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Curiosità Letterarie

Perché leggere libri?

di Giovanni Munari 3 Aprile 2019
scritto da Giovanni Munari 3 Aprile 2019

Si legge ancora?

Già, perché leggere i libri? O meglio, perché leggiamo ancora? Sì, perché ormai leggere è diventato qualcosa di alternativo.

Sapete quante persone leggono in Italia? Secondo una stima del 2017, il 41% della popolazione sopra i 6 anni aveva letto almeno un libro (per motivi non professionali) nell’ultimo anno. Quattro persone su 10. Meno della metà. E la percentuale, negli anni, continua a calare.

Non è un dato sorprendente. Lo sperimentiamo tutti i giorni sulla nostra pelle. Quanti dei vostri amici leggono regolarmente? Basta questo per darvi un metro di giudizio. E allora la domanda sorge spontanea: perché leggiamo?

La lettura nell’era del web

leggere nell'era dei social network e di internet
I Social Network sono la nuova fonte di contenuto e intrattenimento

Ammettiamolo: il mondo è pieno di alternative alla lettura. Oggi possiamo guardare film e serie TV con una semplicità che fino a pochi anni fa sembrava impossibile, siamo in grado di accedere ad ogni tipo di contenuto e interagire con il mondo intero (in tempo reale) tramite i social network, e possiamo farci trasportare in veri e propri mondi virtuali grazie a videogiochi sempre più realistici (non da ultima, l’implementazione della Realtà Aumentata). Mi fermerò qui. Il quadro è già abbastanza impietoso.

Ormai la lettura è diventata una passione di nicchia, qualcosa che viene praticato solamente da quei pochi irriducibili che non riescono a farne a meno. E allora perché queste persone esistono ancora? Sono davvero così diverse, folli, anormali?

Forse un po’ sì, o almeno io mi sento tale. Ma cerchiamo di andare più a fondo.

Le risposte che hai già sentito

Perché è vero: di risposte romantiche alla questione ne abbiamo già sentite a non finire. I libri sanno regalare un insegnamento. Le storie sono capaci di farci emozionare. Il profumo delle pagine appena stampate è qualcosa di unico. La scrittura è un’arte e non andrebbe nemmeno paragonata a forme che arte non sono.

Queste risposte (giuste o sbagliate che siano) hanno un difetto comune: sono soggettive. Sarebbe come chiedere ad un amante del nuoto perché preferisce una piscina a un campo da calcio. In quanto nuotatore, saprà elencarvi tutto ciò che trova irresistibilmente affascinante nella sua passione, fornendovi la sua visione del mondo. E poco conterà che la stragrande maggioranza delle altre persone amerà il calcio.

Proviamo invece ad andare oltre. Tentiamo di dare una spiegazione oggettiva a questa situazione.

Leggere è partecipare

un libro è un binario per l'immaginazione
Leggere significa seguire i binari tracciati dallo scrittore

La risposta è semplice e complessa al tempo stesso: leggiamo perché la lettura è attiva. La lettura è partecipazione, il che significa che è parte di noi.

I libri non si limitano a descriverci una storia e a chiederci cosa ne pensiamo. Non ci forniscono l’immagine di un mondo per ciò che è, aspettandosi totale disposizione. I libri si limitano a delineare i contorni di una storia, di un ambiente e dei suoi personaggi. In altre parole, forniscono dei binari alla nostra immaginazione.

Il resto, però, dobbiamo aggiungerlo noi.

Leggere allunga la vita

Leggere significa lasciarsi guidare nell’immaginazione, concedere a qualcuno di prenderci per mano e trascinarci attraverso la nostra stessa fantasia. Siamo noi che decidiamo come vedere i luoghi descritti, noi che diamo un tono di voce ai protagonisti o che ci figuriamo le loro espressioni. I libri ci concedono la libertà di scegliere secondo i nostri gusti, che è un po’ come dire che ci rendono padroni della storia anche se padroni non siamo.

I libri ci permettono di creare la storia che vorremmo.

leggere romanzi è un'azione attiva che sfrutta la fantasia

È chiaro quindi che, di conseguenza, un libro è nostro in una maniera così intima che nessun’altra forma riuscirà ad eguagliare. Leggere ci permette di immedesimarci. Non guardiamo ciò che accade, ma lo viviamo sulla nostra pelle. Leggere ci consente di vivere un’altra vita ad ogni nuovo libro, e ancora e ancora, quante volte vogliamo.

Umberto Eco diceva “leggere allunga la vita”, perché attraverso la lettura si viveva più volte.

Un libro ci regala sprazzi di una vita parallela a piccole dosi, accompagnandoci giorno dopo giorno verso la parola “fine”. E quando il libro termina, ci lascia con il sentimento che abbiamo vissuto di più, e vorremmo vivere ancora.

Leggiamo perché la lettura è qualcosa che abbiamo dentro, perché fa parte del pensiero stesso. Una storia può farci ridere, innamorare, soffrire, piangere, ma, soprattutto, ci fa vivere attraverso gli occhi di un altro, arricchendoci un po’ di più.

Leggiamo perché…

Continuiamo a leggere perché nessun’altra attività moderna ci può regalare la stessa libertà, lo stesso potere, il medesimo grado di coinvolgimento. Un libro, da questo punto di vista, non potrà mai essere rimpiazzato. I libri non sono superati, siamo noi che ci stiamo dimenticando ciò che possono ancora darci.

Ognuno di noi legge per un motivo personalissimo, a volte persino inconfessabile. Qualcosa che è puramente soggettivo e che, in quanto tale, è per noi la cosa più importante.

E voi perché leggete? Che cosa vi spinge a ritagliarvi del tempo da ogni altro impegno per immergervi nei mondi fantastici della vostra immaginazione?

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Giovanni Munari

Sono Giovanni Munari, nato a Vicenza ma con la voglia di fuggire. Segni particolari: i libri e la mia chitarra elettrica. Quando posso, viaggio, per il gusto di scoprire. Ho una relazione complicata con la realtà, di quelle da tira e molla. È così sbagliato vivere di sogni?

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