Un romanzo rimasto nell’ombra
“Io sono leggenda“: un titolo che tutti conosciamo. Ma quanti di noi sanno che, prima del film, esisteva il libro?
Eppure la poca fama del romanzo è assolutamente immeritata. “Io sono leggenda” di Richard Matheson è uno dei libri horror più intensi e ben riusciti che siano mai stati scritti.
Sapere che film e romanzo hanno in comune solo il titolo e l’idea generale è qualcosa di ancora più intrigante.
Quando il film sorpassa il libro
La storia del cinema è stata senza dubbio influenzata dalla letteratura. La lista di film tratti da romanzi è lunghissima, e conta titoli illustri. Ormai queste trasposizioni sono così frequenti, che non sempre ci accorgiamo quando un film è in realtà ispirato da un libro.
Libri e film sono quindi legati a doppio filo tra loro, e si trovano spesso a fare i conti con la loro controparte. I confronti si sprecano; ma, si sa, i film finiscono spesso per avere una risonanza maggiore. Del resto, al giorno d’oggi, il cinema è uno degli intrattenimenti più amati dal pubblico.
Ed è forse proprio questo il motivo per cui è nata la frase: il libro è sempre meglio del film. Un tentativo dei lettori di restituire alla letteratura una dignità che di sicuro merita.
In realtà, non sempre è così. Ogni caso ha le sue caratteristiche. Ci sono film che hanno preso spunto da libri per regalare storie di un altro livello, e persino situazioni in cui libro e film si contendono il titolo di migliore.
È questo il caso di “Arancia Meccanica“, il famosissimo film di Stanley Kubrick. L’opera cinematografica ha fatto la storia del grande schermo, ma non tutti sanno che la storia è la trasposizione del romanzo Anthony Burgess, a conti fatti un capolavoro della letteratura moderna.
“Io sono leggenda” rientra in questa categoria.
“Io sono leggenda”: le differenze
Il film con protagonista Will Smith non può essere considerato una pietra miliare del cinema come le opere di Kubrick, ma ha sicuramente rappresentato un fenomeno mediatico significativo.

Capace di far innamorare milioni di lettori con le sue note cupe e strazianti, “Io sono leggenda” ha finito con l’oscurare il libro da cui tutto ha avuto origine. Quanti sono quelli che sapevano dell’esistenza del romanzo?
Sicuramente pochi. E la cosa è terribilmente ingiusta, considerando il particolare principale:
Il romanzo non racconta la stessa storia.
Di fatto, “Io sono leggenda” di Richard Matheson ha prestato al film solo pochi dettagli, a partire dal nome del protagonista fino ad arrivare all’idea generale. Ciò che trae in inganno, in sostanza, è il titolo, identico in entrambe le versioni.
Lo sviluppo della trama, le riflessioni, l’evolversi dei personaggi: tutto è diverso. Finale compreso.
E nettamente migliore.
Perché se anche il film si aggrappa alla bravura di Will Smith nel trasmettere emozioni, la trama non presenta grandi novità rispetto al solito cliché di sopravvivenza alla fine del mondo.
L’esatto opposto del romanzo.
Titolo: Io sono leggenda
Autore: Richard Matheson
Editore: Fanucci Editore
Traduzione: Simona Fefé
La recensione di “Io sono leggenda”
Trama
Robert Neville è l’ultimo uomo rimasto sulla terra. O, almeno, l’unico uomo a non essere stato contagiato. Trascorre i giorni in una routine schiacciante, riparando e fortificando la propria casa, ovvero l’unico rifugio in grado di proteggerlo. Perché, di notte, loro vengono a cercarlo.
Loro sono esseri che sembrano usciti dai racconti di fantasia, immortali e assetati di sangue: vampiri.
Ma Robert Neville non crede, e vuole andare a fondo. Deve esserci una spiegazione scientifica, qualcosa al quale aggrapparsi. Perché il mondo sembra caduto in un abisso di incoerenza e follia, dove nulla è più reale e tutto appare possibile.
Quello che scoprirà sarà terribile.
“Io sono leggenda”: sulle orme di Dracula
Nel romanzo come nel film, con “Io sono leggenda” siamo di fronte, in buona sostanza, alla fine del mondo. L’ambientazione distopica è ben marcata, e parte del successo di questa storia.
Il mondo è infatti devastato da un’epidemia, che ha trasformato gli esseri umani in mostri.
Nel libro, a differenza del film, questi mostri hanno un’identità precisa ed un nome. Sono vampiri, nell’accezione più classica del termine. Una distinzione già importante, perché il libro orbita attorno a questa natura dei mostri per tutta la sua lunghezza.
E, in effetti, questa scelta non è lasciata al caso, ma è invece guidata da un disegno ben preciso. È facile intuire quale sia stata l’ispirazione di Matheson. Qual è il romanzo per eccellenza che parla di vampiri?
“Dracula” di Bram Stocker. Un libro che narrava di un vampiro solo in un mondo di esseri umani.

