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Universo Narrativo

Il ritmo narrativo: velocità e tempo di un libro

di Giovanni Munari 28 Aprile 2019
scritto da Giovanni Munari 28 Aprile 2019
il ritmo narrativo di un libro è come uno sparito musicale

Che cos’è il ritmo della narrazione?

Se ti stai chiedendo cosa sia il ritmo narrativo, è presto detto. Il ritmo narrativo non è altro che lo scandire della narrazione di un romanzo, ovvero i tempi con cui vengono narrati gli eventi di una storia.

In altre parole, il ritmo della narrazione si traduce nella velocità con cui leggiamo la storia stessa. Questa velocità, che noi lettori applichiamo inconsciamente, non dipende dalle nostre scelte, ma da quelle saggiamente orchestrate dello scrittore.

Esistono infatti moltissime tecniche per accelerare o rallentare il ritmo di una storia, e gli scrittori le conoscono e le utilizzano bene.

Ma come si crea il ritmo narrativo in un romanzo?

Il ritmo narrativo nei libri

Un romanzo è composto da una moltitudine di elementi, tutti importantissimi. Anche un solo fattore fuori posto, e l’intera storia potrebbe non funzionare. Se volessimo tentare di dare un ordine d’importanza a questi elementi, dopo la sospensione dell’incredulità verrebbe certamente il ritmo della narrazione. Perché non esiste storia riuscita che non dosi sapientemente il suo ritmo.

Ogni storia ha il proprio ritmo, capace di incollarci alle pagine del libro in modi differenti. Un thriller giocherà tutto sulla tensione e la crescita d’aspettativa, accelerando il ritmo; un romanzo psicologico tesserà una tela viscosa di riflessioni che invece lo rallenterà fino all’esasperazione. Un thriller psicologico potrebbe invece combinare i due ritmi per dare vita ad un’altalena di emozioni.

Il ritmo della narrazione è quindi sempre ben definito, e non è certamente lasciato al caso dallo scrittore. A noi non resta che lasciarci guidare. In questo senso, non dobbiamo fare alcuna fatica.

Perché rallentare il ritmo della narrazione?

A un primo approccio, parlare di rallentamento del ritmo narrativo potrebbe far pensare a un difetto di narrazione. Una storia lenta non è forse noiosa?

Non è proprio così.

Esistono due motivi principali per cui uno scrittore decide di rallentare il ritmo. Entrambi questi motivi hanno un senso preciso capace di intrattenere il lettore. Vediamoli insieme.

Rallentare per spiegare

Questo è forse abbastanza banale. Un romanzo, soprattutto se particolarmente complesso, deve lasciarci il tempo di capire. In questo senso, un ritmo veloce complicherebbe le cose. Un ritmo della narrazione accelerato non ci permetterebbe di riflettere a sufficienza sulla storia e di assimilarne i suoi contenuti.

Vuoi un esempio per capire meglio?

Un buon fantasy è anche un lento

Prendiamo il genere high fantasy. La struttura di questo genere è abbastanza standardizzata, e si basa su un inizio lento destinato ad essere stravolto da un evento improvviso. Durante questo inizio, ci viene presentato un mondo più o meno idilliaco, dove i protagonisti vivono in pace lontano dai pericoli.

Questo inizio ha sicuramente la funzione di creare un netto contrasto con ciò che sarà la storia dopo l’evento scatenante, che andrà di fatto a distruggere l’equilibro preesistente. In realtà, un inizio lento ha anche un altro compito.

Un inizio lento ci permette di assimilare le novità del mondo che ci viene presentato. Non è un caso se il genere high fantasy sia caratterizzato da un inizio lento. Stiamo infatti parlando di uno dei generi principi della creazione di mondi alternativi.

La complessità di queste ambientazioni richiede una presentazione adeguata. Il lettore deve avere il tempo di ambientarsi. Da qui l’importanza di un ritmo lento.

Rallentare per rimandare

Questa tecnica è più sottile, perché agisce in un senso per ottenere l’effetto opposto. Che cos’è, più di tutto, che ci spinge ad accelerare il ritmo nella vita? La fretta. E da cosa è dipesa la fretta? Da un ritardo. Va da sé che la fonte principale di ritardo è un generico rallentamento.

