Ubik: quando la fantascienza si fa surreale
“Ubik“, o più semplicemente una pietra miliare nella storia della letteratura fantascientifica. Il romanzo di Philip K. Dick incarna alla perfezione il concetto di letteratura come opera d’arte. Un libro sicuramente famosissimo tra gli appassionati del genere, ma che forse non tutti conoscono.
Una fama che questo romanzo meriterebbe. Con “Ubik” infatti la fantascienza raggiunge orizzonti che in pochi avrebbero ritenuti possibili, facendosi al tempo stesso lucida critica della realtà e surrealismo incontrastato.
“Ubik” è il classico libro che si traveste da romanzo qualunque, ma che racchiude in sé molto più di quello che ci si potrebbe aspettare.
“Ubik”, ai confini del genere
Il romanzo di Philip K. Dick è proprio questo: sperimentazione. Come pochi altri libri al mondo, “Ubik” riesce a sfondare i limiti del proprio genere letterario e incantare il pubblico in un solo colpo. Qui non si tratta solo di fantascienza: “Ubik” coglie nel segno il significato profondo della letteratura, regalando al pubblico un’opera fuori dall’ordinario.
Un libro che non è solo intrattenimento o trama, ma che si perde nei meandri dell’atto creativo. Ed è proprio così che Dick finisce per tracciare un quadro in cui sono riversate tutte le sue emozioni e le sue idee.
“Ubik” è il perfetto esempio di come una mente brillante e trasgressiva possa sorprenderci nei modi più disparati e inattesi possibili. Un libro che tutti dovrebbero leggere una volta nella vita.
Titolo: Ubik
Autore: Philip K. Dick
Editore: Fanucci Editore
Il genio di Philip K. Dick
Una piccola premessa dedicata all’autore è doverosa. Stiamo infatti parlando di Philip K. Dick, unanimamente riconosciuto come uno degli scrittori di fantascienza più brillanti di sempre.
Ti basti pensare che, l’anno della sua morte (1982) fu indetto il premio Philip K. Dick, che premia tutt’oggi, ogni anno, il miglior libro di fantascienza uscito sul mercato direttamente in edizione economica.
Per chi è appassionato di fantascienza, i titoli dei suoi romanzi suoneranno assolutamente familiari. Per tutti gli altri, invece, saranno una piacevole scoperta, essendo legati a molte opere attuali. “I cacciatori di androidi” (successivamente ripubblicato con il titolo di “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?“) è infatti il romanzo che diede vita al famosissimo film “Blade Runner“. “La svastica sul sole” è stato invece recentemente utilizzato come base per la produzione della serie TV “The man in the high castel” (L’uomo nell’alto castello).
L’influenza di Dick, quindi, non ha ancora cessato di esistere.
Verità e menzogne
In realtà, Philip K. Dick raggiunse una certa fama solo poco tempo prima di trovare la morte per infarto cardiaco. Durante tutta la sua carriera fu invece costretto a combattere con la nomea di “drogato“. Era infatti opinione diffusa che lo scrittore facesse uso di LSD.
In verità, Philip K. Dick non fece mai utilizzo di droghe, ma sviluppò una dipendenza dalle anfetamine che il medico gli aveva prescritto per combattere una lieve forma di schizofrenia e di attacchi di panico. Dipendenza dalla quale riuscì ad uscire dopo essersi fatto ricoverare in una clinica di riabilitazione.
Ubik: un capolavoro in poche righe
La grandezza di Philip K. Dick come scrittore è indiscussa, e “Ubik” rappresenta sicuramente la sua opera più riuscita. Un libro che tutti gli appassionati del genere dovrebbero leggere, ma che incontrerebbe senza molti problemi anche il gusto di chi teme la fantascienza.
Se sei tra quelle persone che non sono sicure di capire la fantascienza, allora ti consiglio di leggere il mio articolo “fantascienza: che cos’è davvero?“.
Sei attratto dal surreale e da tutto ciò che fatica a trovare una spiegazione? Sei una persona che cerca sempre il significato delle cose? Allora è arrivato il momento di leggere la recensione di “Ubik”.
Se hai qualche dubbio, la guida alle mie recensioni potrà sicuramente aiutarti. E niente spoiler.
Recensione di Ubik
Introduzione
Pubblicato nel 1969 al culmine dell’ondata psichedelica di quegli anni, “Ubik” è sicuramente il capolavoro di Philip K. Dick. Ambientato in un futuro dove i materiali hanno preso il sopravvenuto sull’uomo, “Ubik” è un viaggio allucinato attraverso i meandri della coscienza.
Considerato un classico della letteratura fantascientifica, spinge i lettori a esplorare i paradossi dell’esistenza attraverso uno sguardo lucido e trasgressivo. Un romanzo che ha riscritto il concetto di fantascienza.
Trama
New York, 1992. Il mondo è in mano alle multinazionali per la protezione di dati, che sfruttano gli inerziali (umani dalle particolari capacità precognitive) per tale scopo. I morti sono mantenuti in semi-vita all’interno di congelatori, grazie ai quali possono comunicare dall’aldilà.
Joe Chip, squattrinato dipendente della Runciter Associates, ha il compito di scovare e valutare questi inerziali. La vita procede nel suo trascinarsi agonizzante, fino a quando un attentato cambia tutto.