Con “Io sono leggenda” Richard Matheson ribalta il punto di vista. Non è più il vampiro, bensì l’uomo, a ritrovarsi improvvisamente solo nel proprio mondo, circondato da esseri sconosciuti.
Lo stesso Matheson dichiara apertamente la sua ispirazione nel libro, citando proprio il romanzo da cui tutto è partito:
“Il vampiro trae forza dal fatto che nessuno intende credere alla sua esistenza”. Grazie tante, dottor Van Helsing, pensò, deponendo la sua copia di “Dracula”. Fissò la libreria di malumore, mentre ascoltava il secondo concerto per pianoforte di Brahms. Un whisky liscio nella mano destra, una sigaretta tra le labbra.
In pratica, un omaggio all’opera che ha permesso la nascita di “Io sono leggenda”.
Verso l’horror contemporaneo
In realtà “Io sono leggenda” compie un ulteriore passo verso l’horror contemporaneo che tutti conosciamo.
Le atmosfere soprannaturali di “Dracula” tipiche del romanzo gotico vengono infatti spazzate via per lasciare spazio ad un realismo esasperato. In questo horror non c’è nulla di mistico. “Io sono leggenda” offre al lettore un approccio scientifico ai misteri, mescolando l’orrore con la fantascienza.
Al giorno d’oggi ci sembra quasi scontato, eppure in quegli anni non lo era affatto. Per molto tempo l’horror ha vissuto (e, in parte, vive ancora) grazie alla magia e al soprannaturale.

Pubblicato nel 1954, “Io sono leggenda” gettava le basi per l’horror realistico che oggi va per la maggiore. Non è un caso se Stephen King, il re dell’horror moderno, ha ammesso che lo scrittore ad averlo influenzato maggiormente è stato proprio Matheson.
Il realismo rigoroso sul quale si basa “Io sono leggenda” è infatti in grado di portare il patto di sospensione dell’incredulità ad un nuovo livello. Leggendo questo libro è del tutto normale chiedersi se questa storia sia assurda o possa accadere davvero. Una caratteristica che è la chiave del concetto di paura ai giorni nostri.
Robert Neville non deve affrontare magia o soprannaturale, ma la semplice e cruda realtà. Quella stessa realtà che potremmo dover affrontare tutti noi.
Solitudine e sopravvivenza
La vera grandezza di “Io sono leggenda” sta però nel suo essere polivalente.
Da un lato siamo di fronte ad un libro sulle orme dell’horror moderno, capace di sfruttare la suspense in maniera magistrale e di lasciare il lettore senza fiato fino all’ultima riga. Dall’altro abbiamo a che fare con un’immersione nella psiche umana, una lunghissima riflessione che tocca i temi più disparati senza interrompere mai la narrazione.
Matheson sfrutta la tecnica del flusso di coscienza (stream of consciousness) con estrema maestria, ottenendo un effetto diametralmente opposto rispetto ad altri libri che la utilizzano (come, ad esempio, “Notti bianche” di Dostoevskij). Il ritmo narrativo rallenta e si velocizza in continuazione, incollando il lettore alle pagine.
Il tema principale affrontato da “Io sono leggenda” è sicuramente quello della solitudine. Una solitudine assoluta e strisciante, capace di consumare l’animo. Ciò che spicca subito agli occhi del lettore è la schiettezza con cui Matheson affronta questa condizione umana.