Rallentare il ritmo della narrazione, in questo senso, ha lo stesso obiettivo. Lo scrittore sa di aver catturato la nostra attenzione attraverso una promessa, e sa che noi, in quanto lettori ignari, vorremmo essere messi a conoscenza di questo segreto. Di conseguenza, agisce oculatamente rallentando il ritmo sul più bello, finendo per rimandare la rivelazione un po’ più in là.

Da questo punto di vista, il rallentamento del ritmo narrativo è fondamentale per creare terreno fertile per un’accelerazione.

Ora che l’hai sentita, non ti sembra una tecnica così nuova? Certamente: i thriller più riusciti, i gialli, gli horror e i romanzi gotici, i film d’azione, i romanzi d’avventura… una miriade di storie e generi letterari diversi utilizza questa tecnica.

Perché accelerare il ritmo narrativo?

La risposta è facilmente intuibile. Un ritmo veloce è sinonimo di coinvolgimento. Non è un caso se il genere thriller, teatro del ritmo accelerato, sia così popolare e amato. La suspense tipica di questo genere sfrutta questo ritmo per generare emozioni forti nei lettori.

In realtà, il ritmo narrativo può essere accelerato almeno per due motivi.

Accelerare per creare tensione

Questo è il motivo a cui accennavamo prima. Si accelera il ritmo nelle azioni concitate, veloci, in cui il lettore viene sballottato tra un evento e l’altro senza avere il tempo di capire cosa sta realmente accadendo.

Questo crea tensione proprio perché il lettore è totalmente in balia dell’evolversi degli eventi, e non è in grado di prevedere ciò che accadrà di lì a breve. E lo sappiamo tutti: il mistero e l’incertezza sono due cause dirette di coinvolgimento.

Questo tipo di accelerazione è spesso strettamente legato al rallentamento atto alla posticipazione di cui parlavamo prima, ma analizzeremo dopo le tecniche che gli scrittori utilizzano per ottenere il ritmo perfetto.

Accelerare per glissare

Anche questo motivo è facile da comprendere, ma forse non è il primo che ti verrebbe in mente. Un ritmo accelerato ha, come caratteristica fondamentale, la velocità. Banale. Ma questo cosa significa?

Significa che l’accelerazione può essere utilizzata per glissare, ovvero per tagliare tutte quelle scene superflue che finirebbero per rallentare il ritmo fino a farlo arenare. Il ritmo veloce può essere quindi efficacemente utilizzato in quelle scene di intermezzo, utili ad avanzare da un evento cruciale ad un altro, ma che di fatto non arricchiscono il contenuto.

Meglio accelerare o rallentare il ritmo della narrazione?

E’ una domanda legittima, che non ha una risposta assoluta. Dipende dalle storie e dagli eventi narrati.

Se pensi che il ritmo veloce sia l’oro della letteratura, rifletti su questo: attraverso un ritmo narrativo accelerato gli eventi passano in fretta. In altre parole, si giunge velocemente alla fine.

Va da sé che un libro, qualunque esso sia, non può essere solo fatto di ritmo veloce. Allo stesso tempo, non potrà essere solo lento, per non rischiare di annoiare il lettore.

Il ritmo narrativo di un romanzo è quindi un mix complesso, fatto di accelerate e rallentamenti, tutti accuratamente studiati dallo scrittore per ottenere un effetto preciso. Un effetto che ha un unico scopo: fare innamorare i lettori.

Bene. Abbiamo visto qual è il ruolo del ritmo della narrazione in un romanzo. Tutto molto bello, se non fosse che non abbiamo ancora capito come il ritmo viene influenzato. Sei curioso di conoscere le tecniche che gli scrittori usano? Vuoi sapere quali sono i meccanismi del ritmo narrativo per poterli riconoscere mentre stai leggendo un libro?

E’ arrivato il momento di parlare di alcune delle tecniche più utilizzate dagli scrittori per agire sul ritmo.