Senza una spiegazione apparente, Joe Chip e i suoi compagni si trovano gettati in un mondo che sembra improvvisamente capovolto. Il tempo ha iniziato a scorrere all’indietro, e gli oggetti che li circondano sembrano regredire sotto i loro occhi. Chip si ritrova così in un’improbabile America degli anni Trenta, costretto a far fronte a un pericolo di difficile comprensione.
Sta accadendo davvero? Non è un’illusione? Cosa succederà quando anche lui regredirà come tutto il resto?
Un oggetto sembra avere tutte le risposte: Ubik. Ubiquità. Salvezza.
Ambientazione
L’ambientazione di “Ubik” è un mix di normalità e straordinario. Alla New York di tutti i giorni si mescolano i tratti futuristici di un romanzo di fantascienza. E, come se non bastasse, il tutto è destinato a mutare. Perché “Ubik” è regressione temporale, e niente può rimanere com’è.
Non si ha nemmeno il tempo di abituarsi all’ambientazione, che Dick mescola le carte in maniera magistrale. Il mondo attorno ai personaggi inizia a regredire. Gli oggetti futuristici si trasformano, assumendo le sembianze dei loro antenati. Un forno diventa un pezzo di carbone, un’ascensore diventa un elevatore dell’Ottocento, un’auto moderna si trasforma in una Ford del 1929.
Il risultato è un’ambientazione dinamica, che non da punti di riferimento. Una caratteristica che rende il libro quasi onirico, e ne influenza prepotentemente le atmosfere di incertezza e allucinazione.
Personaggi
I personaggi di “Ubik” rispecchiano i tipici personaggi dei romanzi di Philip K. Dick. In particolare, Joe Chip, il protagonista, ne è l’emblema.
Una persona qualunque, schiacciata dal peso della vita, capace di comprendere ma inevitabilmente incapace di scegliere di agire. Ad aggravare un quadro già pietoso, si aggiunge il suo essere squattrinato e al tempo stesso spendaccione, intelligente e al tempo stesso insicuro.
Un ritratto spietato ed estremizzato dell’uomo moderno, pieno di idee e di buona volontà, ma spesso sconfitto in partenza da tutto ciò che lo circonda.
I personaggi di Dick sono questo: antieroi per eccellenza. Figure scoraggianti nelle quali scorgiamo una parte di noi stessi.
Atmosfere
Come anticipato, le atmosfere sono principalmente legate all’ambientazione. Il costante senso di incertezza e di imprevedibilità che regala un’ambientazione mutevole sposa perfettamente i caratteri dei personaggi, generando inquietudine e dubbi.
Ma non finisce qui: il mistero che pervade l’intera opera ha come risultato quello di irretire il lettore. Si è così trascinati in un vortice d’emozioni, che non sarà legato ad un ritmo narrativo paragonabile a quello dei thriller, ma che vi si avvicina molto in fatto di coinvolgimento.
“Ubik” è allucinazione e senso di spaesamento, che generano una pervadente sfiducia nella realtà. Un’atmosfera tetra e pessimista, che non accenna ad abbandonare le pagine, e che è veicolo principale del vero messaggio del libro.
Tema centrale
Scovare un tema centrale in questo libro è assai complesso. Un po’ perché il libro è un costante affiorare di temi solo accennati, che sono poi rilasciati alla mente del lettore. Un po’ perché “Ubik” un vero e proprio tema non ce l’ha.
A essere più precisi, il tema non è da ritrovare nella storia del libro, ma nel concetto di libro stesso. “Ubik” infatti è il chiaro tentativo di ritrarre la realtà secondo la visione dello scrittore. Nel romanzo si percepisce il latente bisogno di trovare una spiegazione ai paradossi dell’esistenza, di cogliere la vera essenza di ciò che ci circonda.
Ma è solo un tentativo: perché la realtà non ci dà queste risposte, e “Ubik” non tenta di farlo al posto suo. Si limita a descrivere le nostre percezioni, tramite l’esperienza e i sentimenti. E ci riesce dannatamente bene.
Considerazioni finali
Ormai hai capito: “Ubik” non è un romanzo come gli altri. Stiamo parlando di un’opera strana, decisamente allucinata. Siamo sicuramente lontani dal concetto di narrativa mainstream: “Ubik” è un libro di fantascienza, e ne conserva i tratti principali. Eppure, non è tutto qui.
Attraversato da atmosfere cupe e incerte, squarciate da un certo umorismo cinico e da situazioni paradossali e sconcertanti, “Ubik” è l’emblema di quanto la letteratura di genere possa trasformarsi in opera d’arte.
Un romanzo la cui storia è del tutto marginale rispetto alle emozioni che è in grado di regalate. Emozioni non sempre rassicuranti, ma che ci inducono in riflessioni profonde e per nulla scontate.
“Ubik” è uno di quei romanzi in grado di lasciare qualcosa dietro di sé e dentro al lettore, fosse anche solo una domanda che non ha ancora trovato risposta.
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Scheda riassuntiva di “Ubik”
Titolo | Ubik |
Autore | Philip K. Dick |
Genere | Fantascienza |
Anno | 1969 |
Editore | Fanucci Editore |
Ambientazione | Futuro |
Narratore | Omodiegetico |
Focalizzazione | Immersa |
Narrazione | Terza persona |
Tempo verbale | Passato remoto |
Numero pagine |
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