In “Io sono leggenda” il velo di eroismo che ricopre la maggior parte delle storie viene lacerato. Il protagonista Robert Neville è un uomo qualunque, costretto ad affrontare una realtà in grado di schiacciare chiunque. Le sue reazioni non hanno nulla di grandioso: cerca di sopravvivere e di convivere con se stesso alla meno peggio, sospeso su un filo sottile che separa la salvezza dalla follia.
L’attaccamento alla vita diventa l’unica cosa veramente importante. Ed è qui che si può intravvedere un’altra similitudine.
L’ingegno umano
“Io sono leggenda” finisce per essere un trattato di psicologia in forma narrata, un’esposizione di ciò che la condizione umana può diventare se spinta al limite. L’uomo viene svestito di tutte le sue virtù, più simile ad un animale selvatico che a un essere razionale.
Emerge così il concetto di sopravvivenza come necessità, che esalta l’aspetto pratico della vita. L‘ingegno umano diventa l’unica via verso la salvezza, rivelandosi l’arma più potente a disposizione dell’uomo.
Ne scaturisce un approccio pratico e realista, che infonde a “Io sono leggenda” un’aura di mesta verità, finendo per ricordare un altro grande classico della letteratura. Un libro d’avventura che, guarda caso, narra del tentativo di sopravvivenza di un uomo solo disperso su un’isola: Robinson Crusoe, di Daniel Defoe.
“Io sono leggenda” nella storia della letteratura
A conti fatti, “Io sono leggenda” è uno di quei libri capaci di arrivare dritto al cuore dei lettori. Un libro che nasce apparentemente senza pretese, e che si chiude con un senso di vuoto tipico delle opere d’arte.
Sotto uno strato fatto di tensione palpitante, di quelle che incollano alle pagine in piena notte, “Io sono leggenda” nasconde profonde riflessioni e grandi verità. Un mix letale, raramente presente in questa misura nei libri.
Le atmosfere cupe, il senso di orrore e solitudine, l’abisso della psicologia umana: tutto si intreccia in una spirale di fumo, nel mezzo della quale emerge la fragilità che è nascosta in tutti noi.

“Io sono leggenda” è un grande libro, perché è perfetto sia per i lettori in cerca di un libro con cui intrattenersi (e spaventarsi), sia per quelli che preferiscono leggere per stimolare la propria mente con nuove domande. L’esempio perfetto di come i generi letterari possono regalare perle ineguagliabili.
Purtroppo il film ha finito con il relegare nell’ombra questo romanzo. Eppure, forse, tutto questo ha un risvolto positivo: perché è proprio delle opere meno attese che finiamo con l’innamorarci perdutamente.
Non c’è dubbio: “Io sono leggenda” è un libro che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita.
Se vuoi iniziare l’incredibile avventura di “Io sono leggenda”, qui trovi il libro:
Scheda riassuntiva di “Io sono leggenda”
Titolo | Io sono leggenda |
Autore | Richard Matheson |
Genere | Horror |
Anno | 1954 |
Editore | Fanucci Editore |
Ambientazione | Distopica |
Narratore | Omodiegetico |
Focalizzazione | Immersa |
Narrazione | Terza persona |
Tempo verbale | Passato remoto |
Numero pagine | 188 |
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2 Commenti
Libro infinitamente superiore. Il film è mediocre
Ciao Andrea,
sono felice che ci sia chi la pensa così. Personalmente considero il romanzo uno dei più belli che abbia mai letto.