L’incomprensione del romanzo storico
Il romanzo storico è, al giorno d’oggi, incompreso da molte persone. Il nome “romanzo storico”, in effetti, riporta alla mente la storia e le lunghe ore passate a imparare date e fatti del passato. Non solo: il nome potrebbe anche indurre a pensare ad un libro appartenente a un’epoca lontana, e quindi “superato“.
Eppure i romanzi storici non sono niente di tutto questo. Molti dei capolavori della letteratura appartengono a questo genere letterario. Persino oggi molti autori continuano a pubblicare romanzi storici di grande successo. E allora come mai tutta questa confusione?
L’incomprensione di fondo nasce dal fatto che in molti non conoscono la definizione di romanzo storico. Prima di parlare dei romanzi storici più famosi e consigliati, è opportuno quindi spiegare che cos’è realmente un romanzo storico.
Romanzo storico: definizione
Il romanzo storico non è altro che quel genere ambientato in un’epoca storica passata, la cui ricostruzione avviene in modo minuzioso e attento attraverso usi, costumi, ambientazioni e personaggi. Si tratta quindi di un genere letterario che mescola la verità storica di un’epoca con la finzione narrativa.
Come per ogni genere, la definizione non permette di tracciare dei limiti ben definiti. Si tratta più che altro di una classificazione che ci fornisce la comodità di identificare i libri e i loro contenuti.
Il genere romanzo storico, per sua stessa definizione, può abbracciare quindi molti altri generi. Stiamo parlando infatti di una caratteristica che riguarda l’ambientazione, lo scenario nel quale una determinata trama si svolge. Di conseguenza, il romanzo storico comprende moltissime opere, anche estremamente diverse tra loro.
Vuoi un esempio? Allora dai un’occhiata alla mia recensione de La cruna dell’ago di Ken Follett, un thriller immerso nell’atmosfera della Seconda Guerra Mondiale.
Il libro di Ken Follett è solo il risultato di una lunga evoluzione del genere. In realtà, il romanzo storico è nato con regole ben precise, cambiando forma e contenuto nel corso del tempo. Per comprenderne meglio le caratteristiche, è quindi il caso di partire dall’inizio.
Le origini del romanzo storico: Walter Scott
La nascita del romanzo storico è datata 1814, con la pubblicazione di Waverley di Walter Scott, romanzo collocato nel 1745 ai tempi dell’insurrezione giacobita contro la monarchia inglese. Si tratta infatti del primo romanzo in cui l’elemento storico non è più solo una mera cornice, ma diventa fattore cardine della trama stessa.
In altre parole, il romanzo storico nasce nel momento in cui la storia si discosta dalla scenografia per entrare prepotentemente nelle dinamiche del romanzo, influenzando e giustificando le scelte e le reazioni dei personaggi.
La produzione di Walter Scott non finisce qui. Egli pubblicò in breve tempo altri due romanzi storici, Rob Roy e Ivanhoe, che raggiunsero presto un notevole successo e favorirono il proliferare del genere in tutta Europa.
Le regole di Scott per un buon romanzo storico
Come ideatore del romanzo storico, Walter Scott arrivò a stabilire delle regole ben precise per la costruzione di un romanzo storico. Secondo Scott, infatti, in un buon romanzo storico dovevano essere soddisfatte queste tre caratteristiche:
- Il periodo storico doveva essere temporalmente lontano dall’autore e dal lettore.
- I personaggi inventati dall’autore dovevano mescolarsi a personaggi realmente esistiti.
- La ricostruzione dell’ambiente doveva avvenire non solo attraverso descrizioni, ma anche grazie a elementi della vita quotidiana riportati tra le pagine.
Puoi facilmente capire, quindi, come questo genere fosse nato con un abito ben preciso e definito. Scott insisteva infatti sul fatto che l’autore, pur dovendosi immergere totalmente nell’epoca di cui voleva narrare, aveva l’obbligo di prestare molta attenzione a non attribuire ai personaggi idee e atteggiamenti che erano invece propri del suo tempo.
In altre parole, la ricostruzione storica doveva essere precisa in ogni suo aspetto, perché parte portante della coerenza interna dell’opera stessa. L’obiettivo dell’autore era quindi quello di evitare di cadere in paradossi che avrebbero altrimenti infranto il patto di sospensione dell’incredulità, finendo con l’estraniare il lettore dalla narrazione.
