L’origine del genere horror
Il romanzo gotico è sicuramente famoso, eppure non tutti sanno che rappresenta l’origine della letteratura moderna per come la conosciamo.
Spesso confuso con l’horror, che ne è in realtà il principale erede, il romanzo gotico racchiude in sé la nascita di qualcosa che oggi diamo per scontato: la narrativa di genere.
È facile quindi intuire l’importanza chiave che il romanzo gotico ricopre nella storia della letteratura. La nascita del romanzo gotico risale infatti ad un periodo in cui il panorama letterario era ben diverso da quello attuale. Un panorama che proprio il romanzo dell’orrido finì per stravolgere.
La nascita del gotico
Il romanzo gotico nasce nella seconda metà del Settecento come diretta conseguenza della società industriale. Lo sviluppo della borghesia, unito alla crescita dell’alfabetizzazione, portarono infatti per la prima volta nella storia dell’uomo ad un accesso alla letteratura molto più ampio.
Fu proprio questo cambio di pubblico che mutò radicalmente i gusti. In un panorama letterario in cui i libri erano per pochi colti, e il mainstream sembrava l’unica scelta possibile, iniziarono a sorgere i primi romanzi di consumo. Si trattava di opere create con il chiaro intento di raggiungere il grande pubblico, pensate con lo scopo di intrattenere.
Era l’inizio dello sviluppo del romanticismo, del quale il gusto per l’orrido rappresenta una delle sue sfaccettature più particolari.
Era nato il romanzo gotico.
Ma che cos’è realmente il romanzo gotico?
Le caratteristiche del romanzo gotico
Il romanzo gotico così come fu creato agli albori presenta delle caratteristiche molto precise.
Il romanzo gotico è infatti quel genere che mescola elementi romantici e dell’orrore, ambientando storie fantastiche nel Medioevo, e in particolare in castelli diroccati e ambienti tenebrosi.
Si tratta di parametri molto rigorosi e, in un certo senso, limitanti. Ciò che spicca più chiaramente è il legame che il gotico ha con il romanticismo.

In realtà, nel corso del tempo, il romanzo gotico è evoluto verso altre forme. Le ambientazioni si sono allontanate sempre di più da quelle classiche, e persino i tratti fantastici hanno finito con il lasciare il passo al realismo.
Una trasformazione progressiva e costante, che ha portato alla nascita del genere horror per come lo conosciamo oggi.
Ma allora qual è il filo conduttore che lega il romanzo gotico all’horror odierno?
Romanzo gotico e horror: l’elemento unificante
L’elemento principale che contraddistingue questo filone è la paura. Questi romanzi si reggono infatti sulla capacità di suscitare angoscia e ribrezzo.
Il genere dell’orrore è in grado di mettere a nudo la nostra incapacità di sottrarci al male, attirandoci in una trappola studiata. Stando seduti in poltrona è così possibile contravvenire alle regole della morale, vivendo esperienze che altrimenti rifuggiremmo con tutti noi stessi.
L’orrore è una sorta di calamita, capace di vincere ogni resistenza più strenua. Non è un caso se ha sempre avuto una grande presa sul pubblico. Il romanzo gotico incarna alla perfezione il concetto di opera di consumo, un aggettivo tutt’altro che spregiativo.
Horace Wolpole e il primo romanzo gotico
La nascita del filone legato all’orrore è ben precisa, e legata al nome di Horace Wolpole, scrittore inglese del Settecento.
Nel 1764 veniva infatti pubblicato il suo libro “Il castello di Otranto“, ovvero il primo romanzo gotico della storia.
In realtà, a essere precisi, l’origine dell’immaginario gotico viene fatta risalire a Giovanni Battista Piranesi, incisore veneto del Settecento che fece di castelli, labirinti, sotterranei e ambienti lugubri i suoi soggetti principali.
Piranesi fu senza dubbio uno degli ispiratori di Wolpole, che arrivò a dire di lui:
Selvaggio come Salvator Rosa, fiero come Michelangelo, esuberante come Rubens, ha immaginato scene… impensabili perfino nelle Indie. Costruisce palazzi sopra ponti, templi sui palazzi, scala il cielo con montagne di edifici

