La Divina Commedia non è mai stata così attuale
“Inferno”, di Dan Brown. Sicuramente uno dei libri più venduti degli ultimi anni. Un romanzo che ci tocca da vicino: Firenze, l’Italia, la Divina Commedia, ma non solo. Anche il surriscaldamento globale, la povertà, la fame, tutte realtà che si possono ricondurre ad un unico problema: il sovraffollamento.
Ma cosa centra Dante Alighieri con il mondo attuale? Inferno è questo: un mix di attualità e passato sotto forma di thriller.
Vuoi un motivo per leggerlo? Un’anticipazione di cosa questo romanzo potrebbe darti? Sei curioso di sapere di cosa parla, ma prima di spendere soldi vuoi una rassicurazione? Oppure l’hai già letto e vorresti sapere se altri la pensano come te?
Allora leggi questa recensione. Niente spoiler, te lo prometto!
E se non ti fidi, puoi leggere la guida alle mie recensioni, pensata apposta per te. Troverai tutto ciò che ti serve per leggere al meglio questo articolo.

Titolo: Inferno
Autore: Dan Brown
Editore: Mondadori
La mia recensione di Inferno
Introduzione
“Inferno” è il quarto libro della serie che vede come protagonista Robert Langdon, l’ormai celebre professore di Harvard esperto in simbologia religiosa ideato da Dan Brown. Pubblicato nel 2013, ha riscosso un enorme successo, tanto da diventare bestseller già dal primo giorno. Nel 2016 è uscito l’adattamento cinematografico (la cui conclusione si discosta da quella del romanzo).
Un romanzo che fa del ritmo e del mistero il suo punto forte, trascinandosi tra una fuga e un enigma fino ad un finale tutto da scoprire.
Trama
Robert Langdon si risveglia nel letto di un ospedale. E’ stordito, ha una ferita ricucita sulla testa che gli ha causato una commozione cerebrale. Ma quel che è peggio, non ricorda nulla di ciò che gli è accaduto. Il suo ultimo ricordo risale al giorno prima, quando era ancora in America. Ora si trova a Firenze.
Neanche il tempo di capire cosa sta accadendo, che Langdon è costretto a fuggire, aiutato dalla dottoressa Sienna Brooks, per evitare di essere ucciso. Qualcuno gli sta dando la caccia, le stesse persone che hanno già tentato di colpirlo.
Come se non bastasse, Langdon è vittima di continue visioni. Immagini grottesche gli attraversano la mente, scorci di quello che sembra essere un paesaggio infernale. Immagini che si ricollegano in modo sinistro alla Mappa dell’Inferno di Botticelli, un dipinto di cui Langdon ha inspiegabilmente una proiezione nella tasca.
Una proiezione custodita in un contenitore raffigurante il simbolo del rischio biologico.
Che cosa centra l’Inferno di Dante con quello che gli sta accadendo? Perché il governo americano, invece di proteggerlo, sembra dargli la caccia? Come ha fatto quel contenitore inquietante a finire nelle sue mani?
Ma, soprattutto, quale pericolo sta incombendo su di loro? Perché la risposta aleggia fin da subito nell’aria: peste.
Un inizio niente male.
Ambientazione
Anche in questo romanzo, Dan Brown non delude. Le descrizioni dei luoghi in cui si svolge l’azione sono minuziose e si mescolano alla perfezione ad aneddoti e caratteristiche storico-artistiche tipiche dello stile dell’autore. Un vero piacere per chi ama accrescere la propria cultura tramite l’intrattenimento.
La vicenda, in particolare, si sviluppa in tre ambientazioni principali: Firenze, Venezia e Istanbul.
E’ doveroso comunque ammettere che la visione di questi ambienti è “limitata”. Come nei romanzi precedenti (e forse ancora più, probabilmente a causa dell’ambientazione che ci riguarda), Dan Brown pecca del cosiddetto “effetto cartolina”. Delle tre città in questione si toccano i principali luoghi d’interesse, quelli prettamente turistici, per intenderci, e gli stessi dettagli che l’autore dissemina lungo il romanzo appaiono molto “cartonati”. Il risultato è quello di trasformare a tratti il romanzo in una guida turistica.