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Tecniche di manipolazione del ritmo narrativo

Di seguito troverai un breve elenco delle tecniche di manipolazione del ritmo narrativo più utilizzate dagli scrittori. Chiaramente, la gamma di tecniche possibili è molto più ampia, anche per il fatto che molti espedienti possono essere mescolati tra loro ad arte. Ma andiamo a vederle insieme.

1. Interruzioni

Le interruzioni sono perfette per rallentare il ritmo narrativo e creare attesa. Esistono molti modi per interrompere l’azione. Gli eventi possono essere infatti inframmezzati da descrizioni, che “distraggono” il lettore, da riflessioni o, addirittura, da flashback.

Il flashback non è altro che una digressione, una scena passata riproposta al lettore con varie finalità, da quella di approfondire i protagonisti o la storia, a quella di fornire indizi utili riguardanti le vicende presenti.

2. Dialoghi

I dialoghi hanno una duplice funzione. Possono rallentare il ritmo della narrazione qualora sono intervallati dalle conseguenti riflessioni dei protagonisti, ma possono anche accelerare il ritmo, soprattutto se presentati senza alcun commento riguardo il contorno.

In quest’ultimo caso, lo scrittore si limita infatti a riportare le battute dei personaggi una di seguito all’altra, in una sorta di “botta e risposta”, lasciando che questi possano parlare liberamente, senza alcun filtro. Il risultato è un dialogo veloce e scorrevole, che trascina il lettore in un accelerando narrativo.

3. Cliffhanger

Il cliffhanger è la tecnica di interruzione delle scene “sul più bello” tramite la chiusura di un capitolo. Sono sicuro che sai di cosa sto parlando. Si tratta infatti di un espediente che viene usato spesso nei romanzi moderni.

L’interruzione improvvisa di una scena spinge infatti il lettore a voltare pagina e a intraprendere la lettura del nuovo capitolo, di fatto incollandolo alle pagine del libro. Una tecnica che, quindi, ha in sé sia il rallentamento (la chiusura del capitolo) sia l’accelerazione (la determinazione da parte del lettore di proseguire).

4. In medias res

Ho già parlato della tecnica in medias res nel mio articolo dedicato agli incipit. Questa tecnica è infatti utilizzata per dare vita ad alcuni incipit tra i più coinvolgenti.

La tecnica consiste nel dare avvio ad un capitolo, un paragrafo o addirittura un libro, senza preamboli. La scena viene presentata già in corso di svolgimento. Il risultato è un’accelerazione del ritmo improvvisa, che trascina il lettore in un vortice stordente. Una tecnica efficacissima e largamente utilizzata.

5. Climax

Il climax è certamente la tecnica più famosa. Consiste nel creare un crescendo di emozioni tramite un’accelerazione graduale del ritmo. Il climax può riguardare un singolo paragrafo o estendersi ad un romanzo intero.

Grazie al climax la narrazione degli eventi inizia lenta, prosegue in un continuo accelerando, e termina al culmine dell’emozione. Dopo la culminazione si ha lo scioglimento della tensione, e la ripresa di un ritmo lento simile a quello iniziale.

6. Intreccio

L’intreccio è, a tutti gli effetti, l’insieme degli eventi che compongono una storia, presi nell’ordine in cui sono presentati nel romanzo. Si discosta quindi dalla fabula, che rappresenta invece gli eventi secondo l’ordine cronologico della storia stessa.

In molti romanzi l’intreccio corrisponde alla fabula. Eppure, spesso, cambiare le carte in tavola tramite l’intreccio è un espediente davvero efficace per creare ritmo nella narrazione. In questo contesto, ad esempio, ricadono i flashback di cui parlavamo prima.

Modificare l’ordine cronologico degli eventi può provocare rallentamenti e accelerazioni della narrazione significativi, con risultati eccellenti. Molti thriller e gialli attuali basano le loro fortune su intrecci originali applicati a fabule classiche.

Se vuoi conoscere tutti i segreti di questo argomento, allora ti consiglio di leggere anche l’articolo “la differenza tra fabula e intreccio“.

