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Universo Narrativo

Il ritmo narrativo: la velocità in un libro

di Giovanni Munari 28 Aprile 2019
scritto da Giovanni Munari 28 Aprile 2019
il ritmo narrativo di un libro è come uno sparito musicale

Che cos’è il ritmo della narrazione?

Se ti stai chiedendo cosa sia il ritmo narrativo, è presto detto. Il ritmo narrativo non è altro che lo scandire della narrazione di un romanzo, ovvero i tempi con cui vengono narrati gli eventi di una storia.

In altre parole, il ritmo della narrazione si traduce nella velocità con cui leggiamo la storia stessa. Questa velocità, che noi lettori applichiamo inconsciamente, non dipende dalle nostre scelte, ma da quelle saggiamente orchestrate dello scrittore.

Esistono infatti moltissime tecniche per accelerare o rallentare il ritmo di una storia, e gli scrittori le conoscono e le utilizzano bene.

Ma come si crea il ritmo narrativo in un romanzo?

Il ritmo narrativo nei libri

Un romanzo è composto da una moltitudine di elementi, tutti importantissimi. Anche un solo fattore fuori posto, e l’intera storia potrebbe non funzionare. Se volessimo tentare di dare un ordine d’importanza a questi elementi, dopo la sospensione dell’incredulità verrebbe certamente il ritmo della narrazione. Perché non esiste storia riuscita che non dosi sapientemente il suo ritmo.

Ogni storia ha il proprio ritmo, capace di incollarci alle pagine del libro in modi differenti. Un thriller giocherà tutto sulla tensione e la crescita d’aspettativa, accelerando il ritmo; un romanzo psicologico tesserà una tela viscosa di riflessioni che invece lo rallenterà fino all’esasperazione. Un thriller psicologico potrebbe invece combinare i due ritmi per dare vita ad un’altalena di emozioni.

Il ritmo della narrazione è quindi sempre ben definito, e non è certamente lasciato al caso dallo scrittore. A noi non resta che lasciarci guidare. In questo senso, non dobbiamo fare alcuna fatica.

Perché rallentare il ritmo della narrazione?

A un primo approccio, parlare di rallentamento del ritmo narrativo potrebbe far pensare a un difetto di narrazione. Una storia lenta non è forse noiosa?

Non è proprio così.

Esistono due motivi principali per cui uno scrittore decide di rallentare il ritmo. Entrambi questi motivi hanno un senso preciso capace di intrattenere il lettore. Vediamoli insieme.

Rallentare per spiegare

Questo è forse abbastanza banale. Un romanzo, soprattutto se particolarmente complesso, deve lasciarci il tempo di capire. In questo senso, un ritmo veloce complicherebbe le cose. Un ritmo della narrazione accelerato non ci permetterebbe di riflettere a sufficienza sulla storia e di assimilarne i suoi contenuti.

Vuoi un esempio per capire meglio?

Un buon fantasy è anche un lento

Prendiamo il genere high fantasy. La struttura di questo genere è abbastanza standardizzata, e si basa su un inizio lento destinato ad essere stravolto da un evento improvviso. Durante questo inizio, ci viene presentato un mondo più o meno idilliaco, dove i protagonisti vivono in pace lontano dai pericoli.

Questo inizio ha sicuramente la funzione di creare un netto contrasto con ciò che sarà la storia dopo l’evento scatenante, che andrà di fatto a distruggere l’equilibro preesistente. In realtà, un inizio lento ha anche un altro compito.

Un inizio lento ci permette di assimilare le novità del mondo che ci viene presentato. Non è un caso se il genere high fantasy sia caratterizzato da un inizio lento. Stiamo infatti parlando di uno dei generi principi della creazione di mondi alternativi.

La complessità di queste ambientazioni richiede una presentazione adeguata. Il lettore deve avere il tempo di ambientarsi. Da qui l’importanza di un ritmo lento.

Rallentare per rimandare

Questa tecnica è più sottile, perché agisce in un senso per ottenere l’effetto opposto. Che cos’è, più di tutto, che ci spinge ad accelerare il ritmo nella vita? La fretta. E da cosa è dipesa la fretta? Da un ritardo. Va da sé che la fonte principale di ritardo è un generico rallentamento.

Rallentare il ritmo della narrazione, in questo senso, ha lo stesso obiettivo. Lo scrittore sa di aver catturato la nostra attenzione attraverso una promessa, e sa che noi, in quanto lettori ignari, vorremmo essere messi a conoscenza di questo segreto. Di conseguenza, agisce oculatamente rallentando il ritmo sul più bello, finendo per rimandare la rivelazione un po’ più in là.

Da questo punto di vista, il rallentamento del ritmo narrativo è fondamentale per creare terreno fertile per un’accelerazione.