Personaggi
I personaggi ideati da Dan Brown (a partire dallo stesso Robert Langdon) tendono sempre ad essere molto scenici. I suoi libri sono infatti popolati da persone fuori dal comune, dotate di menti brillanti e grande cultura, con mille passioni e interessi spesso stravaganti. Personaggi di un certo livello, quasi d’effetto. Alla James Bond, per intenderci.
A prescindere da eventuali gusti personali, l’espediente permette all’autore di trattare temi ricercati (quali l’arte e la storia) con una certa disinvoltura, con il risultato di arricchire il libro, più che di renderlo ridicolo. Rimane comunque una vaga, seppur sopportabile, sensazione di innaturalezza.
Atmosfere
La classica atmosfera di incertezza, mistero e perenne attesa, che finisce con il tramutarsi nella tipica suspense del thriller, vanno a braccetto con gli echi classicheggianti e ricercati della storia passata. Da questo punto di vista, Dan Brown è maestro: eventi incalzanti e frenetici riescono a fondersi alla perfezione con il fascino e lo stupore che solo le grandi testimonianze del passato e le opere d’arte danno regalarci.
“Inferno”, in particolare, ha il pregio di introdurre un altro aspetto, presente solo in parte nei romanzi precedenti: il senso di orrore. Le atmosfere che si respirano sono cupe, gotiche, quasi grottesche, e rievocano nella mente del lettore non solo l’Inferno della Divina Commedia, ma anche la peste del 1600. Il libro si svolge attorno al terrore istintivo per la malattia, una paura radicata nel cuore dell’uomo e capace di avvelenarci in un modo unico e inesorabile.
Tema centrale
La tematica principale di “Inferno” ruota attorno all’origine di molti dei mali che affliggono il mondo al giorno d’oggi: il sovraffollamento. Tra una fuga e la contemplazione di un’opera d’arte, infatti, Dan Brown trova il tempo di parlarci di una teoria interessante e attualissima: la popolazione mondiale è cresciuta fino a superare il numero di individui che la Terra è in grado di sostentare, e continua ad aumentare inesorabilmente.
Un problema non di poco conto, forse spesso sottovaluto, e che in realtà si annida dietro a molte delle crisi con cui abbiamo a che fare tutti i giorni (soprattutto ora).
Un tema che trasforma un semplice thriller, costruito per soddisfare il pubblico, in un libro capace di trasmettere un insegnamento. Una caratteristica che può essere considerata una novità per questa serie.
Considerazioni finali
In conclusione, questo capitolo della saga di Robert Langdon è capace di unire al classico format danbrowniano un connotato scientifico-sociale non trascurabile, che a mio avviso risulta la caratteristica più riuscita del libro.
Le critiche mosse al romanzo da molti esperti del settore sono comprensibili e condivisibili, anche se, credo, siano principalmente frutto del nostro essere italiani. Non bisogna dimenticare infatti che il libro è scritto con gli occhi di un personaggio (Robert Langdon) americano, che sarà quindi portato a vivere l’Italia come semplice turista. Il fatto che questa condizione coincida con quella dello scrittore stesso è un altro discorso.
Si potrebbe discutere sul finale, ma preferisco non farlo. Non tanto perché preferisco non commentare, ma perché odio gli spoiler, e ti avevo promesso che li avrei evitati come la peste (ogni riferimento è puramente voluto).
Rimane il fatto che il romanzo è stato, ed è tutt’ora, un fenomeno letterario per numero di copie vendute e apprezzamento del pubblico. Dan Brown può essere attaccato e criticato, ma bisogna ammetterlo: sa come creare un prodotto in grado di catturare l’interesse dei lettori, persino di quelli che non si sognerebbero mai di leggere altri libri. E questo non è mai un fattore trascurabile.
Scheda riassuntiva di “Inferno”
Titolo | Inferno |
Autore | Dan Brown |
Genere | Thriller |
Anno | 2013 |
Editore | Mondadori |
Ambientazione | Europa |
Narratore | Omodiegetico |
Focalizzazione | Immersa |
Narrazione | Terza persona |
Tempo verbale | Passato remoto |
Numero pagine | 528 |
E tu hai già letto “Inferno” di Dan Brown? Sei d’accordo con la recensione di questo articolo, o ci sono dei punti su cui la pensi diversamente? Se invece non ti è ancora capitata l’occasione di leggerlo, questo articolo ti ha invogliato a farlo?