“Il castello di Otranto” fu inizialmente presentato da Wolpole come la traduzione di un manoscritto antico del 1500, e tratto a sua volta da una storia risalente addirittura all’epoca delle Crociate.
Una volta ottenuti i favori della critica, Wolpole rivendicò la paternità dell’opera. Il risultato fu un’inversione di rotta dei critici, che descrissero il romanzo come un’assurdità.
“Il castello di Otranto”, al giorno d’oggi, risulta vagamente superato, eppure può essere considerato di diritto il manifesto del romanzo gotico. Le sue ambientazioni tetre, popolate da giganti spettrali e quadri parlanti, hanno sicuramente tracciato la via alle generazioni successive.
Una via che ha visto titoli e autori illustri, pietre miliari della letteratura di genere.
L’evoluzione del romanzo gotico
Come spesso accade in letteratura, gli schemi nascono per essere distrutti. Il romanzo gotico, da questo punto di vista, non rappresenta un’eccezione.
Nel 1818 veniva infatti pubblicato un libro che avrebbe finito con lo sconvolgere le regole del gioco. Stiamo parlando del famosissimo romanzo “Frankenstein o il Prometeo moderno“. A soli 19 anni Mary Shelley fu in grado infatti di reinventare il concetto di paura.
Il romanzo gotico finì così per svincolarsi dall’irrazionale, leggendo invece la paura in chiave scientifica.
“Frankenstein”, da questo punto di vista, è da molti considerato il precursore di un genere oggi conosciutissimo: la fantascienza.
Eppure il cambiamento era solo all’inizio, e molti altri autori famosissimi parteciparono all’esplorazione delle infinite vie offerte dal questo genere.
Dal gotico all’horror
Nell’Ottocento il romanzo gotico finì per mutare sensibilmente, regalando sprazzi di quello che sarebbe poi diventato l’horror comune.
A segnare questa svolta fu il grande Edgar Allan Poe.

Con Poe, infatti, l’orrore si svincolò dalle ambientazioni fantastiche per avvicinarsi all’uomo comune. Con Poe la paura inizia ad essere associata non tanto al mostruoso, quanto al mistero e agli abissi dell’io interiore.
Fu proprio lo spunto per il mistero che diede la spinta per la nascita del genere giallo. Questo nuovo genere fu infatti a lungo legato all’orrore. La testimonianza di ciò si può trovare, ad esempio, nei “Racconti del terrore e del mistero” di Arthur Conan Doyle (passato alla storia per l’invenzione di Sherlock Holmes). E come non citare il capolavoro di Robert Louis Stevenson, ovvero “Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde“.

Sul finire dell’Ottocento si ebbe l’ultimo sussulto di un genere ormai profondamente cambiato, e pronto a lasciare spazio alla novità.
“Dracula” di Bram Stocker fu pubblicato infatti nel 1897, ed è considerato da molti l’ultimo grande romanzo gotico.
La nascita dell’horror moderno
Nonostante il romanzo gotico fosse già da tempo evoluto in qualcosa di molto differente dai suoi albori, l’horror che oggi tutti conosciamo iniziò a delinearsi solamente agli inizi del Novecento.
Il definitivo passaggio fu sancito da H.P. Lovecraft, considerato il padre dell’horror moderno.

Scrittore di racconti capaci di intrecciare fantascienza e fantasy, mistero e soprannaturale, Lovecraft fu in grado di sovvertire i temi dell’horror. Con Lovecraft l’attenzione si spostò dalla Terra al vuoto cosmico. La paura della morte, punto cardine negli autori precedenti, finì per lasciare il passo al terrore per l’ignoto dell’universo.
Il romanzo horror
Dopo Lovecraft si ebbe la definitiva consacrazione del genere. Partendo da Ray Bradbury e passando per Richard Matheson, autore di “Io sono leggenda“, l’horror ebbe uno sviluppo rapidissimo.
Fino ad arrivare al nome che tutti conoscono e associano alla letteratura horror: Stephen King.
Anche conosciuto come il re dell’horror, Stephen King è senza dubbio il massimo esponente della narrativa dell’orrore contemporanea. King non è infatti solo un autore particolarmente prolifico, capace di sfornare mattoni da più di 500 pagine ogni anno. I suoi libri sono anche dei successi internazionali, spesso citati ai piani alti delle classifiche dei bestseller del momento.
Titoli come “Shining“, “Il migliore verde” e “IT” hanno finito con l’influenzare l’immaginario comune e il cinema, anche attuale.
Con King l’horror è espresso nella sua forma più moderna e accattivante, dove la paura è spesso legata alla suspense, e l’horror si intreccia indissolubilmente al thriller e al suo ritmo narrativo asfissiante.
Conclusione
Come avrai capito, individuare un punto preciso in cui il romanzo gotico ha lasciato il passo definitivo all’horror moderno non è semplice. Si è trattato di un’evoluzione lenta e costante, a cui molti autori hanno contribuito nel corso del tempo. Si potrebbe addirittura arrivare ad affermare che, per lungo tempo, gotico e horror abbiamo vissuto assieme.
Quello che risulta chiaro, però, è lo stretto legame che esiste tra questi due generi. Forse oggi i romanzi gotici possono risultare un po’ superati per temi e costruzione. Eppure, se l’horror odierno sa terrorizzarci e affascinarci come nessun altro genere letterario, lo deve proprio a queste prime opere d’intrattenimento.
Il romanzo gotico è quindi un precursore che arriva da molto lontano, ma che ha finito per influenzare l’immaginario comune. Un genere che, nonostante tutto, è ancora molto letto e apprezzato.
E a te piacciono i racconti del terrore? Hai letto uno dei romanzi citati in questo articolo?