché è nella lettura che possiamo trovare il modo di trascorrere questo periodo con serenità. In attesa di tempi migliori.

E voi avete una lettura preferita a Natale? 
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Buongiorno lettori! Io, robot susciterà in voi il ricordo del famoso film con Will Smith, in cui dei robot sfuggivano al controllo dell'uomo. Eppure chi di voi sa che Io, robot è stato, prima di tutto, un libro? 
E la cosa particolare è che Io, robot di Isaac Asimov ha poco da spartire con l'omonimo film.

Io, robot di Isaac Asimov è una delle pietre miliari della lettura moderna. L'immaginario comune fantascientifico deve sicuramente molto a questo libro, ma non solo. Perché Io, robot ha influenzato anche scienza e giurisprudenza, ridisegnando il pensiero dell'uomo contemporaneo.

Io, robot è una raccolta di racconti che narrano dei robot e delle loro interazioni con gli esseri umani. Dai robot più semplici fino a quelli capaci di mescolarsi all’uomo: Asimov si diverte a metterci dinnanzi a migliaia di situazioni diverse, in un'analisi che non è mai solo scientifica, ma è prima di tutto etica. Perché Io, robot narra delle complesse domande morali che l'esistenza dei robot ci porrebbero dinnanzi.

Ma Io, robot è soprattutto famoso per l'introduzione di un concetto tutt'oggi utilizzato nell'approccio alle intelligenze artificiali: le tre leggi della robotica. 

Quelle che erano nate come un semplice espediente narrativo sono diventate il punto cardine degli studi attuali sui robot. La dimostrazione di come la letteratura sia un punto di partenza fondamentale per il pensiero umano.

Io, robot è sicuramente un libro che tutti dovrebbero leggere prima di morire. Il capolavoro di Asimov rientra in quella stretta cerchia di libri che hanno saputo sfondare il concetto di narrativa di genere, diventando a pieno diritto dei grandi classici. 

Un libro che ancora oggi sa insegnarci molto di noi e della nostra relazione con chi ci sta attorno.

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E voi conoscevate questa raccolta? Vi piacciono le storie di Asimov?
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Buongiorno lettori! Siamo da poco entrati nel mese di Ottobre. Le calde giornate di sole dell'estate stanno lasciando spazio a freddo e pioggia, spingendoci sempre di più a rintanarci nelle nostre case. Non è un caso se l'autunno è per molti il periodo perfetto per riprendere in mano le proprie letture. Non c'è compagno migliore di un libro in certe giornate uggiose. 

Ma Ottobre significa anche un'altra cosa: Halloween.

Il 31 Ottobre è ormai diventato un appuntamento molto atteso. La notte delle streghe sparge la sua atmosfera cupa, influenzandoci ogni giorno. E questo vale anche per i lettori e i loro gusti.

Sempre più lettori, con l'approssimarsi di questo evento, si pongono una domanda: cosa leggere ad Halloween?

Ottobre sembra diventato la scusa per affacciarsi alla lettura del terrore, dove la paura e la suspense regnano incontrastate. Per gli appassionati del genere scegliere un nuovo libro non è certo un problema, ma per i meno avvezzi c'è il rischio di perdersi nei meandri delle librerie. E, spesso, di finire con una grande delusione in mano.

Quest'anno ho quindi deciso di preparare per voi una piccola lista di letture consigliate. Si tratta di 5 libri che affrontano le diverse sfaccettature della paura. Horror, thriller, fantascienza: non è solo nel classico concetto di terrore che si nasconde la paura vera, e voglio dimostrartelo. Un semplice modo per scoprire un lato della narrazione diverso dal solito. 

Se siete alla ricerca di un libro da leggere per Halloween, allora i miei consigli potrebbero tornarvi utili. Li trovate nel mio nuovo articolo!
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Anche a te piace lasciarti spaventare in questo periodo dell'anno?
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Buongiorno lettori. Oggi parliamo di un libro che sicuramente conoscete già, o che avete già sentito nominare: Il suggeritore di Donato Carrisi. 

Pubblicato nel 2009 da Longanesi, Il suggeritore ha saputo scalare le classifiche dei libri più venduti in Italia, diventando in poco tempo un vero e proprio fenomeno letterario. E’ stato promosso dalla critica a pieni voti, fino a raccogliere gli elogi dei grandi esponenti del thriller mondiale, da Ken Follett a Micheal Connelly.

Un successo sicuramente insperato, soprattutto se si considera che Il suggeritore rappresenta l’esordio assoluto di Donato Carrisi come scrittore di romanzi.

Ma cosa ha permesso a Il suggeritore di raggiungere una fama simile in un panorama a dir poco saturo di titoli?

A conti fatti, Il suggeritore rappresenta una svolta, una novità nell’ambito del thriller. Raccogliendo l’eredità dei grandi autori, Carrisi è stato in grado di rivisitare un genere letterario ormai conosciutissimo, regalando al pubblico una nuova visione.

Il suggeritore racchiude in sé uno spirito d’innovazione palpabile, che si mescola alle tinte noir tanto care alla produzione di Carrisi e a una buona dose di ragionamento intellettivo. Perché Il suggeritore, prima di tutto, è un thriller psicologico, in cui la componente d’azione si mescola a un’inesorabile discesa nei meandri della psiche umana. 
Una discesa che porta dritta alla scoperta delle molteplici sfaccettature del male.