Ora che l’hai sentita, non ti sembra una tecnica così nuova? Certamente: i thriller più riusciti, i gialli, gli horror e i romanzi gotici, i film d’azione, i romanzi d’avventura… una miriade di storie e generi letterari diversi utilizza questa tecnica.

Perché accelerare il ritmo narrativo?

La risposta è facilmente intuibile. Un ritmo veloce è sinonimo di coinvolgimento. Non è un caso se il genere thriller, teatro del ritmo accelerato, sia così popolare e amato. La suspense tipica di questo genere sfrutta questo ritmo per generare emozioni forti nei lettori.

In realtà, il ritmo narrativo può essere accelerato almeno per due motivi.

Accelerare per creare tensione

Questo è il motivo a cui accennavamo prima. Si accelera il ritmo nelle azioni concitate, veloci, in cui il lettore viene sballottato tra un evento e l’altro senza avere il tempo di capire cosa sta realmente accadendo.

Questo crea tensione proprio perché il lettore è totalmente in balia dell’evolversi degli eventi, e non è in grado di prevedere ciò che accadrà di lì a breve. E lo sappiamo tutti: il mistero e l’incertezza sono due cause dirette di coinvolgimento.

Questo tipo di accelerazione è spesso strettamente legato al rallentamento atto alla posticipazione di cui parlavamo prima, ma analizzeremo dopo le tecniche che gli scrittori utilizzano per ottenere il ritmo perfetto.

Accelerare per glissare

Anche questo motivo è facile da comprendere, ma forse non è il primo che ti verrebbe in mente. Un ritmo accelerato ha, come caratteristica fondamentale, la velocità. Banale. Ma questo cosa significa?

Significa che l’accelerazione può essere utilizzata per glissare, ovvero per tagliare tutte quelle scene superflue che finirebbero per rallentare il ritmo fino a farlo arenare. Il ritmo veloce può essere quindi efficacemente utilizzato in quelle scene di intermezzo, utili ad avanzare da un evento cruciale ad un altro, ma che di fatto non arricchiscono il contenuto.

Meglio accelerare o rallentare il ritmo della narrazione?

E’ una domanda legittima, che non ha una risposta assoluta. Dipende dalle storie e dagli eventi narrati.

Se pensi che il ritmo veloce sia l’oro della letteratura, rifletti su questo: attraverso un ritmo narrativo accelerato gli eventi passano in fretta. In altre parole, si giunge velocemente alla fine.

Va da sé che un libro, qualunque esso sia, non può essere solo fatto di ritmo veloce. Allo stesso tempo, non potrà essere solo lento, per non rischiare di annoiare il lettore.

Il ritmo narrativo di un romanzo è quindi un mix complesso, fatto di accelerate e rallentamenti, tutti accuratamente studiati dallo scrittore per ottenere un effetto preciso. Un effetto che ha un unico scopo: fare innamorare i lettori.

Bene. Abbiamo visto qual è il ruolo del ritmo della narrazione in un romanzo. Tutto molto bello, se non fosse che non abbiamo ancora capito come il ritmo viene influenzato. Sei curioso di conoscere le tecniche che gli scrittori usano? Vuoi sapere quali sono i meccanismi del ritmo narrativo per poterli riconoscere mentre stai leggendo un libro?

E’ arrivato il momento di parlare di alcune delle tecniche più utilizzate dagli scrittori per agire sul ritmo.

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Tecniche di manipolazione del ritmo narrativo

Di seguito troverai un breve elenco delle tecniche di manipolazione del ritmo narrativo più utilizzate dagli scrittori. Chiaramente, la gamma di tecniche possibili è molto più ampia, anche per il fatto che molti espedienti possono essere mescolati tra loro ad arte. Ma andiamo a vederle insieme.

1. Interruzioni

Le interruzioni sono perfette per rallentare il ritmo narrativo e creare attesa. Esistono molti modi per interrompere l’azione. Gli eventi possono essere infatti inframmezzati da descrizioni, che “distraggono” il lettore, da riflessioni o, addirittura, da flashback.

Il flashback non è altro che una digressione, una scena passata riproposta al lettore con varie finalità, da quella di approfondire i protagonisti o la storia, a quella di fornire indizi utili riguardanti le vicende presenti.

2. Dialoghi

I dialoghi hanno una duplice funzione. Possono rallentare il ritmo della narrazione qualora sono intervallati dalle conseguenti riflessioni dei protagonisti, ma possono anche accelerare il ritmo, soprattutto se presentati senza alcun commento riguardo il contorno.

In quest’ultimo caso, lo scrittore si limita infatti a riportare le battute dei personaggi una di seguito all’altra, in una sorta di “botta e risposta”, lasciando che questi possano parlare liberamente, senza alcun filtro. Il risultato è un dialogo veloce e scorrevole, che trascina il lettore in un accelerando narrativo.