Il romanzo storico in Italia: I promessi sposi
Lo so: questo titolo fa venire i brividi a molti. Del resto, quando si tratta di libri, la scuola riesce spesso nell’intento di farli odiare. L’ho sperimentato anche io sulla mia pelle. In realtà questo non è colpa di insegnanti “scadenti” o di studenti distratti. Leggere è un’azione volontaria e libera, e venire meno a questo principio porta sempre ad un unico risultato: un disastro.
È quindi normale che I promessi sposi di Alessandro Manzoni siano entrati di diritto tra i libri più temuti ed evitati di sempre. Ma questo non ha nulla a che fare con il reale valore dell’opera, che rimane uno dei romanzi storici più importanti di sempre, e che meriterebbe forse una seconda possibilità da parte di tutti noi.
Lo sai a memoria: pubblicato nel 1840, “I promessi sposi” parlano della difficile storia d’amore tra Renzo e Lucia durante la peste del 1600. È doveroso citarlo non solo perché opera di un autore italiano, ma perché incarnazione perfetta del romanzo storico così come era stato concepito da Walter Scott.
A essere più precisi, Alessandro Manzoni fu persino in grado di superare Scott in quanto a rigore della documentazione e a creazione dell’ambientazione storica. Manzoni era infatti convinto che il vero poetico di un libro, ovvero il suo ricreare una realtà fittizia ma credibile, fosse in grado di superare il vero dei documenti storici, permettendoci di vivere in prima persona un’epoca altrimenti irraggiungibile.
Il romanzo si faceva quindi non solo semplice intrattenimento, ma anche testimonianza del passato, e quindi insegnamento.
Altri romanzi storici importanti
La Francia fu particolarmente attiva per quanto riguarda il romanzo storico. La proliferazione del genere riguardò molti autori e altrettanti romanzi, arricchendo un panorama in costante evoluzione.
▌ Victor Hugo
Come non ricordare Notre Dame de Paris (1831), di Victor Hugo, tristemente tornata in auge, di recente, per aver immaginato il rogo della cattedrale nelle sue pagine. La storia dell’amore tra Quasimodo, personaggio che unisce in sé sublime e grottesco, ed Esmeralda, è caratterizzata infatti da una forte ambientazione storica.

A soli ventinove anni Victor Hugo prese spunto dalle regole di Walter Scott per ideare il suo romanzo, restituendo al lettore una Parigi basso medievale di spessore, e dando inizio alla sua carriera di scrittore.
Questo fu solo il primo capolavoro di un autore che diede molto in termini di contenuto al romanzo storico. Altra sua importantissima opera sono I miserabili, considerato uno dei romanzi storici più eccelsi e letti della sua epoca. Uscito nel 1862, è ambientato in Francia in un arco temporale che va dal periodo di restaurazione post-napoleonica (1815) alla rivoluzione antimonarchica (1832).
Qui, come puoi intuire dalle date, le regole di Walter Scott iniziano già a essere disattese. L’ambientazione non è più infatti molto lontana dall’autore e dal lettore, ma recente. Siamo di fronte ad un inizio di evoluzione del romanzo storico, di cui parleremo a breve.
▌Alexandre Dumas
Victor Hugo non fu l’unico scrittore a cimentarsi in questo nuovo genere. Alexandre Dumas (padre) fu un altro importantissimo scrittore di romanzi storici ispirati alle regole di Walter Scott. La sua opera più importante rimane sicuramente I tre moschettieri, pubblicata nel 1844.
Si tratta di un romanzo conosciutissimo, che ha dato vita a personaggi immortali ripresi in decine e decine di adattamenti cinematografici. La rigorosità storica di questo romanzo, ambientato nella Francia del 1625 di Re Luigi XIII, è il suo punto di forza. Per comprenderlo basta pensare che in molti, ad oggi, sono convinti che Athos, Phontos, Aramis e D’Artagnan siano realmente esistiti. Eppure si tratta di personaggi frutto dell’immaginazione dello scrittore.
I tre moschettieri è un capolavoro senza tempo, che entra di diritto nell’olimpo dei romanzi storici più riusciti di sempre, nella concezione più classica del genere.
Lo stravolgimento delle regole
Siamo arrivati a definire il romanzo storico secondo criteri ben definiti. Strano, considerato che solitamente non è così semplice inquadrare un genere. E, in effetti, il romanzo storico non fa eccezione.