7. Prosa

Ho tenuto per ultima la prosa perché si tratta, forse, dell’elemento base. Si potrebbe dire che, se le tecniche viste fin ora rappresentano i muri del ritmo narrativo, la prosa rappresenta i mattoni che compongono quei muri. Lo scrittore, tramite la prosa, agisce sul ritmo della narrazione. Come?

Modificando la lunghezza delle frasi. Scegliendo accuratamente la punteggiatura. Prediligendo un lessico piuttosto che un altro. Non ci credi?

Una narrazione veloce è spesso dettata da frasi breve, dirette, semplici. Frasi che non richiedono impegno per essere lette. Frasi che ci fanno prendere fiato così spesso da condizionare il nostro battito cardiaco.

Una narrazione lenta, di contro, sarà invece imposta da frasi lunghe, ricche di subordinate e di punteggiatura. Frasi che potranno essere condite da un registro più elevato, e che fluiranno melodiose e rilassanti, un po’ come una cantilena.

Prova a farci caso, mentre leggi un libro. Ti accorgerai che la prosa è ciò che più condiziona il ritmo con cui scorri gli occhi sulle pagine. Sicuramente, il miglior modo per comprendere questa tecnica è quello di sperimentarla sulla propria pelle.

Il ritmo della narrazione è come noi leggiamo un libro

Abbiamo ormai capito che il ritmo narrativo è qualcosa che non è mai lasciata al caso. Eppure, mentre leggiamo, non ci accorgiamo certo di tutti questi elementi tecnici. Ciò che noi leggiamo è la storia, e la velocità con cui moduliamo le parole nella nostra mente rappresenta il ritmo.

In altre parole, se il ritmo della narrazione è certamente stato impostato dallo scrittore, è altrettanto vero che siamo ad applicarlo da diligenti lettori.

Ti eri mai accorto di quanti espedienti esistono per modulare il ritmo di un romanzo? Ti appassionano di più romanzi riflessivi e cadenzati, o thriller dalle emozioni vorticanti e mozzafiato?

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Giovanni Munari

Sono Giovanni Munari, nato a Vicenza ma con la voglia di fuggire. Segni particolari: i libri e la mia chitarra elettrica. Quando posso, viaggio, per il gusto di scoprire. Ho una relazione complicata con la realtà, di quelle da tira e molla. È così sbagliato vivere di sogni?

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Buongiorno ragazzi! Come prima recensione di questo 2021 ho scelto per voi Andromeda, il libro d'esordio di uno dei più grandi scrittori di thriller della storia: Michael Crichton. 

Devo avvertirvi subito: se state cercando una lettura capace di distrarvi dalla dura realtà che stiamo vivendo, forse questo libro non fa al caso vostro. Perché Andromeda è dannatamente attuale. Eppure penso che sia una lettura obbligata, soprattutto in questo momento, perché può aiutarci a capire molto del presente. E, soprattutto, degli errori che abbiamo commesso nel passato.

Andromeda è un thriller d'autore, in cui è racchiuso tutto il potenziale di Michael Crichton. Ma è, o forse è più corretto dire era, un monito per tutti noi. 

Andromeda è la dimostrazione di come spesso la letteratura sappia vedere al futuro con occhi saggi e preveggenti. La storia di Crichton, come molte altre, è stata presa solo per quello che era: un semplice racconto di fantasia. 

Le conseguenze di questo tragico errore sono davanti a tutti. 

Leggere Andromeda significa capire quanto possiamo imparare dai libri. E quanto rischiamo di perdere se smettiamo di farlo.

Trovate la recensione completa sul sito!

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E voi lo avete letto? Vi piacciono i thriller scientifici? 

@garzantilibri
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Buongiorno ragazzi! Il 2021 è appena iniziato. Ch Buongiorno ragazzi! Il 2021 è appena iniziato. Chiuse le riflessioni sull'anno appena trascorso, è il momento di guardare a quello che verrà.

All'inizio di ogni anno, scelgo un libro che dovrò assolutamente leggere. Un libro che non potrò rimandare all'anno successivo.