3. Cliffhanger

Il cliffhanger è la tecnica di interruzione delle scene “sul più bello” tramite la chiusura di un capitolo. Sono sicuro che sai di cosa sto parlando. Si tratta infatti di un espediente che viene usato spesso nei romanzi moderni.

L’interruzione improvvisa di una scena spinge infatti il lettore a voltare pagina e a intraprendere la lettura del nuovo capitolo, di fatto incollandolo alle pagine del libro. Una tecnica che, quindi, ha in sé sia il rallentamento (la chiusura del capitolo) sia l’accelerazione (la determinazione da parte del lettore di proseguire).

4. In medias res

Ho già parlato della tecnica in medias res nel mio articolo dedicato agli incipit. Questa tecnica è infatti utilizzata per dare vita ad alcuni incipit tra i più coinvolgenti.

La tecnica consiste nel dare avvio ad un capitolo, un paragrafo o addirittura un libro, senza preamboli. La scena viene presentata già in corso di svolgimento. Il risultato è un’accelerazione del ritmo improvvisa, che trascina il lettore in un vortice stordente. Una tecnica efficacissima e largamente utilizzata.

5. Climax

Il climax è certamente la tecnica più famosa. Consiste nel creare un crescendo di emozioni tramite un’accelerazione graduale del ritmo. Il climax può riguardare un singolo paragrafo o estendersi ad un romanzo intero.

Grazie al climax la narrazione degli eventi inizia lenta, prosegue in un continuo accelerando, e termina al culmine dell’emozione. Dopo la culminazione si ha lo scioglimento della tensione, e la ripresa di un ritmo lento simile a quello iniziale.

6. Intreccio

L’intreccio è, a tutti gli effetti, l’insieme degli eventi che compongono una storia, presi nell’ordine in cui sono presentati nel romanzo. Si discosta quindi dalla fabula, che rappresenta invece gli eventi secondo l’ordine cronologico della storia stessa.

In molti romanzi l’intreccio corrisponde alla fabula. Eppure, spesso, cambiare le carte in tavola tramite l’intreccio è un espediente davvero efficace per creare ritmo nella narrazione. In questo contesto, ad esempio, ricadono i flashback di cui parlavamo prima.

Modificare l’ordine cronologico degli eventi può provocare rallentamenti e accelerazioni della narrazione significativi, con risultati eccellenti. Molti thriller e gialli attuali basano le loro fortune su intrecci originali applicati a fabule classiche.

Se vuoi conoscere tutti i segreti di questo argomento, allora ti consiglio di leggere anche l’articolo “la differenza tra fabula e intreccio“.

7. Prosa

Ho tenuto per ultima la prosa perché si tratta, forse, dell’elemento base. Si potrebbe dire che, se le tecniche viste fin ora rappresentano i muri del ritmo narrativo, la prosa rappresenta i mattoni che compongono quei muri. Lo scrittore, tramite la prosa, agisce sul ritmo della narrazione. Come?

Modificando la lunghezza delle frasi. Scegliendo accuratamente la punteggiatura. Prediligendo un lessico piuttosto che un altro. Non ci credi?

Una narrazione veloce è spesso dettata da frasi breve, dirette, semplici. Frasi che non richiedono impegno per essere lette. Frasi che ci fanno prendere fiato così spesso da condizionare il nostro battito cardiaco.

Una narrazione lenta, di contro, sarà invece imposta da frasi lunghe, ricche di subordinate e di punteggiatura. Frasi che potranno essere condite da un registro più elevato, e che fluiranno melodiose e rilassanti, un po’ come una cantilena.

Prova a farci caso, mentre leggi un libro. Ti accorgerai che la prosa è ciò che più condiziona il ritmo con cui scorri gli occhi sulle pagine. Sicuramente, il miglior modo per comprendere questa tecnica è quello di sperimentarla sulla propria pelle.

Il ritmo della narrazione è come noi leggiamo un libro

Abbiamo ormai capito che il ritmo narrativo è qualcosa che non è mai lasciata al caso. Eppure, mentre leggiamo, non ci accorgiamo certo di tutti questi elementi tecnici. Ciò che noi leggiamo è la storia, e la velocità con cui moduliamo le parole nella nostra mente rappresenta il ritmo.

In altre parole, se il ritmo della narrazione è certamente stato impostato dallo scrittore, è altrettanto vero che siamo ad applicarlo da diligenti lettori.

Ti eri mai accorto di quanti espedienti esistono per modulare il ritmo di un romanzo? Ti appassionano di più romanzi riflessivi e cadenzati, o thriller dalle emozioni vorticanti e mozzafiato?

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Giovanni Munari

Sono Giovanni Munari, nato a Vicenza ma con la voglia di fuggire. Segni particolari: i libri e la mia chitarra elettrica. Quando posso, viaggio, per il gusto di scoprire. Ho una relazione complicata con la realtà, di quelle da tira e molla. È così sbagliato vivere di sogni?

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