Come accennato parlando di Victor Hugo, già a metà del 1800 le regole così precise stilate da Walter Scott vennero stravolte da una serie di romanzi storici innovativi. Fu proprio questo superamento del romanzo storico classico a dare origine alla letteratura per come la conosciamo oggi.
Anche in questo caso, è necessario parlare di letteratura francese (con alcune eccezioni). Il principale cambiamento era legato al carattere pittoresco del romanzo storico, che i nuovi scrittori stigmatizzavano fortemente.
Si ebbe quindi una virata verso romanzi che facevano della psicologia sociale il punto cardine. Siamo di fronte ai precursori di quel realismo che avrebbe poi spopolato nella letteratura degli anni successivi, e di cui Anna Karenina è forse il manifesto più importante.
▌ Lev Tolstoj
E proprio dall’autore di Anna Karenina, ovvero Tolstoj, possiamo partire per parlare di questo cambiamento. Guerra e pace, la sua opera più famosa, è l’emblema dell’evoluzione del romanzo storico. Pubblicato tra il 1865 e il 1869, narra della storia di due famiglie russe sullo sfondo delle guerre napoleoniche del 1812, e utilizza la trama per trattare di un’infinità di temi e riflessioni.

Guerra e pace è considerato una prova di epica moderna, un romanzo storico emblematico. Eppure non tutti sanno che, ai suoi tempi, fu classificato in modo differente. Guerra e pace apparteneva infatti a una nuova corrente di romanzo storico, nata alcuni anni prima. Una corrente che prevedeva lo stravolgimento delle concezioni dell’epoca.
▌ Stendhal
Facciamo quindi un passo indietro. Circa trent’anni prima della pubblicazione di Guerra e pace, in Francia nasceva la rivoluzione del romanzo storico. L’autore simbolo di questa evoluzione fu sicuramente Stendhal (nome di battesimo Marie-Henri Beyle).
Stendhal concepiva infatti il romanzo come unico, vero documento capace di tramandare conoscenza, perché in grado di rievocare in modo diretto e concreto atmosfere e sensazioni.
Fu proprio questa sua convinzione a spingerlo ad applicare, per la prima volta, il rigore storico invocato da Scott non più a epoche passate, bensì a periodi recenti e contemporanei. Uno strappo con il passato, che aveva come obiettivo quello di ritrarre l’epoca in cui lo scrittore viveva per lasciarne un ricordo vivido per il futuro.
Il romanzo più famoso di Stendhal è sicuramente Il rosso e il nero, pubblicato nel 1830, che riprendeva un fatto di cronaca del 1827 in cui il figlio di un maniscalco fu condannato a morte e giustiziato per aver ucciso l’amante, moglie di un notaio.
Gli scritti di Stendhal aprirono gli occhi del mondo sulla psicologia dei personaggi, smantellando le credenze passate e segnando la trasformazione del romanzo storico e la nascita del romanzo sociale. Queste idee furono riprese da molti altri autori, tra cui Honoré de Balzac, e diedero origine a una nuova corrente. Il romanzo storico, nato per rappresentare il passato, virò così prepotentemente verso il presente, terminando la sua epoca di splendore.
Il romanzo neostorico
In realtà, ad essere più precisi, la produzione letteraria del romanzo storico non cessò, regalando molti altri scritti nel corso degli anni. Tuttavia, la vera ripresa di questo genere è recente, ed è da attribuire da uno degli autori italiani moderni più importanti: Umberto Eco.
▌ Umberto Eco

Nel 1980 veniva pubblicato Il nome della rosa, giallo deduttivo dallo sfondo storico predominante. Ambientata nel 1300 in un monastero benedettino, l’indagine di Guglielmo da Baskerville e Adso da Melk segnò il grande successo di Eco, all’epoca al suo romanzo d’esordio.
Il nome della rosa, per la sua mole di documentazione e la sua precisione nel ricreare uno scenario reale, fu definito romanzo neostorico con il chiaro intento di sottolineare la rinascita del genere. Non è un caso se questo romanzo è stato inserito nella lista dei migliori 100 libri dell’ultimo secolo.
Già questo libro, in realtà, si dimostra per quello che è realmente: un discostarsi dal passato. Come abbiamo detto, Il nome della rosa è infatti un giallo, ovvero un genere assolutamente più recente del romanzo storico in sé. Il romanzo neostorico rappresenta infatti un ulteriore passo nella lunga strada dell’evoluzione del genere.