Quest'anno la scelta è ricaduta su "Guerra e pace" di Tolstoj. 

È da tantissimo tempo che vorrei leggerlo, ma un po' per la mole, un po' per gli impegni, finisco sempre per rimandarlo.

È arrivato il momento. Non sono ammesse altre deroghe! 😂

E voi? Vi siete fissati un obiettivo di lettura per questo 2021? Qual è?

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🎄 Un Buon Natale a tutti! 🎄 Spero possiate 🎄 Un Buon Natale a tutti! 🎄

Spero possiate passare una giornata felice. Ne abbiamo tutti davvero bisogno!

Quello che voglio sapere è... Che regali avete ricevuto? È arrivato qualche libro? 😁 🎁

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Buongiorno ragazzi! Anche quest'anno il Natale si avvicina. Un Natale particolare, diverso da tutti gli altri. Di certo, un Natale che nessuno di noi si sarebbe potuto aspettare.

In questo anno difficile, dove i pensieri cattivi hanno avuto spesso il sopravvento sul resto, è proprio in un momento come il Natale che possiamo trovare la scintilla in grado di accendere la luce. Perché il Natale è fatto di atmosfere calde e accoglienti, ma anche di un mondo di fantasia che si fonde con la realtà in un quadro magnifico. 

E qui entrano in gioco i libri, capaci di prenderci per mano e accompagnarci attraverso le meraviglie dell’immaginazione. Ma quali libri vale la pena leggere durante il periodo natalizio?

Una domanda che tanti lettori si pongono. E, come sempre, le risposte sarebbero infinite. Per questo Natale ho deciso di regalarvi una piccola lista di 5 libri legati alle festività, nella speranza di fornirvi degli interessanti spunti di lettura.

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Perché è nella lettura che possiamo trovare il modo di trascorrere questo periodo con serenità. In attesa di tempi migliori.

E voi avete una lettura preferita a Natale? 
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Buongiorno lettori! Io, robot susciterà in voi il ricordo del famoso film con Will Smith, in cui dei robot sfuggivano al controllo dell'uomo. Eppure chi di voi sa che Io, robot è stato, prima di tutto, un libro? 
E la cosa particolare è che Io, robot di Isaac Asimov ha poco da spartire con l'omonimo film.

Io, robot di Isaac Asimov è una delle pietre miliari della lettura moderna. L'immaginario comune fantascientifico deve sicuramente molto a questo libro, ma non solo. Perché Io, robot ha influenzato anche scienza e giurisprudenza, ridisegnando il pensiero dell'uomo contemporaneo.

Io, robot è una raccolta di racconti che narrano dei robot e delle loro interazioni con gli esseri umani. Dai robot più semplici fino a quelli capaci di mescolarsi all’uomo: Asimov si diverte a metterci dinnanzi a migliaia di situazioni diverse, in un'analisi che non è mai solo scientifica, ma è prima di tutto etica. Perché Io, robot narra delle complesse domande morali che l'esistenza dei robot ci porrebbero dinnanzi.

Ma Io, robot è soprattutto famoso per l'introduzione di un concetto tutt'oggi utilizzato nell'approccio alle intelligenze artificiali: le tre leggi della robotica. 

Quelle che erano nate come un semplice espediente narrativo sono diventate il punto cardine degli studi attuali sui robot. La dimostrazione di come la letteratura sia un punto di partenza fondamentale per il pensiero umano.

Io, robot è sicuramente un libro che tutti dovrebbero leggere prima di morire. Il capolavoro di Asimov rientra in quella stretta cerchia di libri che hanno saputo sfondare il concetto di narrativa di genere, diventando a pieno diritto dei grandi classici. 

Un libro che ancora oggi sa insegnarci molto di noi e della nostra relazione con chi ci sta attorno.

Trovate la recensione completa sul sito!

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E voi conoscevate questa raccolta? Vi piacciono le storie di Asimov?
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Buongiorno lettori! Siamo da poco entrati nel mese di Ottobre. Le calde giornate di sole dell'estate stanno lasciando spazio a freddo e pioggia, spingendoci sempre di più a rintanarci nelle nostre case. Non è un caso se l'autunno è per molti il periodo perfetto per riprendere in mano le proprie letture. Non c'è compagno migliore di un libro in certe giornate uggiose. 