Donato Carrisi è, ad oggi, lo scrittore di thriller più venduto nel mondo anche e soprattutto grazie a questo suo primo romanzo. Il suggeritore rappresenta una tappa obbligatoria per chi ama il brivido e la tensione del thriller.

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Buongiorno ragazzi! La pausa estiva è terminata. Ci siamo divertiti, abbiamo ricaricato le batterie e, soprattutto, abbiamo letto. Ora però è tempo di riprendere da dove ci eravamo lasciati. E quale modo migliore di ricominciare, se non parlando di uno dei generi più amati della nostra epoca?

L’articolo di oggi è dedicato al thriller.

Senza dubbio il thriller è un genere che spopola ovunque. Cinema e serie TV hanno contribuito a renderlo un successo planetario, e la letteratura ha seguito il flusso, sfornando bestseller che tutti ricordiamo. L’alta dose di adrenalina e il coinvolgimento dei thriller sono la chiave di questa popolarità.

Perché il thriller è il genere delle emozioni forti, dove la suspense scandisce il ritmo delle pulsazioni e trascina gli spettatori in un'esperienza unica. 
Ed è proprio grazie a questa fama che sono nati tantissime varianti e sottogeneri del thriller. Dal thriller psicologico a quello legale: ogni filone presenta le sue caratteristiche. 
Imparare a riconoscerli è fondamentale per selezionare al meglio le vostre prossime letture.

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A voi piace il thriller? Qual è il vostro preferito?
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Buongiorno ragazzi! La recensione di oggi è dedicata a una delle storie più famose della letteratura di tutti i tempi: Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Chi non conosce il racconto della dannazione di Dorian Gray?

Film, trasposizioni e riadattamenti: le opere che hanno riprodotto e rivisitato Il ritratto di Dorian Gray sono tantissime. Del resto, la storia è entrata nella cultura di massa come l’emblema del fascino del male e la crudeltà delle sue conseguenze. Eppure Il ritratto di Dorian Gray non è solo questo. 
"Tutti vedono nel peccato di Dorian Gray il proprio peccato". Questo diceva Oscar Wilde. E questo è il punto di forza del romanzo: il vero peccato di Dorian Gray non viene mai svelato, così che il lettore possa rivedersi in lui sempre e comunque.

Eppure questo espediente nasconde molto più. Perché Il ritratto di Dorian Gray, pur essendo conosciutissimo, nasconde un segreto.
C'è un altro motivo per cui Oscar Wilde non esplicita mai il vero peccato di Dorian Gray. Un motivo non troppo velato all'epoca della pubblicazione del romanzo, ma che nelle traduzioni successive (soprattutto in quella italiana) è andato perduto. 

Perché Il ritratto di Dorian Gray non è solo la storia per eccellenza che parla del fascino seducente del male e delle sue terribili conseguenze. Il romanzo di Oscar Wilde è anche un triste capitolo di censura e di discriminazione. Un libro che è un messaggio sia per il suo contenuto che per ciò che rappresenta.

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Buonasera ragazzi! Dopo una breve pausa dovuta ai mille impegni, torno sul blog con una recensione che non vedevo l’ora di condividere con voi! Sto parlando di Terramare di Ursula K. Le Guin.
Come già sapete, sono un amante del fantasy. Sono cresciuto leggendo questo genere, divorando migliaia e migliaia di pagine di saghe e romanzi sempre alla caccia di una nuova avventura. 
Ho letto così tanto che, nel tempo, sono persino arrivato a pensare di aver letto tutto ciò che meritava di esserlo. Così ho finito per accantonare il fantasy, convinto che mi avesse già dato tutto. 
Non mi sono mai sbagliato tanto.

Dopo aver letto Terramare mi sono dovuto ricredere completamente. E il fatto che, per tanti anni, avessi ignorato l’esistenza di una saga fantasy tanto famosa è la dimostrazione di quanto i libri siano sorprendenti! 
Terramare è un fantasy particolare e, per questo, speciale. Scritto a cavallo di più di 35 anni, non raccoglie l’eredità lasciata da Il Signore degli Anelli di Tolkien, che tanto è stata sfruttata da altri scrittori. Le Guin (vincitrice di 5 premi Hugo e 6 premi Nebula, i massimi riconoscimenti della letteratura fantastica) segue infatti una sua strada, fatta di magia e incantesimi, draghi e, soprattutto, profondi insegnamenti. 
Il tutto incastonato in un mondo terribilmente reale, così vivido da sembrare impresso in una fotografia. L'incredibile capacità di Le Guin di descrivere la propria fantasia ci regala uno scorcio su un panorama che potrebbe essere vero, fatto di luci, suoni e profumi. Un'esperienza impareggiabile, che varrebbe da sola la lettura.

Terramare incarna il fantasy nella sua accezione più classica: un mondo alternativo la cui esistenza ci aiuta a comprendere la vita di tutti i giorni. Terramare è tutto ciò che un fantasy dovrebbe essere.

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