Il romanzo storico ibrido
Al giorno d’oggi, il romanzo storico ha assunto le forme più disparate. Sull’onda de Il nome della rosa di Eco sono nati infatti una serie di romanzi di genere (dal thriller al giallo, passando per il noir e l’horror) la cui ambientazione è prettamente storica.
Come non ricordare Ken Follett, i cui romanzi spaziano dal già citato La cruna dell’ago, thriller storico ambientato nella Seconda Guerra Mondiale, ai Pilastri della terra, forse il romanzo storico moderno di più grande successo.
Potremo fermarci qui, ma ritengo doveroso, prima di concludere, citare un altro esempio attualissimo di romanzo storico. Accanto ai romanzi più familiari, infatti, si sono sviluppate una serie di forme più sottili e ibride. Queste forme non sono forse totalmente ascrivibili al genere, ma dal genere prendono spunto per proporre un ulteriore cambiamento.
Due esempi lampanti che ti possono aiutare a capire di cosa stiamo parlando sono i libri Timeline di Micheal Crichton e Hyperversum di Cecilia Randall. Entrambi i libri, infatti, si basano sull’idea di viaggio nel tempo per regalare al lettore un’ambientazione storica.
▌ Timeline di Michael Crichton
Timeline è sicuramente uno dei libri più riusciti dello scrittore di bestseller Micheal Crichton. È classificato ufficialmente come libro di fantascienza, in quanto si basa sulla creazione di una macchina del tempo per condurre i protagonisti nel XIV secolo. A conti fatti, è un thriller dall’ambientazione storica approfondita. Una perla nel panorama della letteratura moderna.
▌ Hyperversum di Cecilia Randall
Hyperversum è invece il primo capitolo della saga fantasy storica di Cecilia Randall, scrittrice italiana affermata. Anche in questo caso, seppur in maniera differente, i protagonisti effettuano un viaggio nel tempo per ritrovarsi nel medioevo del 1200. Un libro che presenta molti tratti in comune con il più famoso Timeline, ma che merita comunque il successo che ha ottenuto.

Avrai quindi capito che stiamo parlando di romanzi univocamente definibili come storici. Eppure, citarli è doveroso, perché rappresentano una nuova dimensione per un genere che, nel tempo, ha subito cambiamenti significativi, facendo del dinamismo il suo carattere distintivo.
Romanzi storici e complessità
Abbiamo visto come il romanzo storico abbia quindi subito delle notevoli evoluzioni nel corso del tempo. Nato come storia ambientata in un passato lontano, si è poi evoluto applicando lo stesso rigore nella ricostruzione scenografica ad epoche presenti. Recentemente, l’attenzione verso il passato è tornata in auge, rispolverando l’idea originale di Walter Scott, ma offrendo anche importanti novità e ibridi capaci di spaziare nel panorama letterario.
Per questo motivo, a differenza degli altri generi, tentare di definire dei sottogeneri per il romanzo storico sarebbe controproducente. Ormai hai capito che stiamo parlando di un genere letterario capace di racchiudere in sé molti altri generi.
Si potrebbe quindi dire che il romanzo storico, più che una classificazione, è un attributo, che può essere applicato a libri che appartengono ai generi letterari più disparati.
Il significato del romanzo storico
A prescindere dalla varietà di forme che può assumere, il romanzo storico è quel genere che narra di un’epoca facilmente riconoscibile dal lettore. La rievocazione delle atmosfere e degli scenari è quindi un elemento imprescindibile. Il romanzo storico si caratterizza proprio per la sua profondità, costruita dallo scrittore attraverso una minuziosa documentazione e un rigore storico preciso.
Eppure il romanzo storico è molto di più. Proprio per il suo carattere scenografico, la storia rimane sullo sfondo, eventualmente intervenendo a plasmare la trama. Il libro in sé, invece, rimane svincolato, e può seguire lo sviluppo tipico di molti altri generi a seconda dei casi.
Ma, soprattutto, il romanzo storico è insegnamento: perché attraverso storie avvincenti possiamo scoprire verità sul passato che non avremmo modo di conoscere se non attraverso lo studio dei documenti.
Un genere in grado di incantare, perché capace di creare un’ambientazione in cui possiamo immergerci fino a immedesimarci alla perfezione.
Infine, se sei alla ricerca di più informazioni su altri generi letterari, allora la mia guida ai generi potrebbe fare al caso tuo. Troverai tutto quello che c’è da sapere sui generi letterari più famosi.
A te piace il romanzo storico? Quali romanzi storici hai letto?