Ma Ottobre significa anche un'altra cosa: Halloween.

Il 31 Ottobre è ormai diventato un appuntamento molto atteso. La notte delle streghe sparge la sua atmosfera cupa, influenzandoci ogni giorno. E questo vale anche per i lettori e i loro gusti.

Sempre più lettori, con l'approssimarsi di questo evento, si pongono una domanda: cosa leggere ad Halloween?

Ottobre sembra diventato la scusa per affacciarsi alla lettura del terrore, dove la paura e la suspense regnano incontrastate. Per gli appassionati del genere scegliere un nuovo libro non è certo un problema, ma per i meno avvezzi c'è il rischio di perdersi nei meandri delle librerie. E, spesso, di finire con una grande delusione in mano.

Quest'anno ho quindi deciso di preparare per voi una piccola lista di letture consigliate. Si tratta di 5 libri che affrontano le diverse sfaccettature della paura. Horror, thriller, fantascienza: non è solo nel classico concetto di terrore che si nasconde la paura vera, e voglio dimostrartelo. Un semplice modo per scoprire un lato della narrazione diverso dal solito. 

Se siete alla ricerca di un libro da leggere per Halloween, allora i miei consigli potrebbero tornarvi utili. Li trovate nel mio nuovo articolo!
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Anche a te piace lasciarti spaventare in questo periodo dell'anno?
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Buongiorno lettori. Oggi parliamo di un libro che sicuramente conoscete già, o che avete già sentito nominare: Il suggeritore di Donato Carrisi. 

Pubblicato nel 2009 da Longanesi, Il suggeritore ha saputo scalare le classifiche dei libri più venduti in Italia, diventando in poco tempo un vero e proprio fenomeno letterario. E’ stato promosso dalla critica a pieni voti, fino a raccogliere gli elogi dei grandi esponenti del thriller mondiale, da Ken Follett a Micheal Connelly.

Un successo sicuramente insperato, soprattutto se si considera che Il suggeritore rappresenta l’esordio assoluto di Donato Carrisi come scrittore di romanzi.

Ma cosa ha permesso a Il suggeritore di raggiungere una fama simile in un panorama a dir poco saturo di titoli?

A conti fatti, Il suggeritore rappresenta una svolta, una novità nell’ambito del thriller. Raccogliendo l’eredità dei grandi autori, Carrisi è stato in grado di rivisitare un genere letterario ormai conosciutissimo, regalando al pubblico una nuova visione.

Il suggeritore racchiude in sé uno spirito d’innovazione palpabile, che si mescola alle tinte noir tanto care alla produzione di Carrisi e a una buona dose di ragionamento intellettivo. Perché Il suggeritore, prima di tutto, è un thriller psicologico, in cui la componente d’azione si mescola a un’inesorabile discesa nei meandri della psiche umana. 
Una discesa che porta dritta alla scoperta delle molteplici sfaccettature del male.

Donato Carrisi è, ad oggi, lo scrittore di thriller più venduto nel mondo anche e soprattutto grazie a questo suo primo romanzo. Il suggeritore rappresenta una tappa obbligatoria per chi ama il brivido e la tensione del thriller.

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E voi lo avete letto? Cosa ne pensate?

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Buongiorno ragazzi! La pausa estiva è terminata. Ci siamo divertiti, abbiamo ricaricato le batterie e, soprattutto, abbiamo letto. Ora però è tempo di riprendere da dove ci eravamo lasciati. E quale modo migliore di ricominciare, se non parlando di uno dei generi più amati della nostra epoca?

L’articolo di oggi è dedicato al thriller.

Senza dubbio il thriller è un genere che spopola ovunque. Cinema e serie TV hanno contribuito a renderlo un successo planetario, e la letteratura ha seguito il flusso, sfornando bestseller che tutti ricordiamo. L’alta dose di adrenalina e il coinvolgimento dei thriller sono la chiave di questa popolarità.

Perché il thriller è il genere delle emozioni forti, dove la suspense scandisce il ritmo delle pulsazioni e trascina gli spettatori in un'esperienza unica. 
Ed è proprio grazie a questa fama che sono nati tantissime varianti e sottogeneri del thriller. Dal thriller psicologico a quello legale: ogni filone presenta le sue caratteristiche. 
Imparare a riconoscerli è fondamentale per selezionare al meglio le vostre prossime letture.

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A voi piace il thriller? Qual è il vostro preferito?
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Buongiorno ragazzi! La recensione di oggi è dedicata a una delle storie più famose della letteratura di tutti i tempi: Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Chi non conosce il racconto della dannazione di Dorian Gray?

Film, trasposizioni e riadattamenti: le opere che hanno riprodotto e rivisitato Il ritratto di Dorian Gray sono tantissime. Del resto, la storia è entrata nella cultura di massa come l’emblema del fascino del male e la crudeltà delle sue conseguenze. Eppure Il ritratto di Dorian Gray non è solo questo. 
"Tutti vedono nel peccato di Dorian Gray il proprio peccato". Questo diceva Oscar Wilde. E questo è il punto di forza del romanzo: il vero peccato di Dorian Gray non viene mai svelato, così che il lettore possa rivedersi in lui sempre e comunque.

Eppure questo espediente nasconde molto più. Perché Il ritratto di Dorian Gray, pur essendo conosciutissimo, nasconde un segreto.
C'è un altro motivo per cui Oscar Wilde non esplicita mai il vero peccato di Dorian Gray. Un motivo non troppo velato all'epoca della pubblicazione del romanzo, ma che nelle traduzioni successive (soprattutto in quella italiana) è andato perduto. 

Perché Il ritratto di Dorian Gray non è solo la storia per eccellenza che parla del fascino seducente del male e delle sue terribili conseguenze. Il romanzo di Oscar Wilde è anche un triste capitolo di censura e di discriminazione. Un libro che è un messaggio sia per il suo contenuto che per ciò che rappresenta.

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E voi lo avete letto??
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Buonasera ragazzi! Dopo una breve pausa dovuta ai mille impegni, torno sul blog con una recensione che non vedevo l’ora di condividere con voi! Sto parlando di Terramare di Ursula K. Le Guin.
Come già sapete, sono un amante del fantasy. Sono cresciuto leggendo questo genere, divorando migliaia e migliaia di pagine di saghe e romanzi sempre alla caccia di una nuova avventura. 
Ho letto così tanto che, nel tempo, sono persino arrivato a pensare di aver letto tutto ciò che meritava di esserlo. Così ho finito per accantonare il fantasy, convinto che mi avesse già dato tutto. 
Non mi sono mai sbagliato tanto.

Dopo aver letto Terramare mi sono dovuto ricredere completamente. E il fatto che, per tanti anni, avessi ignorato l’esistenza di una saga fantasy tanto famosa è la dimostrazione di quanto i libri siano sorprendenti! 
Terramare è un fantasy particolare e, per questo, speciale. Scritto a cavallo di più di 35 anni, non raccoglie l’eredità lasciata da Il Signore degli Anelli di Tolkien, che tanto è stata sfruttata da altri scrittori. Le Guin (vincitrice di 5 premi Hugo e 6 premi Nebula, i massimi riconoscimenti della letteratura fantastica) segue infatti una sua strada, fatta di magia e incantesimi, draghi e, soprattutto, profondi insegnamenti. 
Il tutto incastonato in un mondo terribilmente reale, così vivido da sembrare impresso in una fotografia. L'incredibile capacità di Le Guin di descrivere la propria fantasia ci regala uno scorcio su un panorama che potrebbe essere vero, fatto di luci, suoni e profumi. Un'esperienza impareggiabile, che varrebbe da sola la lettura.

Terramare incarna il fantasy nella sua accezione più classica: un mondo alternativo la cui esistenza ci aiuta a comprendere la vita di tutti i giorni. Terramare è tutto ciò che un fantasy dovrebbe essere.

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